Anpi Arezzo condanna intervento russo e riflette su “false analogie storiche”
“L’ANPI di Arezzo condanna l’inaccettabile intervento militare russo e invita alla mobilitazione per la cessazione immediata del conflitto in Ucraina e la ricerca di una soluzione di pace.
L’ANPI di Arezzo rifiuta la logica bellicistica e imperialista che ha riportato la guerra nel cuore dell’ Europa.
L’ANPI di Arezzo condanna l’invasione russa dell’Ucraina e l’espansionismo della NATO che ha deliberatamente prodotto un’escalation irresponsabile alimentando il nazionalismo ucraino contro le Repubbliche del Donbass.
L’ANPI di Arezzo è contro la guerra, senza se e senza ma. Lo eravamo quando la NATO bombardava la Serbia per imporre l’indipendenza del Kossovo e lo siamo oggi che la Russia invade l’Ucraina in nome dei diritti delle popolazioni russe del Donbass.
Il conflitto tra il revanscismo di Putin e gli interessi del capitalismo occidentale rischia di precipitarci in una guerra di dimensioni mai viste e dalle conseguenze inimmaginabili.
L’ Italia deve innanzitutto rifiutare qualsiasi coinvolgimento e recuperare il ruolo di pace e di ripudio della guerra della nostra Costituzione.
Bisogna immediatamente fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia e del diritto internazionale.
L’unica via della pace è quella della sicurezza comune riprendendo le negoziazione sulla base degli accordi di Minsk.
Questa aggressione e la tensione scatenata avrebbe potuto essere evitata se si fosse deciso di costruire una Sicurezza Continentale Integrata come approvata nel 1990 nella cosiddetta “ Carta di Parigi “dalla CSCE (oggi OSCE).
Purtroppo dal 1991 l’ Europa invece di dichiarare conclusa l’ esperienza dei blocchi militari e proporre una nuova democrazia multipolare ha continuato a condividere l’ esistenza della NATO in nome dell’Atlantismo di cui l’Europa è la prima vittima.
Continuiamo a sperare che non sia troppo tardi per cambiare strada e recuperare per l’Europa un ruolo da protagonista non allineato.
Putin deve fermare il suo attacco, l’Italia e i Paesi europei devono assumere l’impegno – anche senza Usa – di dire no all’allargamento dell’alleanza atlantica all’Ucraina come base per una trattativa autentica.
Chiediamo al Governo Italiano di rivedere la linea della porta aperta NATO all’Ucraina e l’invio di proprie truppe nei Paesi confinanti.
Esprimiamo altresì perplessità e preoccupazione per le dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, che ha prefigurato l’allargamento della NATO anche ai Paesi scandinavi.
Mobilitiamoci per la pace e la ripresa del dialogo.
Mobilitiamoci per chiedere al governo italiano di agire nel rispetto dell’articolo 11 della Costituzione e all’Unione Europea di assumere un’iniziativa di pace autonoma.
Facciamo appello a un immediato cessate il fuoco e per una ripresa del negoziato che ascolti le ragioni di tutti gli attori, scongiurando una escalation dagli esiti imprevedibili.
I popoli dell’Europa costringano i governi a scegliere la via della pace e del disarmo. Siano al fianco delle voci che in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra e i nazionalismi”.
A margine di tale dichiarazione, la Sezione di Arezzo dell’ANPI desidera esprimere “disaccordo e riprovazione verso coloro che hanno ritenuto, nei giorni e nelle settimane scorse, di paragonare la mobilitazione di uomini armati e mercenari che, da vari paesi europei e non, hanno deciso di andare a combattere in Ucraina contro l’esercito russo, con le Brigate Internazionali che, negli anni ‘30 del secolo scorso, accorsero in Spagna per per appoggiare l’esercito della seconda repubblica spagnola e combattere le forze nazionaliste golpiste comandate dal generale Francisco Franco nella guerra civile spagnola. Tale paragone ci appare oltremodo fuori luogo.
Si può discutere sul paragone Putin – Mussolini, Hitler, Francisco Franco, al di là della propaganda, dal punto di vista storico. Si tratta della stessa ideologia? Il Nazismo è davvero riconducibile all’ideologia espansionista russa? E gli ideali che ispirano i volontari odierni sono gli stessi che spinsero migliaia di persone del popolo a difendere la democrazia spagnola?
L’Ucraina di oggi, con un governo ultranazionalista e filonazista è riconducibile alla Spagna repubblicana del 1936?
Ma guardiamo, nella realtà, le divise dei soldati mercenari e presunti volontari che arrivano a combattere in Ucraina: hanno armi e attrezzature americane, si autodefiniscono “volontari della Legione Internazionale.”
Si tratta, infatti, nella maggior parte dei casi, di militari americani o ex militari o contractors (cioè pagati per combattere).
Le brigate di volontari internazionali del 1936 furono, invece, pura e disinteressata espressione del popolo, uomini e donne, in abiti civili, impreparati alla guerra, ma decisi a combattere Franchismo, Fascismo, Nazismo, in nome di grandi ideali. Infatti nessuno li aiutò e li sostenne: né la Francia, né l’Inghilterra, né gli altri paesi europei o nord americani. Differenze enormi incolmabili, rispetto ai legionari odierni.
“LEGIONARI”: un nome che richiama l’impero romano, scelto non a caso (anche Mussolini e Hitler amavano chiamare legioni i propri eserciti). I legionari sono indotti dai governi (la Gran Bretagna di Boris Johnson in primo luogo, ma anche USA, Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia), che stanno esercitando pressioni su ex militari affinché vadano “volontari” in Ucraina.
Questo non accadde per le Brigate volontarie internazionali. Anzi, fu un moto popolare spontaneo e di ampia portata.
Si tratta, in sostanza, di una analogia storica falsa e mistificante, che pretende di mettere sullo stesso piano due realtà incomparabili.
Tra il 1936 e il ’37, a difesa del governo repubblicano, arrivarono in Spagna migliaia di volontari provenienti da varie nazioni. I volontari delle brigate Internazionali, provenienti da 52 paesi dei cinque continenti, furono circa 40.000 e circa la metà morì in combattimento, fu dispersa o ferita (i caduti furono 9934 mentre 7686 furono feriti gravemente). Altri 5.000 uomini combatterono in unità dell’esercito repubblicano e almeno altri 20.000 lavorarono nei servizi sanitari o ausiliari. I primi contingenti, furono organizzati dalla Terza Internazionale, entrarono clandestinamente in Spagna attraverso la frontiera francese nell’ottobre 1936 e, dopo aver ricevuto un sommario addestramento ad Albacete, raggiunsero Madrid, assediata dai nazionalisti.
Quello che sta accadendo in Ucraina non è comparabile né per numero di persone, né per numero di nazionalità, né per numero di continenti rappresentati.
Le immagini parlano: guardate le foto degli odierni legionari e quelle degli uomini e delle donne delle Brigate: tipi umani opposti”.