La scomparsa Rocca di Lucignano. Nel 1556 un’esplosione provocò la morte di 30 persone e tanta distruzione
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Così come accadde anche ad altri castelli, quando nel XIII-XIV secolo fu edificata una seconda cerchia esterna all’antico “castrum”, quest’ultimo non fu demolito, ma fortificato e utilizzato come ridotto in caso di assedio. La terminologia di questa fortificazione interna fu quella di Cassero o Rocca.
A Lucignano è ancora ben visibile la Rocca occidentale o Casseretto, addossata alle mura a ridosso della Porta San Giusto. Ma fino alla metà del XVI secolo Lucignano aveva anche un’altra Rocca, ben più forte e possente, adesso scomparsa e in parte sostituita dall’attuale Collegiata.
La Rocca di Lucignano, quella sommitale, non sappiamo quando fu costruita. Probabilmente nei primi decenni del XIV secolo. Infatti, dai Capitoli di sottomissione di Lucignano a Siena, stipulati il 24 aprile 1290 in seguito alla resa del 23 giugno 1289 che seguì la rovinosa sconfitta di Arezzo a Campaldino, si legge che i Lucignanesi si impegnarono a “defendere et in bono statu tenere seu retinere totum castrum de Lucignano cum omnibus suis fortilitiis murorum et aliorum munimentorum” nonché a “non rumpere castrum ubi fieri debet Cassarum” prima che vi fossero stati raccolti i materiali necessari alla costruzione di quest’ultimo. Per questo il comune senese prometteva e si impegnava ad acquisire a sue spese piazzole, case ed edifici situati nell’area dove doveva essere costruito il Cassero: “plateas, domos et edifitia que sint in castro de Lucignano super quibus fiet cassarum supradictum”. Appare chiaro come l’antico cassero lucignanese venisse collocato a ridosso della cortina muraria del castello, che la stessa doveva essere in parte demolita per accogliere il fortilizio e che questo prendeva il posto di case, “platee” ed edifici. Ma dobbiamo considerare – cosa che non sempre è stata fatta – che siamo nel 1289 e quindi la cerchia delle mura del Castrum di Lucignano non era quella che vediamo oggi, ma l’altra più interna, oggi segnata dalle vie ad anello che girano intorno alla collina della Collegiata e del Comune. Quindi, la Rocca che il Comune di Siena voleva costruire era limitrofa alle antiche mura castrali.
Lucignano rimase sotto Siena fino al 1314 almeno. Ma non sappiamo se la Rocca fu costruita in questi 25 anni di dominazione senese.
Dopo un fallito tentativo del Vescovo aretino Guido Tarlati di prendere Lucignano nel 1315, nel 1316, a seguito di un accordo fra senesi ed aretini, fu convenuta la restituzione del castello di Lucignano ad Arezzo. Gli aretini distrussero le mura di Lucignano e poi le ricostruirono: “disfatte le mura che v’erano lo riponemmo di nuovo”.
Nel 1337 Lucignano passò sotto Perugia e una decina di anni dopo già esisteva un fortilizio o Rocca al suo interno. Chi lo costruì?![](https://www.arezzo24.net/wp-content/uploads/news/2021/11/1636878122_Lucignano_5.jpg)
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Cattedrale di Arezzo. Cenotafio del Vescovo Guido Tarlati (1330). Formella che ritrae la sottomissione di Lucignano. All’interno delle mura si nota una torre: la Rocca?
Nel 1353 fu Firenze ad impossessarsi di Lucignano. Nel 1370 fu di nuovo la volta di Siena.
All’anno 1371 il cronista senese Donato di Neri scrive: “le mura di Lucignano di Valdichiana le féro el comuno di Siena che non v’era mura e fu operaio Andrea di Ghino Saracini, e scontoronsi i denari nelle tasse de’ comuni d’intorno. Lucignano in Valdichiana, comuno e omini, riformaro la detta terra a onore e stato del comuno di Siena; andovi Galgano di Guccio Bichi con più cittadini Sanesi con grandissima concordia d’essi Lucignanesi”.
