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sabato | 01-02-2025

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E’ morto Antonio Paolucci. Cittadino onorario di Arezzo, accolse la Giostra in Vaticano

E’ morto a Firenze Antonio Paolucci: tra i più stimati storici ed esperti d’arte italiani, è stato soprintendente del Polo museale di Firenze, ministro per i Beni culturali durante il governo Dini e anche direttore dei Musei Vaticani. Paolucci era originario di Rimini, dove era nato il 19 settembre 1939: allievo di Roberto Longhi, era entrato nell’amministrazione dei beni culturali nel 1969.

La Lancia della Giostra straordinaria in Vaticano e le parole di Paolucci, all’epoca Direttore dei Musei Vaticani

Quella di  mercoledì 22 giugno 2016 fu una giornata memorabile. Possiamo riassumere così la presentazione della Giostra Straordinaria dedicata al Giubileo della Misericordia che si è tenuta in Vaticano. Ottanta figuranti in costume, in rappresentanza dei quattro quartieri, dell’associazione Signa Arretii, del Gruppo Musici della Giostra e dell’associazione Sbandieratori di Arezzo, hanno sfilato in piazza San Pietro fino al sagrato dell’omonima Basilica. Qui Papa Francesco, al termine dell’Udienza Generale, ha impartito la sua benedizione alla lancia d’oro realizzata dall’artista ceco Ivan Theimer alla presenza del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, dell’Arcivescovo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro monsignor Riccardo Fontanta, del capo della Gendarmeria Vaticana Domenico Giani, del primo rettore della Fraternita dei Laici Pier Luigi Rossi, del presidente dell’Istituzione Giostra Franco Scortecci e dello stesso autore. Sono stati i quattro paggetti a donare un mazzo di rose bianche avvolto dai fazzoletti dei quartieri, regalo gradito al Santo Padre che non ha negato carezze e parole di ringraziamento ai bambini in costume; in seconda battuta è stato il sindaco Alessandro Ghinelli a porgere una raffigurazione in argento della Madonna del Conforto, realizzata da Enzo Scartoni. L’inno Terra d’Arezzo, scandito dai Musici della Giostra, le bandiere al vento degli Sbandieratori hanno salutato Sua Santità, protagonista di numerose battute insieme ai figuranti del Saracino.

Dopo questa emozionante cerimonia, la compagine aretina si è spostata verso i giardini dei Musei Vaticani dove Musici e Sbandieratori si sono esibiti di fronte a centinaia di persone: le bandiere e gli squilli delle chiarine hanno catturato l’attenzione dei presenti che, entusiasti, hanno risposto con calorosi applausi e sorrisi fin sopra la terrazza del Belvedere. Poco dopo le autorità presenti si sono recate nell’apposito spazio espositivo realizzato dal Comune di Arezzo proprio all’interno dei Musei Vaticani: è qui che è stata collocata la lancia d’oro di Ivan Theimer, trofeo che verrà custodito fino al 20 agosto.

Il Dott. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani:

“La Giostra si corre in Piazza Grande, bella e pura come una conchiglia, leggermente in discesa, fatta di marmo, pietra serena e pietra forte, di arenaria bionda che ha il colore del sole. In cima alla piazza c’è la Fraternita dei Laici opera del Rossellino e poi sul lato ci sono le logge di Giorgio Vasari che si faceva chiamare con orgoglio Giorgio Aretino: proprio ad Arezzo volle riprodurre le sorelle degli Uffizzi di Firenze. É in questa piazza che si svolge una festa di popolo che ha come protagonista il moro Saracino, un pupazzo su cui si scagliano i cavalieri dei quartieri. Mai però la giostra ha creato dissidi tra diverse culture e questa edizione straordinaria rimarcherà il messaggio di pace e Misericordia”.

