Protesta agricoltori, 400 trattori al casello: “Lottiamo per tutti, se falliremo non ci sarà futuro”
Al casello Valdichiana dell’autostrada A1, a Bettolle nel comune di Sinalunga (Siena), a poche centinaia di metri da Foiano della Chiana (Arezzo), da ieri 400 trattori si sono posizionati in un terreno all’esterno dell’autostrada, lungo la viabilità ordinaria. I trattori ieri non sono entrati in A1, sotto il controllo vigile della Polizia Stradale e dei Carabinieri. La manifestazione, che provoca code e rallentamenti al traffico, si sta svolgendo in modo pacifico e ha radunato produttori provenienti dal Centro Italia con bandiere tricolori e manifesti: “Non c’è futuro per noi giovani”, “Senza di noi: carne sintetica, grilli, cavallette e vermi. Buon appetito. Benvenuti in Europa”, “Non vogliamo essere schiavi dell’Europa, non vogliamo cibo spazzatura”, “Incolti sarete voi, non la mia terra”, “Coltiviamo futuro non speranza”, “Lottiamo per tutti, se falliremo non ci sarà futuro”, “No agricoltura, no cibo, no futuro”, alcune delle scritte sui cartelli esposti sui mezzi agricoli. “Sono qui a difendere i diritti degli agricoltori e tutto ciò che ci vogliono togliere, come i sussidi nell’ambito della Pac, molto importanti per noi“, ha detto uno dei partecipanti al presidio, mentre un altro sottolinea come il mondo dell’agricoltura “si trovi in enorme difficoltà, legate soprattutto a un susseguirsi ventennale di governi inesistenti“. In contemporanea, altre manifestazioni sono in corso in tutta Italia. La protesta andrà avanti fino al 3 febbraio.
Proteste agricoltori: Assotir, trattori e camion mondi vicini. Intervenire sulle ragioni reali della crisi
I manifestanti incassano il sostegno di Assotir, che manifesta la propria solidarietà nei confronti della protesta che sta portando avanti il comparto degli agricoltori. “Le difficoltà che stanno attraversando le imprese agricole non sono troppo lontane da quelle che vivono ormai da troppo tempo i trasportatori. Entrambi i comparti, infatti, soffrono per i continui aumenti dei costi e per la loro debolezza strutturale sul mercato. E di conseguenza, non riescono a riversare quegli stessi aumenti sulle proprie committenze” commenta il Presidente Nazionale di Assotir, Anna Vita Manigrasso.
Donati, necessario cambio di passo da parte di politica e mondo associativo
“Le difficoltà che stanno attraversando le imprese agricole non sono troppo lontane da quelle che vivono ormai da troppo tempo i trasportatori. Entrambi i comparti, infatti, soffrono per i continui aumenti dei costi e per la loro debolezza strutturale sul mercato. E di conseguenza, non riescono a riversare quegli stessi aumenti sulle proprie committenze” lo afferma il Presidente Nazionale di ASSOTIR, Anna Vita Manigrasso, commentando le proteste degli agricoltori.
“Sarebbe necessario – aggiunge il Segretario Generale di ASSOTIR, Claudio Donati – fare un’operazione di trasparenza all’interno di tutta la filiera. Perché gli agricoltori stanno protestando non solo contro le politiche europee, ma soprattutto contro chi aveva il compito di difenderli dallo strapotere della grande distribuzione e dell’intermediazione. E che invece ha consentito che si determinasse una situazione del tutto squilibrata come quella attuale. Su un chilo di pomodori che viene venduto a Milano, infatti, l’agricoltore incassa forse il 20% del prezzo finale, mentre – e lo diciamo dati alla mano – il trasportatore percepisce in media l’8 o il 9%. Il resto, parliamo quindi di oltre il 70%, a chi va? E, soprattutto, siamo sicuri che sia giusto così?”
“Attenzione – sottolinea ancora il presidente Manigrasso, – perché i sentimenti di frustrazione e rabbia che hanno spinto gli agricoltori a scendere in piazza interessano in realtà anche altri milioni di piccoli operatori di diversi altri settori, dal commercio alle professioni. Sono convinta che sia arrivato il momento di affrontare una volta per tutte questi problemi, e che debba essere la politica a intervenire. Dal canto loro, le Associazioni e tutti quegli organismi che rappresentano interessi di parte – prosegue Manigrasso – devono essere in grado di trasformare la rabbia e la sofferenza dei propri associati in proposte concrete, solide, in modo da intervenire sui punti critici e non cedere alla logica degli aiuti assistenziali da parte dello Stato”.
Anche secondo Donati, è necessario anche un impegno maggiore da parte del mondo associativo: “Deve imparare a distinguere le cause dagli effetti, altrimenti continuerà a dare la colpa della febbre al termometro che la segnala. Questo eviterebbe, per restare in ambito medico, di curare con l’aspirina un paziente che ha il femore rotto”. ASSOTIR sottolinea quindi che sarà possibile testate gli impegni che intende assumere la politica, e l’atteggiamento del settore dei trasporti, già il prossimo 7 febbraio quando il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini incontrerà le Associazioni dell’Autotrasporto: “Alla luce dello stato di sofferenza che stiamo vivendo come settore sarà una grande occasione per chiedere al governo un decisivo cambio di passo” conclude Donati.
