La diocesi in festa per la Madonna del Conforto. Migliavacca: “Grato agli aretini” – Foto

Madonna del Conforto, tanti aretini: il calcio e la Giostra rendono omaggio – Foto

La Messa pontificale delle 10.30 è stata presieduta da mons. Mario Delpini, arcivescovo metropolita di Milano, ed è stata concelebrata dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze e presidente della Conferenza episcopale toscana, oltre che al vescovo diocesano mons. Andrea Migliavacca, da mons. Franco Agostinelli, emerito di Prato, Rodolfo Cetoloni, emerito di Grosseto, Roberto Filippini, emerito di Pescia, arcivescovo Riccardo Fontana, emerito di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Luciano Giovannetti, emerito di Fiesole, e Stefano Manetti, vescovo di Fiesole. Presente anche il cardinale Ernest Simoni, della Diaconia di Santa Maria della Scala. “Oggi mi permetto di salutare in modo speciale un martire vivente, il cardinale Simoni” è stato il saluto speciale con cui Papa Francesco si è rivolto al porporato, prima di abbracciarlo fraternamente al termine dell’udienza di ieri, 14 febbraio, Mercoledì delle Ceneri. “Lui, da prete e vescovo, ha vissuto 28 anni in carcere, il carcere comunista dell’Albania, che forse è una delle persecuzioni più crudeli”, ha proseguito Francesco: “E continua a dare testimonianza. E come lui, tanti, tanti, tanti. Adesso ha 95 anni e continua a lavorare per la Chiesa, senza scoraggiarsi. Caro fratello, ti ringrazio per la testimonianza!”

“Nel paese delle feste fallite i preparativi si svolgono in un clima di grande entusiasmo, si esercitano molte competenze, si dispone di molte risorse, si ascoltano consigli di organizzatori competenti – ha detto l’arcivescovo Mario Delpini nella sua omelia -. Poi viene il momento della festa e la festa finisce in un fallimento. Ne seguono amarezza, risentimenti, sensi di colpa e accuse reciproche. Nel paese delle feste fallite c’è sempre un vino che viene a mancare al momento in cui è più necessario, che la festa sia un matrimonio che si frantuma, una carriera che si spezza, un amore che delude. Ecco da dove veniamo, dal paese delle feste fallite”. Di qui l’invito a seguire la parola di Gesù e imitare il suo esempio: “Come lui è venuto in mezzo a noi non per essere servito, ma per servire, voi mettetevi a servizio, lavate io piedi gli uni agli altri, lasciatevi invadere dalla compassione per la gente smarrita, la gente ferita, la gente disperata e annunciate la buona notizia, l’evangelo della salvezza. Mettetevi a servizio, versate olio sulle piaghe, spezzate il pane con l’affamato. Non pensate alla vostra festa, ma alla festa degli altri. Vedrete moltiplicarsi la gioia se vi prenderete cura della gioia degli altri. Ecco dunque il messaggio della Madonna del Conforto: Qualsiasi cosa vi dica, fatela!”.

Il vescovo Andrea Migliavacca, ha partecipato con gioia alla grande festa di popolo e nel pomeriggio ha presieduto la Messa solenne delle 18, animata dal coro della cappella Musicale della Cattedrale diretta dal maestro Cesare Ganganelli, con all’organo il maestro Eugenio Maria Fagiani.

“Oggi – ha detto il vescovo diocesano Andrea Migliavacca nel suo saluto iniziale alla liturgia – in tanti siamo qui, tanti verranno a venerare e pregare Maria e vogliamo portare qui non solo le preghiere nostre, ma quelle di tutto il mondo e soprattutto la preghiera di chi più soffre e di chi invoca il dono della pace per tutta la terra e soprattutto per la martoriata Ucraina e per la Palestina e Israele. Siamo qui – ha aggiunto il Presule – per la festa della Madonna del Conforto. Mi pare di sentire che lei per prima ci aspettava per accogliere tutte le nostre domande, le nostre preghiere, le nostre attese, ascoltando anche angosce e preoccupazioni, attese e speranza. Lei, la Madre, sa ascoltare e custodire nel cuore. Lei potrà portare a Gesù le nostre preghiere. Lei potrà donare a tutti noi, alla nostra città di Arezzo e a tutta la diocesi aretina, cortonese, biturgense il conforto di cui abbiamo bisogno”.

