Lo chef aretino Shady è vicecampione del mondo di cous cous

Chef Shady Hasbun in finale al campionato del mondo di cous cous. Il cuoco aretino ha gareggiato in rappresentanza della Palestina, terra di origine del padre, ed è stato tra i protagonisti della venticinquesima edizione del “Cous Cous Fest” che, ha visto professionisti provenienti da diversi continenti ritrovarsi nella siciliana San Vito Lo Capo e sfidarsi nella preparazione di questo piatto esotico. “Il cous cous che voleva essere un falafel” è il nome della ricetta che era stata studiata e presentata da chef Shady per partecipare alla manifestazione internazionale e che ha ottenuto apprezzamenti da parte della giuria, meritando la vittoria del premio speciale “Sostenibilità e impatto zero” per il sapiente utilizzo di ingredienti rispettoso di territori e tradizioni, per il basso utilizzo di energia nella preparazione e per l’utilizzo completo dei prodotti scelti senza produzione di scarti.

Il percorso dell’aretino, alla sua terza partecipazione alla manifestazione iridata, aveva preso il via con la vittoria nello scontro a eliminazione diretta contro la collega Lola Macaroff dell’Argentina, potendo così andare avanti nel campionato e arrivare fino alla finalissima. L’atto conclusivo ha visto chef Shady laurearsi vicecampione del mondo al termine di un equilibrato confronto con il rappresentante dell’Italia, Pierpaolo Ferracuti, che con la sua “Panzanella mediorientale” ha conquistato il favore della giuria tecnica presieduta dal noto giornalista Paolo Marchi (fondatore di Identità Golose) con uno scarto di punteggio minimo di 9,44 contro 9,37. «Il piatto presentato ai campionati del mondo di cous cous – commenta chef Shady, – ha registrato unanimi consensi dalla giuria e dagli altri chef in gara per l’abbinamento degli ingredienti e per la capacità di raccontare le usanze, i gusti e i sapori della Palestina. Torno dunque da questa manifestazione con un bagaglio professionale e umano molto più ricco in virtù del confronto e dello scambio di idee con tanti colleghi con cui ho condiviso l’esperienza del “Cous Cous Fest”».

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