Cena di beneficenza al Thevenin: il menù dei cavalieri fra storia, cultura e salute

Lucia Tanti, Vicesindaco di Arezzo, ha dichiarato: «Sempre più spesso la Fondazione Thevenin, accanto alla sua vocazione originaria, offre alla Città momenti di riflessione culturale e di scambio di idee. Ringrazio Sandro Sarri e il Prof Farnetani per averci regalato una serata di incontro e di saperi nel solco di una tradizione e di una esperienza straordinaria come quella dell’Ordine di Malta ancora oggi attivo e presente a fianco delle persone e della Città».

Il menù della cena è stato realizzato con i cibi usati a Malta per gli ospiti della Sacra Infermeria dei Cavalieri, una prima assoluta perché è frutto di un’importante ricerca di storia della medicina realizzata da Italo Farnetani, Professore universitario, e Cavaliere dell’ Ordine di Malta.

Il Professor Farnetani che prima dell’inizio della cena ha tenuto una conferenza, afferma: «La qualità del cibo distribuito negli ospedali giovanniti (l’attuale Ordine di Malta) era nutrizionalmente appropriato e garantiva la sicurezza alimentare. Già dal 1172, quando i Cavalieri erano ancora a Gerusalemme, era prescritto il pane bianco, il migliore, e la raccomandazione era importante perché dopo l’anno mille, con l’aumento della popolazione, si era avuto un incremento della produzione di cereali a scapito della qualità. A Rodi, ove i Cavalieri sbarcarono nel 1307, la pietanza quotidiana, oltre alla minestra, era la carne, ed era un privilegio perché la maggioranza della popolazione l’assumeva una o due volta l’anno. Trasferiti nel 1530 a Malta, nello Statuto del 1603 si prescrive un’alimentazione a base «di polli, galline, pane e vino». Questa direttiva è molto importante perché dimostra la cura nella scelta dei cibi, infatti le carni bianche, erano allora ritenute meno infiammatorie delle rosse, inoltre polli e galline erano gli animali più sicuri dal punto di vista infettivo, e garantiva la presenza di prodotti sempre freschi, in un’epoca in cui il sale era la principale forma di conservazione degli alimenti. Una tale indicazione rappresenta anche un’ importante scoperta per la storia della scienza e della  medicina. – continua Italo Farnetani  – C’è da chiedersi perché vengano esclusi carne, latte e formaggio di capra, che era il principale animale dell’isola nonostante che anche oggi vengono scelti come prodotti di alto valore nutrizionale?  La risposta è semplice: i cavalieri avevano notato che carne e latticini di capra, potevano determinare disturbi anche seri nelle persone perciò non andavano usati: i pazienti presentavano la febbre maltese, oggi chiamata brucellosi. Con questa scoperta si rivoluziona la storia e lo studio di questa malattia perché si anticipa di tre secoli la data della sua comparsa che si ritiene essere stata identificata per la prima volta nel 1861. Non deve stupire – conclude Farnetani – la raccomandazione del vino che allora era un presidio sanitario, in quanto prodotto energetico e curativo perché di alto contenuto calorico».

«Consegnando il cibo ai malati – afferma Claudio Peruzzi, volontario dell’Ordine di Malta – veniva detto loro: Pace a voi e salute:abbiamo voluto e rinnovare l’augurio –  offrendo all’inizio della cena le uova benedette dal nostro Cappellano, Mons. Giovacchino Dallara».

Conclude Sandro Sarri, Presidente della Fondazione Casa Thevenin: «Voglio ringraziare dapprima l’Ordine di Malta, e il suo Responsabile della Sezione aretina, Giuseppe Vescovo, poi il mio grazie va a tutti i volontari che si sono prodigati per questa iniziativa, al Professor Italo Farnetani, uomo sapiente e amico del Thevenin, che ha svolto questa ricerca, infine un immenso ringraziamento agli aretini che come sempre hanno risposto presente a questi momenti che terminano con una raccolta fondi in favore di Casa Thevenin»

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