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lunedì | 28-04-2025

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Giacomelli, il paesaggio nel segno di Burri, Macrì: “Contemporaneo che apre alla tradizione” Ar24Tv

Fabio Migliorati, curatore della Mostra insieme ad Alessandro Sarteanesi: “La mostra del fotografo Mario Giacomelli ospita anche un’opera di Burri, la più piccola che il grande pittore abbia mai realizzato. Dimostrazione di cooperazione tra i due artisti: già alla fine degli anni ’50 e inizio ’60 la sensibilità del fotografo coglieva quella del pittore. Giacomelli aveva già compreso la caratura di Burri e del personaggio. In mostra ci sono foto dal ’60 all”80, esemplificative del rapporto tra materia e grafia. I segni della terra, quelli che Burri sapeva realizzare in pittura, sono rappresentati nelle foto di Giacomelli, che arrivò a chiedere ai contadini di arare i campi in un certo modo. Lo storico Quintavalle ha parlato di “Land art” in anticipo, prerogative che Burri aveva già sperimentato”.

https://www.youtube.com/watch?v=1maFIEwIh4c

Il progetto espositivo è organizzato tramite Arezzo Ars Nova, Associazione Culturale che dal 2016 tratta i linguaggi creativi contemporanei in Toscana, e dalla casa editrice Magonza, con base ad Arezzo (www.magonzaeditore.it). La mostra gode del Patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Arezzo, ed è realizzata con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Banca Cambiano, Do.Gi solettificio. Mario Giacomelli – Il paesaggio informale nel segno di Burri – aperta al pubblico fino al 17 novembre 2019 – ricostruisce la vicenda dell’amicizia tra Mario Giacomelli e Alberto Burri, nata grazie all’intellettuale Nemo Sarteanesi, che li fece incontrare nel 1968.

Una serie di scatti donati dal fotografo a Sarteanesi e ad Alberto Burri si affianca dunque alla più piccola opera realizzata dal pittore (“Senza titolo”, 1951), lasciando emergere, tra i diversi lavori, una vicinanza anche formale. Mario Giacomelli, presente in mostra con opere tratte dai cicli “Presa di coscienza sulla natura”, “Storie di terra”, “Motivo suggerito dal taglio dell’albero”, individua i volti, i riflessi, la tragicità stessa dell’esperienza terrena. Come nelle parole di A. Quintavalle, l’artista

«non legge le sue Marche o l’Appennino centro-italiano come un paesaggio da cartolina; tutto si trasforma invece nel progetto di una ricerca, di un’arte che ripensa un territorio. Insomma una diversa idea, una “land art” che penetra nel profondo della storia, legata a un diverso senso della materia e della sua durata. I grandi paesaggi di Giacomelli sono densi di paura, di un senso di morte durissimo, come in molti quadri di Burri».

In collaborazione con l’Archivio Giacomelli, sarà prodotto un catalogo Magonza editore, che raccoglierà le ricerche dagli archivi Sarteanesi e Giacomelli.
Mario Giacomelli. Il paesaggio informale nel segno di Burri è realizzata grazie ai prestito della Collezione Sarteanesi per le fotografe di Mario Giacomelli e della Collezione privata Luigi Amadei (Galleria delle Arti – Città di Castello) per l’opera di Alberto Burri.

La mostra è stata presentata sabato 12 ottobre alle ore 18,30 da Fabio Migliorati e Pasquale Giuseppe Macrì.
Sede mostra: Palazzo della Provincia, Atrio d’onore – Arezzo, entrata libera >
giovedì e venerdì: 15.00 – 19.00 / sabato e domenica: 11.00 – 13.00 e 16.00 – 19.00.

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