Giorno del Ricordo, le iniziative ad Arezzo e provincia

Il Giorno del Ricordo è una solennità civile nazionale italiana che si celebra il 10 febbraio di ogni anno. Istituito con la legge 30 marzo 2004 n. 92, il Giorno del Ricordo vuole conservare e rinnovare la memoria  degli “infoibati” e delle altre vittime delle persecuzioni, dei massacri e delle deportazioni occorse in Istria, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale durante l’ultima fase della seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi.

A Sansepolcro intitolazione ai Martiri delle Foibe dei giardini dell’autostazione

L’Amministrazione comunale di Sansepolcro ha deciso ha deciso di organizzare la cerimonia di intitolazione ai Martiri della Foibe l’area dei Giardini dell’Autostazione e parte di via Marconi.
La cerimonia di intitolazione si svolgerà alle ore 11.00 di sabato mattina 11 febbraio alla presenza alla presenza delle istituzioni civili e militari e delle rappresentanze politiche. Prenderanno parte il Coro Città di Piero Domenico Stella, diretto dal M° Paolo Fiorucci, oltre al M° Mirko Taschini de La Filarmonica dei Perseveranti, che impreziosiranno questo momento con la loro musica. Questo angolo della città, oltre ad essere un punto di ritrovo per cittadini e visitatori, vanta la presenza dell’ormai storico monumento dedicato ai Caduti di tutte le guerre e proprio qui, nei prossimi mesi, verrà inaugurato un nuovo monumento dedicato ai Bersaglieri. Un luogo simbolo quindi, in onore di coloro che hanno dato la vita per la loro patria, vittime di guerre e di soprusi, alle quali è doveroso rendere onore e ricordarle con gratitudine e rispetto.

A Castiglion Fiorentino una conferenza con il professor Gianni Oliva e la testimonianza diretta di Claudio Bronzin

“Giorno del Ricordo 2023: tra storia e memoria”. È questo il titolo dell’iniziativa che il Comune di Castiglion Fiorentino ha voluto dedicare al Giorno del Ricordo, la solenità civile nazionale con cui si commemorano i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Un incontro rivolto a tutta la cittadinanza che si terrà sabato 11 febbraio alle ore 10 nella Sala del Consiglio di Palazzo San Michele e che vedrà anche la partecipazione degli studenti e delle studentesse dell’Istituto superiore “Giovanni da Castiglione” di Castiglion Fiorentino. “Con questa iniziativa di incontro e confronto, vogliamo contribuire a rafforzare la cultura della memoria – spiega l’assessore alla Cultura, Massimiliano Lachi – approfondendo la tragedia delle foibe vissuta da molti italiani nel secondo dopoguerra e quel capitolo di storia relativo all’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati”. Moderata dal professor Alberto Mariotti, docente di storia e filosofia esperto in tematiche storiche e politiche relative all’Italia contemporanea, la conferenza vedrà al banco dei relatori il professor Gianni Oliva, importante storico e giornalista che, nel corso della sua carriera accademica e dirigenziale, ha dato alle stampe numerosi saggi di alto valore scientifico. Non mancheranno, inoltre, momenti di racconto e vita vissuta grazie alla presenza di Claudio Bronzin, esule da Pola a Firenze e testimone della terribile strage di Vergarolla avvenuta il 18 agosto 1946. “Affiancare all’autorevolezza della ricerca storica il potere comunicativo della testimonianza diretta – conclude Lachi – è un mezzo efficace per affrontare il passato e il concetto di memoria collettiva, soprattutto con le giovani generazioni, offrendo loro nuovi spunti di riflessione e chiavi di lettura”.

