Acli e Mcl al fianco della Cisl contro l’aumento dell’Irpef
AREZZO – I problemi della sanità non si risolvono con l’aumento delle tasse. Acli di Arezzo e Mcl di Arezzo, condividendo la recente posizione espressa dalla Cisl di Arezzo attraverso la segretaria provinciale Silvia Russo, esprimono perplessità sulla scelta della giunta della Regione Toscana di portare al livello massimo consentito dalla legge il prelievo dell’addizionale Irpef con la finalità di coprire i conti in rosso del Servizio Sanitario.
Queste realtà evidenziano l’urgenza di rivedere il modello organizzativo e territoriale della stessa sanità con l’obiettivo di efficientare il sistema e di razionalizzare le spese, evitando così un ulteriore aggravio nelle tasse dei contribuenti. «La qualità del servizio sanitario – spiega Luigi Scatizzi, presidente provinciale delle Acli, – è una garanzia da mantenere e rafforzare, ma i costi per questo obiettivo non possono sempre e solo essere scaricati sul contribuente. Prima di individuare nell’incremento della tassazione lo strumento per ripianare i costi, dunque, è necessario effettuare un’approfondita riflessione sul modello operativo».
La comune riflessione evidenzia come l’attuale modello sanitario con la suddivisione in tre grandi Aree Vaste abbia dimostrato evidenti malfunzionamenti, innalzato i costi, sottratto risorse ai territori e creato ulteriore burocrazia a causa dell’allontanamento dei centri decisionali. Due aspetti evidenti del problema sono rappresentati dai tagli ai presidi ospedalieri e dalle lunghe liste di attesa che costringono spesso i cittadini a ricorrere alla sanità privata per garantire un’adeguata ed effettiva prevenzione. «La scelta dei modelli va periodicamente verificata – aggiunge Maurizio Pagliai, presidente provinciale dell’Mcl, – e, se necessario, va modificata o ripensata. L’ostinazione e la perseveranza nell’errore, specie se ideologica, non fa altro che incrementare l’accumulo del debito e il peggioramento dei servizi offerti a discapito dei cittadini».
La richiesta alla Regione Toscana è di percorrere altre strade e di ricorrere all’incremento dell’addizionale Irpef solo come ultima istanza. La priorità è di dar vita a un percorso volto a rivedere l’attuale modello delle Aree Vaste per superare storture burocratiche e forti squilibri tra personale sanitario e personale amministrativo, procedendo poi a una razionalizzazione dei presidi territoriali attraverso una chiara visione strategica che non sia guidata esclusivamente dalla ricerca del risparmio finanziario. «Avanziamo l’esigenza di un confronto con le parti sociali e le istituzioni – concludono Scatizzi e Pagliai, – per valutare compiutamente le necessità di rimodellamento del sistema sanitario in modo da essere più in sintonia con le esigenze dei cittadini e dei territori, e non funzionale solo agli interessi corporativi che il sistema ha generato. Nell’attesa di queste analisi e di questi doverosi confronti, dunque, chiediamo che la decisione di incrementare l’Irpef venga quanto meno sospesa».