“Architettura di parole”, al via la seconda edizione del concorso di scrittura
È stato presentato questa mattina il concorso nazionale di scrittura “Architettura di parole 2020“. L’annuncio della seconda edizione è stata l’occasione per consegnare ufficialmente le opere selezionate durante la prima edizione 2019 all’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano.
L’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Arezzo ha infatti raccolto in un volume le dieci opere selezionate – tra cui le tre premiate – che verranno conservate presso l’Archivio, così come previsto dal bando. Adesso prende il via la seconda edizione.
“Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Arezzo“, ha spiegato il presidente Antonella Giorgeschi, “visto l’interesse ed il successo ottenuto dalla prima edizione del concorso nazionale di scrittura ‘Architettura di parole’ ha già programmato la seconda edizione con l’auspicio che il concorso possa continuare ad essere un’occasione culturale nella convinzione che la scrittura rappresenti il mezzo per costruire un interesse nei confronti dell’architettura portando anche i non addetti ai lavori a guardarla, analizzarla e raccontarla attraverso le loro percezioni, sensazioni e sentimenti, magari con senso critico scevro da preconcetti accademico e tecnicistici“.
La prima edizione ha visto esaminare ben 66 opere provenienti da tutta Italia e la giuria ha indicato vincitrice Gioia Giusti con l’opera “Urban biology“; seconda “L’arte di far vivere gli uomini” di Chiara Piacentini e terza Simona Gassi con “Il ricordo è la chiave“. L’ultimo atto con il quale gli architetti archiviano la prima edizione lanciando la seconda, realizzata sempre con il patrocinio del CNAPPC e della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano.
La direttrice organizzativa della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale, Natalia Cangi ha dichiarato: “‘Architettura di parole’ è un progetto che abbiamo messo insieme all’Ordine degli Architetti che ci ha donato un titolo perfetto per riassumere le due componenti del concorso: l’architettura e le parole. Un concorso che non si rivolge solo agli architetti ma a tutti. Un concorso che ci vede coerentemente coinvolti per quella che è la nostra missione. L’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano accoglie la scrittura di tutti. Il nostro archivio è già popolato di architetti ed è un autentico archivio di parole. Adesso l’archivio si arricchisce di dieci opere: ognuna delle quali restituisce un tassello a sé. Queste storie ci rimandano alla memoria di un edificio o di un evento. D’ora in avanti ci sarà nel nostro archivio la sezione ‘architettura di parole’. Un plauso va anche agli architetti della commissione di lettura che hanno fatto un lavoro puntuale“.