Padre Giovanni resta, il fratello Giuseppe lascia Santa Maria del Sasso – Foto
Padre Giovanni, 87 anni uno dei primi preti giornalisti, fondatore di Tele San Domenico nel 1978 e il fratello Giuseppe 90 anni, ricevuta la lettera di trasferimento dall’ordine domenicano nella casa di riposo dell’ordine a Fiesole, si sono inizialmente opposti: “Dal santuario di Santa Maria del Sasso non ci muoviamo, vogliamo ancora dare il nostro contributo“, avevano dichiarato. Poi, dopo alcuni giorni di riflessione, il più anziano, Giuseppe, ha optato per il trasferimento nella struttura sulle colline fiorentine. Resta a Bibbiena Padre Giovanni: “Siamo stati contattati dal Vaticano, speriamo nel loro interessamento”. Anche il vescovo mons. Andrea Migliavacca li ha raggiunti in visita privata sabato 13 gennaio scorso. Il Vescovo, che segue con attenzione, nel dialogo e nel rispetto dell’autonomia dell’Ordine domenicano, la vicenda del trasferimento dei padri Giuseppe e Giovanni Serrotti, ha voluto così esprimere un segno di presenza ai due fratelli, per confermare loro personalmente i sentimenti di stima e di gratitudine – suoi e dell’intera comunità cristiana aretina – per i lunghi decenni di generoso e fecondo apostolato che hanno svolto nella nostra comunità. Sentimenti, del resto, testimoniati anche dai molteplici attestati di vicinanza e simpatia che giungono in questi giorni all’indirizzo dei due padri. Il Vescovo ha desiderato concludere la sua visita con un momento di preghiera recitando l’Angelus con i padri Giuseppe e Giovanni Serrotti e con gli altri religiosi della comunità, all’interno del Santuario di Santa Maria del Sasso. I due fratelli sono molto amati dalla comunità casentinese e non solo e la loro opposizione alla decisione dei superiori ha trovato immediatamente il sostegno di centinaia e centinaia di persone che hanno sottoscritto una petizione che così recita: “Siamo sgomenti dalla decisione di un avvicendamento così repentino. Padre Giuseppe e Padre Giovanni hanno dedicato tutta la loro vita alla completa dedizione alla Madonna, che qui è apparsa, infondendo la loro fede e il loro spirito religioso in tutti i fedeli. Riteniamo giusto e naturale un avvicendamento nella conduzione del Santuario ma ciò non implica che i reverendi padri siano trasferiti. Tantomeno che essi siano messi a riposo in infermeria. Nonostante l’età avanzata e qualche problemino fisico, infatti, sono autosufficienti e hanno ancora quella freschezza e lucidità mentale che consente loro di mantenere l’attenzione verso la chiesa e i fedeli”. Alcuni fedeli si sono spinti persino ad offrire la loro disponibilità “nel provvedere, al momento del bisogno, alla loro assistenza domiciliare“.
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