Madonna del Conforto, la speranza di Fontana: “Ne usciremo, sarà una pagina aretina tutta nuova”
Madonna del Conforto, in Cattedrale la Messa Solenne con Parolin, Bassetti e Fontana – Le foto della celebrazione
Al termine dei nove giorni previsti dalla Novena, è stato il cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, questa mattina a presiedere la Messa pontificale dedicata alla Madonna del Conforto, nella Cattedrale di Arezzo, intitolata ai santi Pietro e Donato.
Una celebrazione dal sapore speciale non solo per il cardinal Parolin, per la prima volta presente ai festeggiamenti in onore della Protettrice della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, ma anche per il cardinal Gualtiero Bassetti, già vescovo di questa porzione di chiesa locale, che ha concelebrato la Messa, alle 10.30, con altri confratelli vescovi toscani (mons. Andrea Migliavacca, vescovo di San Miniato, mons. Stefano Manetti, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, mons. Roberto Filippini, vescovo di Pescia, mons. Rodolfo Cetoloni, vescovo di Grosseto, mons. Luciano Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole, mons. Franco Agostinelli, vescovo emerito di Prato, mons. Italo Castellani, vescovo emerito di Lucca), oltre al vescovo Riccardo, ordinario di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.
“Sono contento di essere con voi – ha detto il cardinal Parolin nella sua omelia, rivolgendosi ai presenti e facendo un fraterno augurio al vescovo Riccardo per il 25mo anniversario di Episcopato, celebrato lo scorso 6 gennaio -, in questa solennità, che è diventata la festa della Chiesa diocesana. E siamo qui pieni di gioia per contemplare Maria, come la mostra la Parola di Dio, che non ne descrive il volto, ma ci racconta lo splendore della sua umanità, della sua fede, del suo essere donna e madre, del suo essere sollecita verso i bisogni dell’umanità. E siamo qui pieni di consolazione per incontrare personalmente Maria: viva, totalmente e perfettamente redenta, inizio reale del mondo che tutti quanti attendiamo, il mondo della resurrezione”.
Il cardinal Parolin ha posto l’accento su come Maria sia una madre capace di farci diventare adulti nella fede, uscendo da un perenne infantilismo, per affrontare la vita in maniera positiva e senza recriminazioni, assumendo le nostre responsabilità nel momento della gioia e in quello della sofferenza e si è soffermato a lungo sul tema del dolore, così accentuato in questo tempo di emergenza sanitaria: “quali vie di uscita ci mostra la Madre della Chiesa, che riconosciamo e qui invochiamo come Madonna del Conforto? La prima via di uscita sta nel non voltare mai le spalle al dolore. Voltare le spalle al dolore significa voltare le spalle ai sofferenti”.
Il richiamo alla pandemia è forte: “Siamo nel tempo di dolorosa e luttuosa pandemia dovuta al covid-19. Questo tempo esige da noi una decisione: chi vogliamo essere? Chi vogliamo diventare? Cosa vogliamo fare?”.
“Per far risuonare queste domande e potervi rispondere evangelicamente il Santo Padre Francesco ci ha dato la sua impegnativa enciclica Fratelli tutti – ha proseguito il Segretario di Stato di Sua Santità -. In essa egli ci ha ricordato che davanti a tali domande, il credente non può che fare spazio all’esperienza che Gesù ha condensato nel racconto del buon samaritano”.
C’è anche una seconda via di uscita, indicata da Maria, “ed è quella del discernimento”.
“Quanti falsi messia ci sta presentando l’attuale pandemia? Quali sono le loro voci suadenti, come quelle delle sirene? Quali promesse ci stanno facendo? Ma, soprattutto, qual è il prezzo che ci stanno chiedendo? – ha posto con chiarezza il cardinal Parolin, proseguendo – Abbiamo bisogno di saper distinguere bene la voce di Gesù dalla voce dei falsi messia. Abbiamo bisogno del discernimento, per non ingannarci e per non ingannare”.
E, infine, la “terza via d’uscita offerta qui ed ora dalla Madonna del Conforto ed è quella del rispetto (…) perché il mondo non sia fatto da ingannatori e ingannati, ma da uomini e donne che possono fidarsi l’uno dell’altro e contare l’uno sull’altra: il mondo dei figli e delle figlie di Dio”.
“Non voltare mai le spalle al dolore. Il discernimento. Il rispetto. Queste sono le chiavi che la Parola di Dio e la Liturgia odierna ci consegnano per leggere, in questo tempo di pandemia, quel dono per la fede e sfida per la ragione che è il segno mariano della Madonna del Conforto impresso nella memoria credente del popolo di Dio – ha concluso S.E. il cardinal Pietro Parolin.
L’emergenza sanitaria ha, in parte, ridotto il consueto ricco programma, sempre partecipato da decine di migliaia di aretini che non rinunciano a salutare la loro protettrice nei giorni della sua festa. “E’, comunque, una grande festa di fede – ha detto mons. Fontana – un grande pellegrinaggio davanti alla Madonna, che si ripete dal 1796, anno in cui gli aretini riconoscono a Maria la grazia di averli liberati da un perdurante sciame sismico durato quindici anni”.
Una grande festa di fede, che nonostante il minor numero di fedeli partecipanti a causa delle disposizioni sanitarie, non ha minimamente incrinato lo spirito di questa comunità, autenticamente devota alla Bianca Regina fulgida della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.
L’Omelia della celebrazione delle 18 dell’Arcivescovo Riccardo Fontana nella Chiesa Cattedrale di Arezzo
Festa della Madonna del Conforto 2021 –
Fratelli e Sorelle
il Signore ci dia pace
in questo giorno santo!