Confagricoltura Arezzo porta le istanze delle imprese agricole nelle sedi competenti
Confagricoltura Arezzo è pronta a portare le istanze degli agricoltori nelle sedi competenti ed è già in agenda un incontro con i parlamentari del territorio. «Molte sono le manifestazioni di gruppi autonomi di agricoltori in atto sul territorio nazionale e non sono mancate nemmeno a margine della nostra provincia – dichiara Carlo Bartolini Baldelli, presidente di Confagricoltura Arezzo – Un clima che rende l’idea di quanto malessere e difficoltà si riscontrano nel mondo agricolo. Difficoltà amplificate dall’entrata in vigore della nuova Pac, dall’aumento dei costi delle materie prime a fronte di prezzi che non coprono nemmeno i costi di produzione fino ad arrivare agli eventi climatici avversi che negli ultimi anni hanno reso tutto estremamente complicato».
Confagricoltura Arezzo già da tempo ha sottoposto agli organi istituzionali molti dei temi per i quali gli agricoltori oggi protestano: «Abbiamo avviato – prosegue Bartolini Baldelli – tra le altre, la battaglia sull’esenzione dell’Irpef sui redditi agrari e domenicali, sul contributo per le assicurazioni agevolate e più in generale sulla riforma dei sistemi di protezione affinché siano più vantaggiosi per le imprese. Ben nota è la nostra richiesta per ridurre gli adempimenti burocratici che appesantiscono le attività delle imprese e ne aumentano i costi. Siamo stati tra i pochi se non forse gli unici a denunciare, già due anni fa, l’inadeguatezza della nuova Pac. Inoltre, anche grazie alla continua attività della nostra associazione, in Italia permane la defiscalizzazione del gasolio agricolo».
L’attività sindacale di Confagricoltura Arezzo è fatta di confronto, spesso serrato, con gli organi competenti e su questa scia si muovono anche le prossime iniziative: «Insieme ad una delegazione di aziende, abbiamo già previsto un tavolo di confronto con i rappresentanti del territorio in parlamento per ribadire le istanze delle imprese associate che si svolgerà il 12 febbraio. Chiederemo che la parte politica si faccia portavoce nei confronti del Governo e delle istituzioni europee – dichiara il presidente Bartolini Baldelli – Inoltre la Confederazione nazionale ha annunciato che il giorno 26 febbraio si terrà a Bruxelles, un’assemblea straordinaria, durante la quale l’associazione ribadirà la propria posizione sulla nuova Pac e sul futuro dell’agricoltura».
L’impegno di Confagricoltura punta al raggiungimento di una serie di obiettivi tra i quali: assicurare un reddito adeguato ai produttori agricoli; migliorare la sostenibilità ambientale senza tagli produttivi; favorire la diffusione delle innovazioni tecnologiche per far fronte alle sfide del cambiamento climatico, salvaguardare i prodotti italiani ed europei nei confronti di una concorrenza non allineata con le regole dell’Unione per la sicurezza alimentare, la tutela delle risorse naturali e del lavoro, il benessere degli animali. Tutto questo non solo nell’interesse del mondo agricolo, ma del sistema complessivo che esso rappresenta in termini di sicurezza e qualità alimentare oltre che di tutela e salvaguardia del territorio.
Proteste agricoltori, Confedercontribuenti: “manifestazioni evidenziano un disagio generale ma il governo è assente”
Finocchiaro: “chiediamo alla politica di superare le divisioni partitiche e rimettere al centro delle proprie considerazioni la persona“
“Il governo Meloni si dimostra non solo incapace di tutelare l’intero settore agricolo, ma anche fortemente ipocrita, visto che dai ministri non c’è stata neanche una parola sulle proteste del Comitato agricoltori”. Lo afferma, in una nota, il Direttore Organizzativo Nazionale di Confedercontribuenti, Marco Fiocco, commentando le proteste degli agricoltori che in questo fine settimana hanno manifestato – sia in Europa che in molte parti d’Italia – predisponendo blocchi stradali che hanno provocato la chiusura di interi tratti delle autostrade.
“In sostanza – sottolinea Fiocco -, dopo aver condannato duramente gli ambientalisti che bloccavano le strade, colpevoli di essere contro le fonti energetiche fossili e dunque troppo ostili per il governo, ora che da giorni sono gli agricoltori a fare sentire le loro ragioni, allo stesso modo, bloccando le strade del Paese, il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini rimane in silenzio”.
Secondo Confedercontribuenti le motivazioni degli agricoltori in Francia e Germania differiscono, rispetto a quelle degli agricoltori italiani “ma c’è comunque – spiega Fiocco – un disagio generale rispetto ad un sistema di regole europee che sta mettendo in crisi le imprese agricole e che o chiede di produrre meno o comunque non riconosce agli imprenditori gli investimenti fatti o i passi avanti compiuti, come ad esempio, sul fronte del benessere animale e sui temi della sostenibilità delle nostre produzioni”.
Quello che oggi Confedercontribuenti chiede – aggiunge il Presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro -, è un “invito all’ascolto, un invito ad un dialogo faccia a faccia onesto per il superamento delle ‘divisioni partitiche’. Auspichiamo che i responsabili politici rimettano la persona al centro delle proprie considerazioni politiche, garantendo una maggiore trasparenza dei processi decisionali, tenendo conto delle potenziali conseguenze per coloro che ne sono colpiti e, infine, consentendo un maggiore coinvolgimento di tutti i principali attori” conclude Finocchiaro.