Il Cordoglio 

Paolucci, Giani: “Perdiamo uomo straordinario, appassionato di arte e bellezza”

“E’ morto un grande fiorentino, un uomo di cultura di livello nazionale e internazionale, che non dimenticheremo per quanto alto è stato il suo impegno culturale e politico. Una personalità unica, che affiancava all’amore per l’arte e alla raffinatezza intellettuale, un senso civico straordinario” Così il presidente Eugenio Giani esprime il suo profondo cordoglio per la morte dello storico dell’arte Antonio Paulucci morto ieri a Firenze. E’ stato ministro per i Beni culturali nel governo Dini, direttore dei Musei Vaticani e soprintendente polo museale fiorentino. “Sono profondamente legato ad Antonio Paolucci – ha detto Giani -, lo ricordo fin dal momento in cui insieme abbiamo vissuto l’esperienza del Consiglio comunale a Firenze; lui il massimo esperto di beni culturali, amante della bellezza e della sua salvaguardia. Proprio per le sue grandi capacità – ha sottolineato il presidente della regione- , ebbe l’incarico, dopo essere stato per un breve e significativo periodo ministro dei Beni culturali, di direttore dei Musei Vaticani. Lo ricordo nelle nostre chiacchierate, nell’ammirazione che io provavo per lui, ma anche nella stima che mi manifestava quando organizzavamo insieme le mostre”. Giani ha ricordato l’amore di Paolucci per i colli fiorentini, l’importanza di salvaguardarli. Quando si sviluppò il dibattito sul piano regolatore Vittorini, nel 93, ricordo il suo intervento straordinario quando si soffermò sulla bellezza dei colli. E quando si parlava degli interventi sul Mugnone, Paolucci volava alto, descivendoci in un discorso epico, quello che era il Mugnone delle novelle di Decamerone di Boccaccio. Alla famiglia giungano le condoglianze, mie personali e di tutta la Toscana”.

La morte di Antonio Paolucci, il cordoglio del sindaco Ghinelli 

“Sono addolorato per la scomparsa del professor Antonio Paolucci, un amico sincero della nostra città di cui mai ha mancato di apprezzare la straordinarietà dei tesori che conserva. Ho di lui più di un ricordo, uno dei più recenti quello legato alla presentazione della Giostra straordinaria che si tenne nel 2016 in Vaticano: Paolucci, allora direttore dei Musei Vaticani, spese parole importanti per la manifestazione e per l’intera città”.

Il professor Antonio Paolucci ha avuto una lunga carriera ai vertici delle istituzioni dell’arte e della cultura che lo ha reso tra i nomi più autorevoli tra gli studiosi, nonché curatore di mostre di particolare rilevanza e autore di saggi scientifici e libri sulla pittura italiana del quattrocento e del cinquecento. Tra questi una monografia su Piero della Francesca, considerato un classico della storia dell’arte che ha contribuito a divulgare la conoscenza del maestro nel mondo. Il suo legame con Arezzo è dovuto in particolare a Piero, ma anche alla Fiera Antiquaria di cui era stato nominato presidente del comitato per il quarantennale nel 2008. Nel 2009 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria.

Cordoglio all’Università di Siena per la scomparsa di Antonio Paolucci, illustre storico dell’arte

Aveva insegnato Museografia presso la sede di Arezzo dell’Università di Siena

Il Rettore dell’Università di Siena Roberto Di Pietra esprime il cordoglio, suo e della comunità accademica, per la scomparsa di Antonio Paolucci, illustre storico dell’arte. Paolucci per dieci anni, dal 1997 al 2007, ha insegnato Museografia nel corso di laurea in Scienze per i Beni culturali dell’allora facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo.

È stato Ministro per i Beni Culturali e Ambientali dal 1995 al 1996 nel governo Dini, Soprintendente ai Beni Artistici e Storici, prima a Venezia, poi a Verona, Mantova e infine a Firenze, dove è stato Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, per poi passare alla Soprintendenza speciale per il Polo Museale Fiorentino ed essere nominato anche Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana.

Paolucci ha chiuso la carriera come Direttore dei Musei Vaticani. Curatore di numerose mostre, Paolucci è stato autore di molteplici saggi scientifici su cataloghi e riviste specializzate oltre che di monografie, in particolare sulla pittura italiana del Quattrocento e del Cinquecento.