Accanto a Gesù, nel Paradiso dei Santi, è assunta in corpo e anima la Madonna, che non cessa di esercitare il ruolo di Madre verso gli uomini e le donne della Terra. Il Cristo in Croce affidò a lei questo singolarissimo compito per rendere manifesto nel tempo l’amore di Dio a ciascuno di noi.
- La Madonna è capace di confortare, perché ascolta
La Vergine di Nazareth, fin dal suo primo comparire nel Vangelo, ha dato prova della sua capacità di ascolto. Con la Parola di Dio in mano, di fronte all’Arcangelo Gabriele, che per conto dell’Altissimo le chiedeva collaborazione per soccorrere le persone ridotte in difficoltà dalla superbia del peccato, si fece pronta alla maternità di Gesù e di tutti i suoi fratelli, cioè noi cristiani che vogliamo raccogliere il Vangelo.
Durante gli anni, da Betlemme al Calvario, non si separò mai dal Figlio di Dio – grazie a lei, diventato anche Figlio dell’Uomo. Sobria, essenziale, ricevette dal Cristo la qualifica di Donna dell’ascolto: “Beati piuttosto quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica”. Un ascolto efficace, come quando a lei ti rivolgi e chiedi aiuto e sei certo che non si ferma alle apparenze, ma aiuta a risolvere.
Dopo la Resurrezione, alla Chiesa nascente, impaurita dalla Croce, è lei che si fa presente nel Cenacolo, ascolta e conforta ricordando la promessa che Dio non abbandona nessuno.
L’antico pittore provenzale, Guillaume de Marcillat, ha istoriato il rosone maggiore di questa Cattedrale, raccontando Maria, il giorno di Pentecoste, provvida accanto agli Apostoli e amici di Gesù.
- Il conforto diventa coraggio
Tutta la gente in Terra d’Arezzo sa bene che, in questo stesso giorno, durante un terribile terremoto che aveva provocato paure e sgomento, fame e miseria, la Madre di Dio invocata intervenne. Il mio grande predecessore Agostino Albergotti racconta questa Chiesa diocesana “ad pedes almae nostrae Virginis Mariae Consolatricis”. Questa Chiesa è profondamente legata alla Madre di Dio che, attraverso i secoli, non cessa mai di essere di conforto.
Il nostro Vescovo Niccolò Marcacci, otto giorni dopo il noto prodigio di Via Vecchia, scrive ai Vescovi del Granducato che Dio ha fatto il grande miracolo: far ritornare in chiesa gli aretini, cioè far loro riassumere presenza e responsabilità nella nostra Arezzo.
Il modo con cui la Madonna consola non sta in strepitosi atti che sovvertono l’ordine della natura. Induce tutti noi a recuperare il rapporto con Dio, facendosi attore della nostra Terra, non più suddito e neppure muto gregge, ma popolo credente, popolo di Dio.
Tu vieni a rinnovare la tua fiducia in Dio e con ciò stesso ti svincoli dalle preoccupazioni del tempo e, recuperando la qualità di figlio, ti fai libero; ritrovi il coraggio di fare la tua parte nel mondo, nella tua vita personale, ma anche nel tuo impegno nel sociale.
So bene che pare un’utopia difficilmente realizzabile anche solo concepire Arezzo come una comunità vera, ma questa è la Festa del risveglio possibile.
Questo giorno nelle brume dell’inverno serve per fermarci: stare per pensare e ricominciare da capo. È un’operazione riconducibile alla Madonna. Avviene nel segreto delle coscienze, dove a nessuno è lecito entrare, se non alla persona stessa e a Dio.
Il conforto viene dalla qualità. Ti rendi conto di essere una persona amata da Dio, qualunque siano i tuoi meriti o i tuoi sbagli fatti finora. Il conforto di Maria, Madre della Chiesa, è d’essere disposta sempre ad accogliere, pronta a ridarti fede e coraggio.
- Il conforto di Maria è ritrovare Cristo, per rinnovare la comunità aretina
Il processo interiore del conforto, che siamo certi di riconoscere in Maria, si fonda nel diventare anche noi capaci di ascolto. Ascolto di Dio che ci parla con la sua Parola; ascolto degli altri che hanno bisogno del nostro amore, che si fa carità; ascolto di noi stessi, che è la via dell’interiorizzazione, sicuro fondamento della pietà cristiana.
La Madre di Dio assume, nella tradizione biblica, il ruolo della Ghebirà, cioè la Madre del Re vincitore che intercede per i bisogni dei poveri. È, al tempo stesso, la Madre della Chiesa che, accanto e in continuo dialogo con il Cristo, torna a ridarci fiducia, ogni volta che umilmente ci rivolgiamo a lei.
Il popolo che, di fronte ai mali che ci rattristano in questo tempo di pandemia, non ha cessato mai un solo giorno di invocare il suo aiuto. Sa di poter contare sulla Madre che ascolta, Madre che interviene, Madre mediatrice della Grazia divina.
Dalla situazione di emergenza in cui siamo, si esce certamente. Occorre tuttavia non già ricostruire ciò che è andato perduto, ma fare comunità perché tutti insieme possiamo costruire una pagina nuova della storia, quella universale ma anche quella aretina.
Il Papa ci invita a riconoscerci fratelli tutti. Nella Scrittura, chi divide è il diavolo, che accusa, rifugge dal bene comune e produce ogni contrapposizione.
Questa Chiesa Cattedrale, visibile da tutta Arezzo, è il segno dell’unità possibile. Fatta da milioni di pietre, ci ricorda che c’è posto per tutti e che il sogno diventa realtà se, con l’aiuto di Maria Madre del nostro Conforto, che è Gesù, ci impegneremo a rimuovere le asperità che dividono e a trovare quella comunicazione essenziale e provvida, che riesce a farci un unico soggetto capace di meraviglie.