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lunedì | 30-12-2024

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Scuola Edile di Arezzo, gli studenti Erasmus testano un nuovo intonaco con la canapa

Grazie alle possibilità aperte dal programma Erasmus, ogni anno la struttura aretina ospita giovani provenienti da un’omologa scuola francese nelle Ardenne. Organizzando dei veri e propri “cantieri-scuola”, dove i ragazzi studiano, sperimentano, e apprendono nuove ed importanti competenze per il loro futuro lavorativo. «Si tratta di giovani – ha spiegato Andrea Bigazzi, direttore della Scuola Edile di Arezzo – dai 17 ai 23 anni che conducono un apprendistato nel settore delle costruzioni. Attualmente la nostra Scuola sta ospitando una classe di muratori e pavimentatori».

Uno degli obbiettivi che la Scuola edile si è prefissata, puntualizza il Presidente Sara Goretti, è quello di creare un crescente interesse dei giovani italiani verso il settore delle costruzioni. “Vedere questi ragazzi francesi che alla loro età, già lavorano presso le imprese edili, dimostra come questo sia un settore che può essere ancora attrattivo per i giovani. Goretti precisa come oggi debba essere sfatata l’idea negativa del settore, oggi si può lavorare veramente bene e con soddisfazione in edilizia”.

L’interessante progetto di quest’anno ha permesso ai ragazzi di lavorare ad un particolare intonaco fatto con la canapa. E’ stato un po’ come riscoprire le tradizionali tecniche di lavorazione cambiando però prospettiva, ingegnandosi per adattarle alle moderne tecnologie e necessità ecologiche. Comprendere come usare materiali naturali o tradizionali in modo innovativo, infatti, rappresenta oggi il futuro dell’edilizia.

«Questo intonaco – ha spiegato Giordano Cerofolini, Presidente di Edilcassa Artigiana FALEA – ha tre caratteristiche che lo rendono eccezionale: in primis ha una traspirabilità molto elevata rispetto ai cappotti termici fatti in materiali plastici o chimici, che permette un buono scambio di aria fra interno ed esterno, mantenendo l’ambiente salubre ed evitando umidità. Possiede poi un isolamento termico molto valido: in base allo spessore che gli viene dato consente di rendere efficiente l’edificio su cui è applicato. Infine si dimostra anche un intonaco antincendio, con una capacità di isolamento dal fuoco che raggiunge la classe REI 240. I suoi impieghi sono quindi disparati: si adatta benissimo nelle ristrutturazioni, nei locali dove c’è umidità, muffe e quant’altro».

Guardando i volti di questi giovani, parlandoci, si percepiscono ragazzi ben consapevoli di quale sia il settore che gli piace, su cui vogliono costruirsi un futuro. C’è ad esempio Matthieu, che, insoddisfatto di un classico liceo, ha provato quasi per gioco a vedere come funzionava in un cantiere, scoprendo che era il suo mondo. Oppure Alexandre, che terminato l’equivalente di quella che in Italia è ragioneria, soprattutto perché i suoi genitori volevano vederlo lavorare in ufficio, è invece “tornato indietro”, scegliendo di cominciare un apprendistato proprio nell’edilizia.

«Il settore non è più quella di 30-40 anni fa – ha spiegato Giordano Cerofolini -, con le attrezzature e le tecnologie di oggi diventa quasi un divertimento. Lavorare in edilizia poi dà soddisfazioni che altri lavori non danno. E’ bello guardare a un edificio e ritrovarsi a pensare: “quello l’ho costruito” o “l’ho ristrutturato io”».

Ma positivi sono anche i dati del settore. «Il lavoro attualmente c’è e ci sarà in futuro – ha detto Igor Magini, Presidente di Cassa Edile Industria -. Il settore è in crescita, grazie anche a strumenti come il Superbonus che è stato un impulso importante. E’ necessario però trovare un equilibrio che passi dalla ricerca della manodopera. Ecco perché la scuola ha un ruolo centrale. Se fotografiamo il settore nel territorio aretino vediamo che impiega circa 3500 addetti e di questi oltre la metà sono stranieri. Gli italiani hanno più di 50 anni. Dobbiamo quindi investire nei giovani».

Presentando il progetto e le attività della Scuola Edile di Arezzo, il Presidente Magini ha anche colto l’occasione per lanciare un appello alla città e al territorio: «Il PNRR è una grande opportunità per il territorio aretino. Sono circa 39 milioni di euro disponibili in lavori. Invito quindi tutte le aziende a partecipare agli appalti pubblici perché il rischio più grande è quello della poca partecipazione delle aziende locali. Che tutte le aziende facciano richiesta al Comune: ci sono appalti anche piccoli. Darà un impulso importante e contribuirà a cambiare il volto della città di Arezzo».

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