Giro di vite contro il Covid, l’allarme di circoli Acli e Arci toscani: “Senza aiuti rischiamo di morire”

“Ad oggi”, commenta il presidente delle Acli Giacomo Martelli, “permangono nei provvedimenti del Governo (anche nell’ultimo emesso ieri) riferimenti non chiari rispetto alla nostra tipologia associativa e all’esercizio delle attività di interesse generale. Una situazione di incertezza assurda per tutti i nostri circoli ricreativi e culturali che fanno parte della tradizione toscana e con un’identità ben definita all’interno del terzo settore”.

I circoli Arci e Acli si sono attivati “da subito e responsabilmente, anche prima delle disposizioni normative, limitando le proprie attività, adoperandosi per un attento rispetto delle linee guida, adottando specifici protocolli anti-contagio, formando i propri dirigenti e i volontari. Durante il lockdown molti di loro hanno contribuito alla coesione sociale delle nostre comunità con una particolare attenzione alle categorie di persone più vulnerabili”, aggiunge Martelli.

“Le nostre associazioni”, prosegue il presidente Arci Toscana Gianluca Mengozzi, “rappresentano un tessuto associativo di comunità, un presidio del territorio, un’insostituibile rete di volontariato che opera per la coesione sociale. Siamo uno stabile riferimento della pubblica amministrazione e sosteniamo con solidarietà e beneficienza molte realtà del territorio. Tutto con le risorse delle proprie attività di autofinanziamento e senza gravare sui bilanci pubblici. Ma è diventata ormai necessaria e urgente una chiara collocazione dei nostri presidi all’interno delle misure di sostegno per garantire la continuità della nostra funzione, anche in vista dell’importante intervento di tenuta sociale e di contrasto delle conseguenze della pandemia che vedrà le nostre associazioni agire con ancor maggiore intensità nei mesi a venire”.

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