Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

domenica | 22-12-2024

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Giornata nazionale delle vittime da Covid19

Da quando il 21 febbraio 2020 fu registrata la prima diagnosi di Covid19 nel nostro Paese – il famoso “paziente 1” – per giungere all’attualità, si è arrivati a sfiorare il numero di 189mila vittime (con precisione, 188.750 fino al 16 marzo 2023 u.s., giorno dell’ultimo rilevamento ufficiale, su dati del Ministero della Salute). E tutto questo solo in Italia.

Inutile andare oltre con i conteggi o fare classifiche di quale nazione in Europa e nel mondo sia stata più o meno colpita: in un modo o nell’altro, tutte lo sono state.

Così come da noi non c’è quasi famiglia che non abbia dovuto subire lutti o stati di malattia anche gravi e prolungati, con postumi talvolta invalidanti (gli effetti riconducibili al fenomeno del Long-Covid, per esempio, sono ormai da tempo comprovati da tutta la comunità scientifica).

Né abbiamo mai avuto bisogno di essere rassicurati a tutti i costi (chi ha dimenticato la vacuità di slogan come quel “andrà tutto bene!”?) o, al contrario, terrorizzati ad arte; bensì semmai soltanto resi più consapevoli e incoraggiati da un’informazione – almeno quella istituzionale – che invece non ha certo brillato per efficacia in tal senso…anzi! Ma tant’è.

Così dedicare un giorno alle vittime della Covid19 – quest’oggi 18 marzo – può diventare un modo simbolico sia di ricordare gli scomparsi sia di convincersi che, se per un verso non possiamo evitare i colpi che il destino o la natura ci riservano, possiamo tuttavia metterci del nostro nel come riusciamo a reagire. E che lo scopo non è quello di tornare ad andare avanti come prima, bensì di “progredire”; una faccenda completamente diversa.

In tal senso ci fa piacere in quanto Misericordia di Arezzo ricordare come abbiamo risposto noi, con i nostri innumerevoli servizi aggiuntivi dedicati (test sierologici, tamponi, distribuzione DPI, trasporti protetti, vaccini ecc) e mantenendo nel contempo quelli che facevamo prima: perché durante tutto il periodo Covid è stato ancor più gratificante del solito sentirci d’aiuto agli altri, alla nostra comunità aretina. Pur negli inevitabili sacrifici che ciò ha comportato, si è trattato per noi tutti di un autentico impulso alla vita, alla speranza.  

Ecco, se la simbologia di questa giornata è evocativa nella giusta maniera, magari anche termini ultimamente abusati, come “resilienza”, torneranno ad avere un significato più autentico.

E la preghiera che ciascuno di noi può oggi levare al Cielo per tutti i morti da Covid potrà raggiungerli meglio…ovunque si trovino.

(La foto – autore Francesco Cianchi – ritrae un momento reale, con due operatori della Misericordia di Arezzo in tenuta anti-contagio a bordo di ambulanza predisposta, mentre si prendono cura di una paziente Covid19)  

Articoli correlati