Con la caduta di Arezzo sotto Firenze (1384), furono i fiorentini a pretendere che Siena cedesse loro Lucignano, in quanto castello nel comitato aretino. Ne nacque una lunga vertenza che terminò con un “lodo” fatto pronunciare nel 1386 dal Comune di Bologna e che stabilì il diritto di Arezzo su Lucignano e quindi l’obbligo di Siena a riconsegnarlo.
Lucignano passò sotto Firenze, ma nel 1390 fu di nuovo conquistato dai senesi e il 4 giugno, vennero firmati i nuovi Capitoli fra Siena e Lucignano.
In questi Capitoli c’è esplicitamente scritto che al comune di Siena era permesso “far edificare e costruire nel detto Castello e Terra di Lucignano nel luogo e dove vorrà un Cassero o Rocca a spese del Comune di Siena. Nessuna casa o parte di muro dovrà essere demolita per edificare al cassero prima che siano preparati i materiali necessari alla costruzione”. “Il Comune e gli Uomini di Lucignano concederanno gli orti situati dove sarà costruito il Cassero con i suoi fossi, chiusure e munizioni”.
Nei tre anni successivi l’Operaio (colui che curava l’opera per il Comune di Siena) Bartolo Di Bartolo spese bel 6.825 fiorini per edificare il nuovo Cassero o Rocca. Una cifra importante, se consideriamo che con 8.000 fiorini Siena aveva acquistato e restaurato i Casseri e i castelli di Monte S. Savino, Gargonza, Palazzuolo.
È probabile, visto che si parla di orti e fossati, che qui si tratti della piccola fortificazione (casseretto) munita di alta torre e torricella, posta a controllo della porta di accesso verso Siena e della strada per Arezzo. Al di sopra del piccolo accesso esterno al Casseretto di Lucignano, sotto ad un tardo stemma mediceo, ed ai più antichi stemmi del Comune (Balzana) e del Popolo (Leone rampante) di Siena, c’è anche un altro stemma con tre fasce a rilievo su quattro incassate; sotto appare la seguente iscrizione: + M CCC LXXXXIIII BARTALO DI S(ER) FRANCIESCHO BARTALI OPRAIO DE SANIS.
La possente Rocca di Lucignano, che già esisteva nel 1348, fu rinforzata e potenziata. Essa era ben visibile anche da lontano e appare evidente sia nell’affresco che il Vasari dedicò alla Battaglia di Scannagallo (1554) che in altre pitture coeve.
Oggi la Rocca non c’è più. Il 31 maggio 1556 “scoppiato un temporale, cadde un fulmine nella fortezza prossima alla chiesa. Conservandosi in quella rocca le munizioni e polveri da guerra le quali incendiate levarono in aria la rocca, recando la morte a circa 30 persone”. Saltarono 3.000 libbre di polvere da sparo e si portarono via oltre alla Rocca 300 palle da cannone, un numero imprecisato di archibugi, le vettovaglie. Le pietre, scagliate a grande distanza, rovinarono parecchie case e due chiese. Anche il Commissario fiorentino Aldobrandini rimase ferito.
Oramai, della Rocca non se ne poteva farne uso. Scrisse un funzionario del Granduca: “tutta la ROCCA che il fulgore ha rovinato non val niente né se ne può fare conto alcuno, imperciò ci pare necessario servirci di quella DA BASSO per ora, facendoli un rivellino alla porta dentro”.
Mutati i tempi, il Comune di Lucignano richiese parte dell’area dell’antica Rocca per costruire la nuova chiesa di San Michele. Il disegno della Collegiata non fu fatto fare ad Orazio Porta – come si legge dappertutto – ma all’architetto e ingegnere fiorentino Gherardo Mechini.
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