La lotta alla marginalità sociale: il progetto di aiuto ai senza fissa dimora
Il Comune di Arezzo assessorato alle politiche sociali, in collaborazione con Associazione culturale del Bangladesh, Associazione D.O.G., Fraternità Federico Bindi onlus, mettono in campo una serie di azioni rivolte ai senza fissa dimora. Obiettivo, come ha subito chiarito l’assessore Lucia Tanti, è quello di “giungere a una rivoluzione copernicana nell’approccio al problema, ovvero passare dalla gestione dell’emergenza a qualcosa di strutturato che mira alla presa in carico e al potenziamento delle capacità della persona, fino a una residenza stabile. Primo dato importante: soggetti diversi lavorano nell’interesse di Arezzo e in vista di soluzioni comuni. Secondo aspetto: lo avevamo detto e abbiamo mantenuto la promessa, ovvero che il dormitorio non avrebbe esaurito le nostre risposte. E ora, arrivano 150.000 euro di fondi europei, intercettati grazie all’ottimo lavoro degli uffici comunali, per darne di ulteriori. Destineremo queste risorse a misure e percorsi di accompagnamento e reinserimento”.
Il progetto di contrasto alla marginalità sociale vede come attori protagonisti un gruppo di coordinamento che monitorerà l’andamento generale del progetto stesso e il budget, costituito da un rappresentante per ciascuno dei soggetti sopra menzionati, e un’equipe multi-professionale, che si riunirà una volta al mese, costituita da due assistenti sociali e da un operatore designato da ogni partner. Questo gruppo operativo sarà chiamato a valutare i soggetti segnalati dai servizi sociali e selezionare quelli da prendere in carico. Questi ultimi saranno i destinatari delle azioni individuali tese al superamento del disagio e al recupero di autonomia e autodeterminazione. L’equipe valuterà anche la possibilità e le modalità di coinvolgimento dei medici di famiglia e di operatori sanitari al tavolo di lavoro, per le situazioni più complesse che richiedono interventi sociali integrati con prestazioni e monitoraggi di tipo medico.
L’Associazione Culturale del Bangladesh si occuperà di gestire uno sportello di ascolto rivolto ai senza fissa dimora o che vivono in condizioni di particolare vulnerabilità sociale, personale, familiare o lavorativa. Lo sportello fornirà una gamma di aiuti, che vanno dal semplice orientamento ai servizi del territorio all’accompagnamento ai servizi stessi, dalla fornitura di beni di prima necessità agli adempimenti burocratico-amministrativi. Lo sportello sarà aperto per 15 ore alla settimana presso la sede operativa dell’associazione culturale. Tito Anisuzzaman: “l’integrazione si dimostra una delle ricchezze di questo territorio”.
Un secondo sportello di ascolto stanziale sarà quello gestito dalla Fraternità Federico Bindi onlus: durante l’orario di apertura saranno garantite attività di accoglienza, di aiuto nella compilazione della modulistica, di raccolta dei bisogni, di orientamento ai servizi, di erogazione di prestazioni come distribuzione di beni di prima necessità e materiali a uso personale. Maria Grazia Bindi: “concepiamo questa risposta ai bisogni primari come il primo passo per reinserire nel mondo del lavoro le persone che vivono in povertà”.
Anche l’Associazione D.O.G. gestirà il suo sportello ma quest’ultimo avrà un carattere itinerante: gli operatori saranno sul territorio, con azioni di informazione, sensibilizzazione e riduzione dei rischi legati alla vita di strada, oltre che interventi di riduzione del danno nei casi in cui si renda necessario. Roberto Norelli: “siamo spesso il primo contatto che le persone senza fissa dimora hanno con il mondo dei servizi e un buon approccio in strada è il più delle volte decisivo per l’accessibilità al sistema territoriale. Lo sportello itinerante sarà dotato di operatori secondo una logica multi-disciplinare capace di cogliere la varie problematiche”.