Sul palco del Teatro Comunale di Laterina gli studenti portano in scena “Storie quasi vere”

Venerdì 10 febbraio alle ore 21,15 sul palco del Teatro Comunale di Laterina gli studenti della classe IV fig. del Liceo Artistico Piero della Francesca di Arezzo e la loro docente Rosaria Cafiero portano in scena “Storie quasi vere”, un lavoro che nasce all’interno del progetto “Per la storia di un confine difficile. L’alto adriatico nel novecento” promosso dalla Regione Toscana in collaborazione con l’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. La professoressa Cafiero ci racconta come nasce e si realizza questo progetto: “Durante il corso di formazione dei docenti abbiamo effettuato la visita al campo profughi di Laterina, al campo di concentramento di Renicci, ad Anghiari, e ai rispettivi archivi storici relativi agli esuli istriani di Laterina e agli internati slavi di Anghiari. Sono rimasta molto impressionata dalla consultazione degli archivi: in quegli ordinatissimi faldoni ho visto sintetizzato, in sparuti foglietti riciclati e maldestramente scritti a macchina, il dramma – sempre contemporaneo- della reclusione. In quelle date di arrivo e di partenza, in quella richiesta di svincolo dalla cittadinanza jugoslava, in quelle diagnosi di “deperimento organico”, ho immaginato persone in carne ed ossa che soffrivano, che avevano nostalgia, che subivano ingiustizie. Quando ho raccontato questa esperienza ai miei studenti della classe 4FIG del Liceo artistico Piero della Francesca di Arezzo, abbiamo deciso di “adottare” idealmente queste persone, di accoglierle nei nostri pensieri e di restituire loro una dignità, storica e letteraria. Così siamo andati a Laterina e ad Anghiari, abbiamo scartabellato con grande rispetto negli archivi e in punta di piedi siamo entrati nelle vite di questa parte di umanità dolente. Abbiamo conosciuto tante storie, ricostruito percorsi geografici ed esistenziali, e da questi dati storici, oggettivi, abbiamo voluto “reinventare” nuove vite, immaginare come avrebbe potuto essere, prima o dopo l’esperienza del campo, l’esistenza di persone come noi. Nella memoria, che deve restare sempre accesa, del freddo pungente dei campi inumiditi dall’Arno e dal Tevere, abbiamo acceso una piccola luce e ci siamo ritrovati lì, proprio in quel punto in cui i nostri protagonisti hanno vissuto le loro storie”.

Subbiano, nella sala consiliare del Comune un collegamento con il convegno della Regione Toscana

L’Amministrazione Comunale di Subbiano ha scelto di aprire la Sala Consiliare a tutti i cittadini per dare la possibilità di partecipare in streaming  al convegno con la Regione Toscana dal titolo “La storia di un confine difficile. L’alto adriatico nel novecento” dove sono coinvolti i giovani delle scuole. Dalle ore 10 alle ore 13 nella Sala Consiliare del Comune si potranno seguire le relazioni su un grande schermo in questo luogo facilmente accessibile e senza barriere architettoniche, un modo per condividere insieme la storia e la conoscenza. Tra i vari interventi, quello di Claudio Vercelli, storico contemporaneista dell’Istituto di studi storici Salvemini di Torino, che spiegherà cosa significa parlare di “confine orientale”. Quello di Marino Micich, figlio di esuli,  Direttore della Società di Studi Fiumani e Archivio Museo storico di Fiume, che è tra i principali studiosi delle vicende della frontiera orientale italiana e sull’inserimento degli esuli istriani e dalmati nel tessuto sociale italiano. A introdurre saranno Alessandra Nardini, assessora all’istruzione e cultura della Memoria Regione Toscana  mentre a chiudere i lavori sarà il presidente Eugenio Giani. “E’ del 2004 la legge che riconosce il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo per conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo forzato dalle loro terre”, ricorda il Sindaco di Subbiano Ilaria Mattesini, ”nel nostro territorio non abbiamo conosciuto la crudeltà umana delle foibe, ma abbiamo conosciuto il dolore di chi dovette abbandonare la sua terra, un uomo accolto nel nostro paese, cordiale e generoso che è stato a lungo infermiere del nostro ospedale Boschi, Nereo Franceschini”, dichiara Ilaria Mattesini”, è nostro dovere non dimenticare per guardare ad un futuro condiviso tra generazioni ed etnie, per un futuro che porti democrazia e pace”. “La Giornata del Ricordo degli  eccidi delle foibe  e della deportazione istriana e giuliano -dalmata ci impone l’esigenza di far luce su una parte della storia del secolo scorso troppo a lungo sottaciuta e peraltro, nemmeno adesso, completamente sviscerata nella sua interezza, per la non completa analisi storica dei suoi antefatti e  per il prevalere della “cultura dell’oblio” figlia dell’immediato dopoguerra. “ ha commentato Paolo Domini assessore alla cultura” appare altrettanto forte l’esigenza di non fare di questa e di altre giornate commemorative, come purtroppo spesso capita, una bandiera di comodo da sventolare ed agitare per pura convenienza ideologica,  finendo magari per contrapporla ad altri genocidi, qualunque essi siano e qualsiasi portata essi abbiano avuto.  Perché “ ha concluso Domini”non sarebbe giusto e rispettoso nei confronti degli uni e degli altri. Perché ogni guerra, ogni dittatura, ogni sterminio di civili, ogni conflitto etnico, a qualunque latitudine sia stato effettuato, venga  indiscriminatamente condannato, senza sé e senza ma.”

