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giovedì | 12-12-2024

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Arezzo, via Federico Luzzi

Arezzo ricorda Federico Luzzi con l’intitolazione al “Tennista Aretino” prematuramente scomparso, nel 2008 a 28 anni, della traversa di viale Santa Margherita distante pochi metri da porta San Clemente e dunque prossima, significativamente, anche al circolo frequentato dal giovane atleta. Per chi proviene da fuori città, è il tratto destinato a transito e parcheggio pubblico in destra rispetto all’ingresso della cinta muraria.

La novità toponomastica fa seguito a un atto d’indirizzo approvato dal Consiglio Comunale all’unanimità il 17 dicembre 2019. Il dispositivo, che durante la seduta venne illustrato dalla consigliera comunale Meri Stella Cornacchini, presente alla cerimonia in veste ufficiale a testimonianza di quel passaggio deliberativo, ripercorreva la carriera di “Chicco” e l’attività della fondazione che porta il suo nome, affermatasi come una delle realtà territoriali più significative nel campo del sociale e della solidarietà.

Le motivazioni a suggello della scelta dell’amministrazione comunale riprendono entrambi questi spunti: Federico Luzzi ha dato tanto alla città in termini di notorietà sportiva mondiale e sta dando tanto, come memoria, per la ricerca finalizzata alla lotta contro la leucemia.

A svelare la targa c’erano anche l’assessore Francesca Lucherini, che ha ricordato il legame affettivo esistente da sempre tra la sua famiglia e quella di Federico, e i familiari di quest’ultimo: la madre Paola Cesaroni, il padre Maurizio Luzzi e la sorella Francesca Luzzi, con i genitori che hanno sottolineato entrambi come “il gran numero di persone intervenute dimostri ancora una volta quanto sia stabile e duraturo il ricordo di nostro figlio e ci restituisca forza per proseguire con il nostro impegno”. A proposito di impegno, è stata la sorella Francesca a ricordare che proprio grazie alla fondazione sono stati acquistati mobilio e materiale sanitario per il reparto di ematologia dell’ospedale, “per rendere meno faticosa per i degenti la permanenza in un reparto difficile”.

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