Cronache da un campo estivo: imparare divertendosi ai tempi del Covid – Foto

Sempre all’aperto per fare amicizia con la natura e gli altri bambini. È stata questa l’idea guida di “Naturalmente estate“, uno dei tanti campi estivi organizzati quest’anno in provincia di Arezzo. Il Centro Belfiore si trova in località Il Santo, un grappolo di case in collina sopra Capolona. Lì Giulia Rinaldini gestisce il suo maneggio, alleva Border Collie e si dedica all’apicoltura. Nel resto del tempo lavora a Spazio Tre, un’associazione di promozione sociale fondata da Laura Cannoni. Con “Naturalmente estate” la loro collaborazione si è evoluta in un progetto educativo di successo, all’insegna di un apprendimento divertente e responsabile.
Cani, api e cavalli: imparare facendo
Per otto settimane una ventina di bambini e ragazzi fra i tre e i 15 anni ha superato il controllo all’area di triage allestita all’esterno del maneggio. Misurata la temperatura sia a loro che agli accompagnatori adulti, solo i più piccoli accedevano all’interno. “Abbiamo sanificato tutto fra un’attività e l’altra“, spiega Giulia. “I bambini venivano suddivisi in gruppi; ciascuno aveva il suo materiale, che non veniva mischiato con quello degli altri“. Procedure osservate giorno dopo giorno da metà giugno a fine luglio, mattinate intere di attività svolte completamente all’aperto.
“Abbiamo puntato a trasmettere conoscenze che riteniamo fondamentali per la quotidianità di ogni bambino, ma che spesso non vengono affrontate in ambienti educativi“: Giulia introduce così un’offerta di intrattenimento e formazione ricchissima. Dall’orientering – l’orientamento in un contesto naturale – alla ginnastica coi cani, passando per sessioni di equitazione e di ballo, passeggiate nel bosco, laboratori di disegno e pet therapy, fino alla realizzazione di un erbario e a lezioni di teoria sul mondo di cavalli e api. “Tutte attività che sicuramente vanno di moda“, commenta Laura, “noi però abbiamo innovato creando un’offerta di ripresa della socialità unita a tutta una serie di nozioni ambientali e zoologiche. Le attività sono state molto pratiche e gestite non solo da educatori, ma da una guida ambientale, una guida equestre, un’educatrice cinofila“.
Dopo il lockdown: qualche strascico
Equitazione, allevamento amatoriale di Border Collie e apicoltura sono le tre direttrici principali di lavoro al Centro Belfiore. “Laura e io abbiamo cercato di unire le nostre realtà, entrambe giovani, per valorizzarne i punti di forza“, precisa Giulia. “L’ambiente aperto, i cani, i cavalli, la natura con la competenza di creare un progetto ad hoc, in totale sicurezza, per i bambini che venivano da mesi passati in casa“.
Laura ha trovato i suoi piccoli utenti un po’ cambiati: “Non tutti, magari dipende anche da come hanno vissuto il periodo dell’emergenza sanitaria e dalla struttura della loro casa, con o senza giardino per esempio. Abbiamo prestato molta attenzione al lato psicologico: l’avvicinamento, i primi contatti con gli altri, la paura di togliersi o il fastidio di tenere la mascherina. Abbiamo cercato di far affrontare loro questi passaggi con dei giochi. All’inizio erano un po’ diffidenti, abituati com’erano a stare solo con la mamma e il babbo, ma la maggior parte ha recuperato la normale socialità tipica dei bambini. Il contatto fisico è la prima cosa che cercano. Per il resto seguivano benissimo le regole: il lavaggio delle mani, la sanificazione. Si vedeva che avevano proprio la voglia di tornare a stare insieme”.
“Molti erano già ben impostati sull’utilizzo della mascherina e del gel. Li ho trovati molto metodici e diligenti, perché venivano da un lungo periodo in cui giustamente ci sono state trasmesse queste regole“, le fa eco Giulia.
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Ostacoli per adulti
Passando alle principali difficoltà di questa esperienza, Laura non ha dubbi: “Sicuramente la burocrazia, come credo per tutti. Poi abbiamo dovuto fare i conti con l’incertezza se i genitori avrebbero portato o no i loro figli a un campo estivo. Penso che ‘Naturalmente estate’ sia stata un’ottima cosa per piccoli e grandi, anche gli adulti hanno potuto riacquistare la possibilità di respirare. Crediamo che fare tutte le attività all’aperto nonostante il brutto tempo e la pioggia abbiano fatto la differenza oltre che sull’innovazione anche sulla sicurezza“.
Giulia scende più nello specifico: “Il momento più critico era la merenda. Per via dell’emergenza si doveva evitare il più possibile che i bambini toccassero le stesse cose. Ci siamo trovate in condizione di non poter dare loro nulla che non fosse assolutamente sigillato. È faticoso spiegarlo a un bambino. Per fargli capire che non potevamo stare vicini, dicevamo loro che eravamo come delle api. Dovevamo riuscire a volare tutte, ma se aprendo le braccia ci toccavamo non ci saremmo riuscite. Per quanto fossero già sensibilizzati sul COVID, quando sono insieme si dimenticano di tutto. Dove non eravamo in grado di gestire l’attività senza distanza, ovviamente mascherine, sempre”.
Campi estivi sold out, in arrivo il bis
A giugno e luglio l’iniziativa ha registrato il tutto esaurito. Un ottimo risultato che ha spinto le organizzatrici a mettere in calendario altre due settimane di lavoro, a partire dal 31 agosto, in concomitanza con il (possibile) rientro a scuola. “Proporremo le stesse attività. Aggiungeremo solo l’opportunità di un aiuto per terminare i compiti delle vacanze, ma non sarà qualcosa di obbligatorio. La parola d’ordine deve essere divertimento consapevole, pensato, modulato per imparare qualcosa, non il doposcuola forzato“, chiarisce Giulia.
“La soddisfazione più grande? Mi ha fatto molto piacere che tanti genitori mi abbiano ringraziata per aver trasmesso ai loro figli il piacere di stare fuori all’aria aperta. In un mondo che gira intorno al telefono, al tablet, alla televisione, non è scontato riuscire a suscitare nei bambini l’interesse di capire cos’hanno intorno, tanto da non vedere l’ora di tornare la mattina dopo a sporcarsi le ginocchia”.