Nell’anno 2009 gli fu conferita la cittadinanza onoraria dalla città di Arezzo.

Marcheschi, (FDI): “Cultura perde rara intelligenza”

“Il mondo della cultura italiano ed internazionale perde, con la scomparsa di Antonio Paolucci, un’intelligenza rara, alta, e capace di spiegare l’arte con un linguaggio molto personale e attento alla più ampia comprensione, fra i più nobili obiettivi che un divulgatore possa voler raggiungere. Abbraccio e plaudo alla volontà del direttore Simone Verde di intitolare a suo nome l’Auditorium della Galleria degli Uffizi”. Lo scrive in una nota il senatore fiorentino di Fratelli d’Italia e capogruppo della commissione Cultura Paolo Marcheschi.

Di Giorgi (IV): “Ha saputo unire la passione civile allo studio e alla riflessione culturale”

“Antonio Paolucci era un uomo colto, di grande personalità, appassionato. Un uomo che aveva alto il senso delle istituzioni e del ruolo pubblico della cultura. Da capogabinetto di Primicerio e da assessore alla Cultura con Domenici ho avuto l’occasione ed il privilegio di lavorare molto con lui. una collaborazione e un’amicizia che è proseguita anche a Roma, quando io ero vicepresidente del Senato e poi deputata. Con lui scompare un uomo che sapeva unire la passione civile alla riflessione culturale, la pratica amministrativa agli studi più profondi e raffinati. Mai banale nelle sue riflessioni, il suo contributo alla vita democratica di questo Paese è stato essenziale, non solo nei ruoli di maggiore prestigio e visibilità (da ministro come da direttore di alcuni dei più importanti musei italiani) che ha ricoperto. Alla sua famiglia e ai suoi cari tutta la mia vicinanza in questo momento così triste”.

“Una grave perdita per l’arte e la cultura italiana, e per l’intera comunità di Sansepolcro”. Così il sindaco Fabrizio Innocenti nel giorno in cui è giunta la notizia della morte del professor Antonio Paolucci. “A lui ci legano ricordi di stima e proficua collaborazione” puntualizza il sindaco “cementati nei tanti anni in cui ha svolto prestigiosi incarichi a livello locale e nazionale, e nei quali ha espresso profondo amore per Sansepolcro e per l’arte del nostro più famoso concittadino, Piero della Francesca. L’illustre studioso ha infatti pubblicato monografie su grandi artisti del passato, e fra queste una dedicata a Piero. Ricordiamo anche il suo illuminato impegno al servizio della Fondazione Piero della Francesca. I grandi meriti resi al servizio della nostra città gli valsero nel 1998 il conferimento della cittadinanza onoraria e mai riconoscimento fu più meritato, per aver fattivamente contribuito a far apprezzare la nostra terra e il nostro patrimonio artistico in Italia e nel Mondo intero”. “La storia della Fondazione Piero della Francesca” commenta la presidente dell’istituzione, Francesca Chieli “è legata alla prestigiosa figura del professor Paolucci, che ne ha segnato l’esordio e il prosieguo mantenendo egli stesso, fino all’ultimo, la nomina di coordinatore del Comitato Scientifico. Presidente dal maggio 2001 al novembre 2003 della Fondazione, ha presentato e pubblicato gli atti del convegno ‘Matteo di Giovanni e la pala d’altare nel senese nell’aretino’ e si è occupato della ripresa dei lavori per l’edizione nazionale dei trattati di Piero dopo la morte di Cecil Grayson. Di lui resterà molto ai posteri e in primo luogo una Storia dell’Arte, anche di Piero della Francesca, raccontata con il piacevole eloquio che contraddistingueva i suoi contributi”.

Paolo Giulierini, direttore del Mann di Napoli: “Non si può descrivere un gigante della levatura culturale di Antonio Paolucci. Si può solo cercare di riascoltarlo, leggerlo e imparare di continuo da lui. Perchè la sua lezione è eterna. Un abbraccio fraterno all’amico Fabrizio”.

