Bullismo e cyberbullismo, Ferrara: “Dobbiamo creare cittadini digitali consapevoli” Ar24Tv

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“In questi giorni – dichiara Donella Mattesini, consigliera comunale Pd – ho partecipato con la mia ex collega Sen. Elena Ferrara, prima firmataria della Legge su Bullismo e Cyberbullismo, ad una serie di incontri, essendo la seconda firmataria della legge in quanto capogruppo PD della Commissione Bicamerale Infanzia ed Adolescenza del Senato.

“Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno”

Questo è ciò che scrive Carolina Picchio, giovane ragazzina di 14 anni, allegra, altruista, sportiva e sognatrice, che la notte tra il 4 ed il 5 gennaio 2013, si è suicidata gettandosi dalla finestra. Troppo grande l’umiliazione di vedersi in un video mentre, priva di coscienza, alcuni suoi coetanei giocavano con il suo corpo mimando atti sessuali.

Era novembre e Carolina, dopo aver mangiato una pizza con amici, si chiude in bagno, sta male, forse ha bevuto troppo e perde conoscenza. Un gruppo di ragazzi la prendono di mira e simulano atti sessuali, con insinuazioni e comportamenti sempre più espliciti. Quelle scene vengono riprese in un video con l’intento di screditarla. Lei, sempre sorridente, carismatica, si trova al centro di una attenzione morbosa e virale: prima lo scambio in chat tra i presenti, poi il salto sui social, con una profusione di insulti e commenti denigratori.

Troppo pesante leggere quegli insulti postati sui social che rilanciano quelle stesse immagini terribili. Al centro delle offese, migliaia di commenti di gente che nemmeno conosceva c’era lei. Proprio lei che neppure ricordava cosa fosse accaduto. Carolina crolla, e con lei si spegne la sua gioia di vivere. Però, prima, trova la forza di denunciare, di fare i nomi e di raccontare la sua storia in una lettera destinata a cambiare il rapporto tra Internet e gli adolescenti.

La storia terribile di Carolina, è stata alla base della nascita della L. n. 71 del 2017, di cui sono stata seconda firmataria, insieme alla promotrice Sen. Elena Ferrara, che era stata insegnante di Carolina. Una legge importante, che non è basata su atteggiamenti sanzionatori e non criminalizza il web. La 71 del 2017 ha al centro la prevenzione e la promozione culturale dell’uso corretto della rete, mettendo in primo piano la responsabilità individuale e collettiva dei minori ma anche degli adulti.

Al centro della legge c’è l’elemento educativo e quindi la scuola, ovvero il luogo nel quale si verificano oltre l’80% degli episodi di bullismo. In un passaggio essenziale la legge prevede la formazione del personale scolastico in stretta collaborazione con le famiglie e le Istituzioni locali. L’educazione all’uso consapevole della rete deve essere una attività permanente in ogni scuola.

La Legge prevede infatti un “Piano di azione integrato”, con la costituzione di un tavolo tecnico, composto a livello nazionale dai vari Ministeri interessati ed a livello locale dal Provveditorato e da tutti i soggetti Istituzionali e non, coinvolti nella cura della crescita dei minori.

La sfida importante insita nell’approccio culturale della legge, è l’attivazione di un processo educativo di cittadinanza, ovvero promuovere e sostenere la consapevolezza dell’esistenza inscindibile di diritti e responsabilità, nella convinzione che il rispetto che ognuno di noi pretende per sé stesso, è strettamente legato al rispetto che ognuno di noi deve all’altro/a.

Ancora oggi secondo i dati regionali, il 26,9% degli studenti è vittima di bullismo (il 21,5% in modo occasionale ed il 5,4% in modo sistematico).

I dati ARS (Agenzia Regionale di Sanità) ci dicono che nella ASL SUDEST:

A) il 15,6% di ragazzi e ragazze sono vittime di episodi di cyberbullismo

B) il 6,7% sono autori di bullismo e cyberbullismo.

Bulli non si nasce ma si diventa. La differenza la fa chi o cosa si incontra o non si incontra nella nostra vita. Ad ognuno di noi, a partire dalla famiglia, dalla scuola, dagli amici, la responsabilità di riconoscere e combattere il terribile tarlo del bullismo e cyberbullismo, promuovendo l’uso corretto della rete”.

 

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