“Arte vagante, anzi, in tour”. La grande pittura toscana e non solo torna a Montevarchi
“Arte vagante, anzi in tour” è il titolo della terza mostra organizzata dalla Fondazione Mauro e Nuccia Capitani in collaborazione con il Comune di Montevarchi per il periodo delle Feste. Le porte del Palazzo del Podestà tornano ad aprirsi alla grande cultura ospitando le opere di 30 artisti toscani, e non solo, tra i quali Ernesto Treccani, Manlio Bacosi, Gastone Breddo, Remo Brindisi, lo stesso Mauro Capitani, per farci conoscere ed apprezzare una pittura dal Secondo Novecento più introspettiva e meno provocatoria. L’evento, presentato dal Sindaco Silvia Chiassai Martini e dal curatore Mauro Capitani, si terrà sabato 7 dicembre alle ore 18.00, per restare visitabile al pubblico fino all’Epifania.
“La nostra Amministrazione collabora ormai da tre anni in maniera virtuosa con il Prof. Mauro Capitani – afferma il Sindaco – Siamo entrati convintamente nella sua Fondazione con l’obiettivo di portare in città opere di qualità, toscane e non solo, rappresentative di un’arte moderna e contemporanea, spesso anche dimenticata. L’impegno condiviso con Capitani è di promuovere la cultura, di comunicarla in maniera semplice ma emozionale, coinvolgendo in particolare i giovani, in quanto sono tante le iniziative che la Fondazione dedica alle nuove generazioni. E’ un modo per essere un punto di riferimento delle eccellenze del territorio di cui andare fieri. Non a caso la mission di questi anni è stata di non guardare ad eventi di nicchia, senza tuttavia mai mettere in secondo piano la qualità, aprendoci il più possibile a tutta la popolazione, quindi non soltanto all’appassionato e all’esperto di arte, ed il riscontro avuto è sempre stato superiore alle aspettative”
“Quest’anno proponiamo un’arte vagante – prosegue Capitani – uscendo anche fuori dai confini della Toscana per toccare Lombardia, Marche e Umbria, con pittori di grande livello della storia del Secondo Novecento. L’interesse di questa mostra è di riscoprire un linguaggio artistico quasi caduto nell’oblio, che recupera le nostre tradizioni, unendo l’occhio del visitatore alla bellezza dell’arte. Le pareti che da sabato 7 dicembre accoglieranno queste opere saranno composte da colori, manualità, forme artigianali in cui gli artisti, come sosteneva De Chirico, hanno messo sensibilità e il loro mondo interiore sconfinando nella poesia e nell’arte. Questa mostra propone una pittura vera”