Santino Gallorini, storico:
 
“L’Insigne Studioso, il Gigante della Cultura, la Brava Persona. Un dolore immenso. Ci ha lasciato una delle migliori Persone del nostro Paese, il Professor Antonio Paolucci, insigne storico dell’arte, ex professore dell’Università di Siena, ex funzionario del Ministero dei Beni Culturali, ex Soprintendente del Polo Museale Fiorentino e poi Direttore Regionale per i Beni Culturali della Toscana, ex Ministro dei Beni Culturali, ex Direttore dei Musei Vaticani.
Era un piacere ascoltare le sue dotte conferenze, dal vivo o in TV.
L’ho conosciuto una ventina di anni, quando veniva ad Arezzo ad insegnare Storia dell’Arte all’Università. Quando ad una sua domanda risposi che abitavo vicino a Castiglion Fiorentino, lui mi disse: “A Castiglion Fiorentino vive uno dei massimi scultori italiani contemporanei, Enzo Scatragli”. Ogni volta che lo ritrovavo era un vero piacere e la discussione spaziava su molti argomenti.
Poi, arrivò il progetto di un grande aeroporto in Valdichiana e si formò un comitato per fermare l’idea. Lo contattai per chiedergli un appoggio e lui si mise a completa disposizione e quando un funzionario aretino che stava in procinto di diventare Soprintendente ad Arezzo scrisse cose non vere su una relazione, lui intervenne e oltre che a riportare la verità, al suo posto fece nominare un altro Soprintendente, venuto da Trieste.
Per limitare i danni della Scheda C47 a Rigutino, che prevedeva una colata di cemento a monte della frazione, venne da solo, con la sua macchina, più volte a capire la situazione e a difendere il territorio e il paesaggio.
Anche da Direttore dei Musei Vaticani era sempre disponibile per intervenire o far intervenire i suoi ex colleghi del Ministero per tutelare la nostra Valdichiana. Io so quante aree e quanti Beni sono stati salvaguardati grazie ad Antonio Paolucci!
Si potrebbero raccontare tanti episodi e tante storie legate al Professor Paolucci, sia di quando lavorava in Soprintendenza e sia di quando fu nominato Ministro dei Beni Culturali (1995-1996), ma io lo voglio ricordare quale Commissario straordinario del Governo per il restauro della Basilica di San Francesco ad Assisi dopo il terremoto del 1997. In soli tre anni riuscì a restituirci la Basilica, più bella di prima!
Grazie professor Paolucci! Riposi in Pace”.

“Nel giorno della sua morte voglio ricordare il Professo Antonio Paolucci, un amico di Castiglion Fiorentino”, lo ricorda Paolo Brandi, ex sindaco del comune della Valdichiana. “Ho avuto la fortuna di conoscerlo quando era Direttore dei Musei vaticani e, alla fine del marzo 2010, ci fece l’onore di visitare la mostra “Sacra mirabilia” a Castel Sant’Angelo, un grande evento frutto della collaborazione tra la Soprintendenza Speciale al Polo Museale Romano e il Comune di Castiglion Fiorentino curata del Professor Paolo Torriti con la collaborazione della Dottoressa Margherita Scarpellini. L’esimio studioso espresse parole di alto apprezzamento per le opere castiglionesi esposte in quelle antiche sale. Sostò a lungo davanti al Busto Reliquiario di Sant’Orsola, al “San Francesco che riceve le stigmate” di Bartolomeo della Gatta ed ebbe quasi un moto di meraviglia quando posò lo sguardo sulla Tonacella di Petreto. Rimase così affascinato da scrivere un’importante recensione su un quotidiano nazionale, oggi con i social avrebbe registrato un botto di like. Fu in quell’ occasione che dalla sua bocca uscì la famosa frase, ormai diventata proverbiale che «certe opere non avrebbero sfigurato tra le pareti del Louvre». Un riconoscimento per il nostro glorioso passato e un’esortazione a metterlo sempre al centro delle nostre politiche culturali”.

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