“Immoto andare” a Monte San Savino. Migliorati: “Percorso raro di artisti celebri” Ar24Tv
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La mostra, affidata alla BRA.MO Srls, è gestita dalla Azienda Speciale Monteservizi e si avvale del patrocinio di Regione Toscana e Provincia di Arezzo, con il sostegno di Fonte dei Medici- Santa Fiora s.p.a, Lapi chimici e Cosmos edilizia.
La mostra, che prende il nome da una citazione dell’Arsenio di Eugenio Montale, intende così trattare, evidenziare e padroneggiare la “questione” tutta italiana del linguaggio artistico moderno che diviene contemporaneo. E lo fa attraverso filoni di esempio, scelti e ragionati dal curatore, presi dal lavoro dei 40 artisti in mostra.
«Le opere sono l’esercizio dell’esperienza di ogni artista – scrive il curatore Fabio Migliorati nel catalogo della mostra – potranno sembrare ‘scorci di senso’ che stupiscono e meravigliano, ma sono strumenti di vita, storie nella storia. E susciteranno ricordi ignoti e sogni inattesi, modi e moti della coscienza che fanno crescere e, forse, rendono migliori».
Saranno esposte le opere di alcuni tra i più significativi autori italiani del periodo come Vincenzo Agnetti, Getulio Alviani, Franco Angeli, Rodolfo Aricò, Lidia Bachis, Gianfranco Baruchello, Vanessa Beecroft, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Valentino Carrai, Loris Cecchini, Mario Ceroli, Giuseppe Chiari, Nicola De Maria, Massimo Festi, Salvatore Fiume, Paolo Icaro, Jannis Kounellis, Leoncillo, Klaus Karl Mehrkens, Sante Monachesi, Giulio Paolini, Pino Pinelli, Piero Pizzi Cannella, Fabrizio Plessi, Luisa Rabbia, Carol Rama, Elena Rede, Ugo Riva, Emilio Scanavino, Mario Schifano, Giuseppe Spagnulo, Ettore Spalletti, Ernesto Treccani, Luca Trevisani, Giuseppe Uncini, Giuliano Vangi e Fabio Viale.
«Con la mostra “Immoto andare. La coscienza dell’immagine nell’Italia postmoderna”, curata con acribia da Fabio Migliorati, ci auguriamo un risveglio ed una rinascita al fine di rendere Monte San Savino luogo di esperienze culturali stimolanti, di dialogo, di conoscenza – dichiara il sindaco di Monte San Savino Margherita Scarpellini – Questo evento sia spinta al confronto per creare, sperimentare e rigenerare. Le numerose opere di noti artisti della seconda metà del Novecento, esposte proprio nella città del Sansovino, possano rappresentare un percorso ideale di linguaggi creativi mai interrotto, di un riscoprire antiche tradizioni di Bellezza rimaste sopite nella filigrana del tessuto sociale, senza mai essere state dimenticate ed abbandonate. Spero che Monte San Savino riviva momenti di vitalità culturale come al tempo del cardinale Antonio Ciocchi del Monte e dei suoi nipoti Baldovino e papa Giulio III».