A Rassina l’intitolazione del giardino di via Vittorio Emanuele ai Martiri delle Foibe

L’amministrazione comunale di Castel Focognano ha deciso di organizzare una cerimonia di intitolazione ai Martiri delle Foibe del giardino di via Vittorio Emanuele a Rassina e di porre un cippo in memoria delle vittime. La cerimonia di intitolazione si svolgerà domenica 12 febbraio alle ore 10 alla presenza delle istituzioni civili e militari e delle rappresentanze politiche.
Prenderà parte all’evento la filarmonica Guido Monaco di Rassina, diretta dal maestro Luca Nocentini. Il giardino Martiri delle Foibe, posto nella  zona centrale e storica del paese servirà a conservare e ricordare la tragedia degli italiani e di tuttte le vittime delle foibe e dell’esodo, dalle loro terre, di istriani, giuliani e dalmati nel secondo dopo guerra. “Abbiamo il dovere di mantenere vivo il ricordo dei Martiri delle Foibe e degli esuli istriani, fiumani e dalmati –
ha dichiarato il sindaco Lorenzo Remo Ricci – si tratta di una pagina buia della nostra storia che non deve più ripetersi. Proprio per non dimenticare abbiamo deciso di intitolare ai Martiri delle Foibe il giardino di via Vittorio Emanuele di Rassina dove sarà posto un cippo in memoria delle vittime”.

A Cortona una conferenza pubblica con le testimonianze degli esuli istriani

L’Amministrazione comunale e l’istituto scolastico superiore «Luca Signorelli» hanno organizzato per venerdì 10 febbraio l’incontro con Guido Giacometti, rappresentante toscano dell’Anvgd. L’appuntamento si svolgerà nella sala del Consiglio comunale, dopo i saluti delle autorità, Giacometti ripercorrerà la storia delle terre giuliano-dalmate: «Un tema costantemente oggetto di tentativi di manipolazione e, anche se ormai raramente, di negazione – dichiara Giacometti – A questo hanno posto un efficace argine il Parlamento italiano, con le leggi dei «Giorni del Ricordo» 10 febbraio e del «Giorno della Libertà» del 9 novembre, e il Parlamento europeo, con la risoluzione 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea. Fondamentali in quest’opera di difesa della verità storica sono stati i presidenti della Repubblica ed in particolare Sergio Mattarella». La conferenza ripercorrerà quella storia con testimonianze video di chi ha sofferto le tragedie delle foibe e dell’esodo e prevede l’intervento degli studenti dell’istituto scolastico superiore e del pubblico. Guido Giacometti è nato a Trieste il 19 marzo 1948 durante l’esodo da Pola della famiglia, originaria di Dignano d’Istria e stabilitasi poi a La Spezia. Ha frequentato l’Accademia Navale di Livorno e si è laureato in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino. Dopo vari incarichi in Marina Militare è passato alla vita civile collaborando con società italiane e straniere. Dal 2018 è responsabile per la Regione Toscana della associazione nazionale «Venezia Giulia e Dalmazia». In questa veste ha svolto molti interventi e conferenze sulla storia della Frontiera Adriatica. L’«Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia» (Anvgd) è nata a fine anni ’40 con lo scopo di dare assistenza agli esuli e rappresentarli verso le autorità nazionali e locali. L’attività assistenziale si è esaurita nei decenni successivi, man mano che gli esuli, uscendo dagli oltre cento campi di raccolta profughi, trovavano lavoro ed abitazione. Oggi l’Anvgd si è focalizzata nella diffusione della storia e cultura giuliano-dalmata.

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