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lunedì | 06-01-2025

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Jovanotti chiama l’amico ricoverato, l’accoglienza del reparto è da brividi. E lui: “State facendo la storia” Ar24Tv

https://www.youtube.com/watch?v=eCOrOh5bB9s
Alberto Brandi, il veterinario di Castiglion Fiorentino ricoverato da alcuni giorni all’ospedale San Donato di Arezzo, si è collegato stamani in video chiamata con l’amico Lorenzo Jovanotti Cherubini. I due sono legati da un’amicizia di lungo corso. Lorenzo è stato accolto non solo da Alberto Brandi e dal compagno di stanza Stefano Marrini, pilota di Marciano della Chiana, ma anche da alcuni operatori sanitari che hanno omaggiato il rapper cortonese con i testi delle sue canzoni scritti sulle tute d’ordinanza. Sulle spalle dell’infermiera Silvia il testo di “Ragazzo fortunato”, un altro operatore ha riportato un passaggio del testo della canzone “Date al diavolo un bimbo per cena”. E poi altri brani significativi, come “Ora”: “Non c’è montagna più alta di quella che non scalerò, non c’è scommessa più persa di quella che non giocherò” e “Ho due chiavi per la stessa porta per aprire il coraggio e la paura“ dalla canzone “La notte dei desideri” e non può mancare un “Viva la libertà”. Emozione. Lorenzo si lascia sfuggire un “State facendo la storia“, rivolto agli operatori sanitari, che rispondono: “Non è facile, ma ce la mettiamo tutta“. E il Jova: “Veramente grazie, grazie proprio di cuore a tutta la categoria e in particolare a voi“. E poi, al “mandatemi a casa il Brandi, che mi serve!“, uno degli operatori sanitari risponde: “Ancora qualche giorno poi te lo ridò, dai“. 
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Poco prima, il veterinario campione di likes aveva postato il racconto dei suoi ultimi giorni di degenza in compagnia del suo nuovo compagno di stanza, Stefano Marrini, insieme ad un monito:
“Da ieri ho il mio nuovo compagno di stanza, Stefano Marrini. Lui è uno che ha fatto 5 Parigi Dakar, è stato sull’Everest in bicicletta, eppure anche lui sportivo e non mezza sega come me è qua nel letto tra pappagalli e pannolini… cosa volevo dire con questo, che il virus non guarda in faccia a nessuno. Certo se sei uno sportivo, se sei giovane, il tuo fisico sopporterà meglio, ma l’ospedale è pieno di persone di qualsiasi età e colore… o meglio forse il mio amico Brown, quello delle interviste aveva ragione a dire che i neri lo prendono meno forte, perché in effetti non ci sono… Assodato che il virus colpisce tutti, ma è più pericoloso per gli anziani e le categorie a rischio, cercate a casa di proteggere i vostri genitori, nonni, zii ed di aiutarli a proteggersi, spesso quando ci propinano i bollettini di guerra si parla di numeri 30.000 infetti, 600 morti… iniziamo a parlare di persone: dietro quei numeri ci sono persone con le loro vite, le loro storie, il loro lavoro, persone che hanno contribuito alla crescita economica di questa Italia e che ora magari si ritrovano sole in qualche casa di riposo, anche quando si parla di soldi, milioni li milioni là, diamogli nome e cognome: a dove andranno a finire, a cosa serviranno. I numeri massificano e omologano tante cose, ma fuggono la realtà che invece è fatta, per chi gli va bene, di sofferenza, per chi gli va male, di morte. E dall’altra parte della barricata, assenza di lavoro, disoccupazione, mutui, tasse da pagare… io sto meglio, secondo i dottori sto avendo un decorso tre volte più veloce della media, ma questo grazie al mio fisico forgiato nella sofferenza del digiuno e delle rinunce c’era da aspettarselo. Sono commosso da tutti i vostri messaggi di affetto, di amore, forse sono stati loro a darmi una spinta positiva come gli ultimi cento metri di maratona, quando lo stadio grida il tuo nome… grazie ancora di tutto”.
Foto: da profilo Facebook Alberto Brandi

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