Associazione Autismo Arezzo, riparte il progetto “Didattica all’aria aperta”

Un mese di attività, tre giorni alla settimana, immersi nella natura e nelle attività di un’azienda agrituristica; questo è stato il progetto “Contadini speciali alla scoperta di sé“, che si è svolto dall’8 luglio all’8 agosto presso l’azienda Poggio alla Pellicciaia, in località Ruscello, ad Arezzo. Un progetto che ha fatto scuola e che si è rivelato positivo e apprezzato dai ragazzi, dalle famiglie e dagli stessi operatori.

{rwgallery}

L’iniziativa è nata dalla volontà dell’associazione Autismo Arezzo anche in considerazione delle conseguenze della pandemia di COVID-19, che ha costretto tutti i servizi legati ai disabili intellettivi, ma non solo, a ripensare le proprie attività. L’associazione ha coinvolto l’Azienda Usl Toscana sud est e in particolare il Distretto di Arezzo e il servizio Ufsmia, Coldiretti e la cooperativa Progetto 5, con l’obiettivo di creare una reale opportunità terapeutica, ma anche ludica e formativa per i ragazzi disabili – autistici e non – che nel periodo estivo possano vivere un’esperienza nuova in campagna. La scelta di attivare questo progetto in ambienti all’aria aperta, avviando attività anche nuove si è rivelata vincente e sicuramente una strada da percorrere anche in futuro.

Nelle giornate in azienda con l’osservazione e la partecipazione sono state anche individuate le potenzialità di ogni ragazzo, le sue passioni, i suoi talenti e la sua voglia di stare assieme. Le attività si sono svolte (e lo saranno anche in questa seconda fase) seguendo le indicazioni avute dal servizio della Salute Mentale della Sud Est, creando piccoli gruppi divisi per età, caratteristiche e interessi, e questo ha favorito l’apprendimento e il coinvolgimento. Proprio in conseguenza del grande successo e per venire incontro alle famiglie, in attesa del rientro a scuola è stata attivata una seconda parte del progetto, dal 26 agosto all’11 settembre. I ragazzi, che sono stati in tutto 20, hanno partecipato attivamente raggiungendo risultati anche inaspettati in termini di coinvolgimento, nonché emotivamente, ma anche su attività pratiche e di apprendimento.

Credo che con questa esperienza abbiamo aperto la strada ad un nuovo modo di fare terapia“, afferma il presidente di Autismo Arezzo Andrea Laurenzi, “e dobbiamo crederci anche in futuro. Il progetto non è stato semplicemente un’occasione di svago, ma una vera esperienza di vita. A nostro giudizio questa esperienza deve servire per porre le basi di un’attivazione stabile di queste modalità di lavoro anche in altri periodi dell’anno“.

“Sin dai primi confronti che sono intercorsi tra il sottoscritto e l’associazione Autismo Arezzo”, dichiara Evaristo Giglio, direttore del Distretto socio-sanitario di Arezzo, “ho subito compreso le grandi potenzialità del progetto sul piano del ‘fare’ e su quello delle relazioni. Condizioni entrambe che hanno ricadute rilevanti in termini di apprendimento e di riabilitazione. Ho perciò condiviso l’idea di garantire la supervisione delle fasi progettuali e delle attività da parte della Unità Funzionale Salute Mentale Infanzia e Adolescenza (Ufsmia), concordando questo impegno con il direttore della stessa, il Dott. Luciano Luccherino. La positiva esperienza già registrata, la gioia dei ragazzi e la soddisfazione dei loro familiari rappresentano i migliori indicatori della validità del progetto verso il quale, insieme ad Andrea Laurenzi, suo ideatore e grande sostenitore, esprimo i miei più fervidi auspici perché l’esperienza si consolidi e possa diventare un appuntamento ineludibile negli anni a venire”.

Oggi“, dice il direttore di Coldiretti Arezzo Raffaello Betti, “produrre in agricoltura non vuol dire soltanto portare il buon cibo sulle tavole degli italiani, ma rispondere a precise necessità della società in ambiti diversi. Grazie agli agricoltori si realizzano progetti che offrono servizi di qualità alle persone con percorsi di integrazione e formazione che definirei traiettorie di futuro. Nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona“.

Articoli correlati