La casa “sfrattata” dalla legge finanziaria, Sunia avvia petizione per il “diritto all’abitare”
Nessuno ha risposto nonostante che lo stesso presidente di Arezzo Casa avesse segnalato che senza programmi e finanziamenti adeguati, entro 5 anni di case popolari non si parlerà più. Gli sfratti stanno aumentando e presto i comuni, che sono i proprietari di questi alloggi, vedranno crollare il loro patrimonio. Basta un’occhiata per verificare che le case popolari denotano umidità, pericolosità, lavori non conclusi.
Il Sunia nazionale, con il sostegno della Cgil, ha lanciato la petizione popolare “Per il diritto all’abitare” che
rivendica il rifinanziamento del fondo nazionale di sostegno all’affitto; l’intervento strutturale, continuativo, sicuro e certo per ridurre il peso degli affitti e dei mutui sulla prima casa di residenza; un Piano Casa nazionale con finanziamenti statali e regionali, certi e continuativi, per aumentare il numero degli alloggi pubblici; una legge quadro nazionale di riordino degli enti gestori di immobili pubblici per migliorarne la
funzionalità; una programmazione e finanziamento pluriennale delle ristrutturazioni degli alloggi pubblici sfitti per consentirne la riassegnazione; il rifinanziamento dei programmi di riqualificazione urbanistica, edilizia e sociale delle periferie e, infine, la regolamentazione nazionale degli affitti brevi con elementi di autonomia dei singoli comuni.
Nelle sedi della Cgil e negli uffici del Sunia è possibile aderire all’iniziativa.