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lunedì | 07-04-2025

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La cafoneria non è libertà

Depurato da certe note di distaccata superiorità, così marcate da sfiorare l’autoironia: la penna stilografica, il vestito di lino, “La Recherche” di Proust, il ragionamento del signor Elkan non è da archiviare come il delirio di un “uomo fuori dal mondo”. Qualche politico l’ha definito così. Io non sono d’accordo.
Quanti di noi hanno le scatole piene della maleducazione imperante? Maleducazione che porta il marchio di una presunta modernità dei comportamenti. Gli schiamazzi, le urla, i rutti, che spesso scandiscono i viaggi in treno non sono espressioni di esuberanza giovanile, sono villania, tanto più che a comportarsi così non sono solo i giovani ma gente della più svariata età ed etnia.
Quanti di noi hanno le scatole piene dell’arroganza screanzata di chi parcheggia in seconda, terza e quarta fila o di quelli che in spiaggia buttano cicche sulla battigia e sputano come cammelli bucce di melone?
Quanti di noi hanno le scatole piene della burinaggine di certi personaggi pubblici, ce ne sono anche dalle nostre parti, che invece di dibattere civilmente nella migliore delle ipotesi ti danno del cornuto?
Quanti di noi hanno le scatole piene della cafoneria confusa con la libertà?
Io sono uno di quelli ma non per questo sono snob.

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