“La nostra Madonna del Conforto veglia veramente sulla città di Arezzo e su tutta la nostra diocesi – ha detto a margine delle celebrazioni il vescovo Andrea Migliavacca -. La partecipazione dei fedeli alla festa è il segno che la gente lo sa e si accorge dello sguardo di protezione di Maria, alla quale oggi ci affidiamo nuovamente. Non possiamo misurare la fede e la devozione delle persone, ma certamente colgo e sento, anche nel dialogo con la gente, che l’andare a pregare la Madonna del Conforto non è solo un atto devozionale, ma un andare con il cuore, verità, autenticità e desiderio di affidamento. Sono ammirato e grato al Signore per la preghiera che la nostra gente vive in questa giornata”.

Una grande festa della fede resa possibile grazie al prezioso servizio di centinaia di volontari dell’associazionismo che a vario titolo hanno reso possibile l’apertura della Cattedrale, il decoro, la sicurezza e aiutato i pellegrini a vivere in un clima di raccoglimento i numerosi momenti di preghiera e le liturgie e che ha visto uno straordinario impegno dell’emittente comunitaria della diocesi Tsd, culminato in circa sei ore di diretta dedicate alle principali celebrazioni.

Madonna del Conforto, saluto inziale del vescovo Andrea Migliavacca alla Messa Pontificale

È giorno grande di festa oggi. È la solennità della Madonna del Conforto e già dal risveglio di questa giornata profumi di fiori, vociare di gente in pellegrinaggio e incontro di preghiera davanti all’effige mariana danno sapore di vangelo al ritrovarci davanti a Maria.

Il pellegrinaggio è iniziato nove giorni fa, con l’inizio della novena, magistralmente predicata da fra Valentino che ringrazio e con un percorso di preghiera, incontro e riflessione che ci ha accompagnato e preparato alla festa di oggi.

Oggi in tanti siamo qui, tanti verranno a venerare e pregare Maria e vogliamo portare qui non solo le preghiere nostre, ma quelle di tutto il mondo e soprattutto la preghiera di chi più soffre e di chi invoca il dono della pace per tutta la terra e soprattutto per la martoriata Ucraina e per la Palestina e Israele.

Facciamo festa in tanti e a tutti vorrei dare il mio caloroso benvenuto. A tutti davvero, a ciascuno di voi, quasi col desiderio di chiamarvi per nome. Ma almeno vi posso guardare negli occhi.

Grazie ai vescovi presenti, alcuni della regione toscana, altri originari di Arezzo. Particolare menzione dobbiamo fare a mons. Giovannetti Luciano e a mons. Marco Salvi che ricordano oggi il loro anniversario di nomina episcopale. A tutti va il nostro augurio. Grazie per la loro presenza al card. Betori e al mio predecessore card. Bassetti e grande gratitudine va al card. Ernst Simoni che solo ieri papa Francesco ha indicato e ricordato come testimone di fede nella comunità cristiana. Grazie a tutti di essere qui.

Presiede questa Eucaristia mons. Mario Delpini arcivescovo della arcidiocesi di Milano e metropolita della Lombardia. Gli sono molto grato per la sua disponibilità e per la sua presenza di amicizia e di preghiera. Sono contento che possa gustare oggi un poco della bella toscana e della tradizione religiosa che ci anima. A lui insieme al grazie l’augurio che la Madonna del Conforto lo custodisca.

La presenza di mons. Delpini evoca in me tanti ricordi, fino a quegli anni in cui entrambi rettori di seminario (io nella piccola Pavia, lui nel grande seminario di Venegono) ci si trovava tra educatori dei seminari. Ma con lui sento evocate le radici lombarde da cui provengo, quelle della terra che mi ha dato la vita, il dono della fede e di essere prete.

Sono anche contento che mons. Delpini sia qui per potergli dare occasione di gustare la bellezza della terra toscana che io per primo ho scoperto, e che posso testimoniare raccontando la bella accoglienza che mi avete regalato in questo primo anno di vescovo ad Arezzo.

Grazie a quanti si sono adoperati generosamente in vario modo per la buona realizzazione di questa giornata, sia nella sua espressione liturgica sia nella dimensione popolare di incontro e di pellegrinaggio. A tutti, proprio tutti il mio grazie, unendo il saluto a tutte le autorità civili e militari presenti.

Siamo qui per la festa della Madonna del Conforto. Mi pare di sentire che lei per prima ci aspettava per accogliere tutte le nostre domande, le nostre preghiere, le nostre attese, ascoltando anche angosce e preoccupazioni, attese e speranza. Lei, la Madre, sa ascoltare e custodire nel cuore. Lei potrà portare a Gesù le nostre preghiere. Lei potrà donare a tutti noi, alla nostra città di Arezzo e a tutta la diocesi aretina, cortonese, biturgense il conforto di cui abbiamo bisogno.

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