Sergio, l’uomo che sussurra alle ruspe

«In una manciata di ore dalla mia attivazione ero già stato al volante di un’auto, due automezzi speciali e ai comandi di tre differenti MMT in dotazione alla colonna mobile regionale di Protezione Civile delle Misericordie della Toscana…»

Sintetizza così l’inizio del suo racconto per immagini Sergio Bianchini, volontario della Misericordia di Arezzo, esperto in MMT e con all’attivo le abilitazioni al pilotaggio di speciali mezzi come ruspe, escavatori, motopale ecc, rivelatisi preziosi nei disgraziati giorni in cui i territori dell’Emilia-Romagna hanno mostrato tutte le ferite aperte e le devastazioni lasciate dal transito alluvionale.

Sergio aveva ricevuto da Protezione Civile tramite Misericordia di Arezzo l’informativa di attivazione immediata cui aveva dato pronta risposta, perciò da qual momento era passato davvero poco prima che si trovasse in viaggio alla volta di un “modulo TEC” delle Misericordie regionali.

Le giornate trascorse nelle zone colpite dal disastro alluvionale l’hanno visto impegnato, sui mezzi speciali di cui era ai comandi, in una serie di azioni volte sostanzialmente a raccogliere e abbarcare detriti e rottami d’ogni genere fino ai punti di raccolta, dai quali venivano continuamente evacuati da altri mezzi (generalmente del comune, nello specifico quello di Faenza).

Ma naturalmente non sono mancati gli interventi per prelevare e spostare melma, drenare acque stagnanti, liberare scantinati, disostruire passaggi e un’infinità di ulteriori situazioni, come sempre si presentano in casi del genere, quando l’ampiezza dei danni provocati è così estesa da creare una tale varietà di bisogni diversi.

Sergio in proposito descrive – e ci mostra nelle immagini – il toccante intervento in cui si è trovato coinvolto per “frugare” un ampio sottopasso condominiale (ancora parzialmente allagato) in cui avevano affaccio numerosi garage e magazzini… «Liberavamo più possibile dall’acqua e rovistavamo con il “Bobcat” per raggruppare i detriti raccolti ovunque e conferirli fuori da lì. Via via, intanto, venivano aperti dei garage…e si ricominciava da capo con ciò che ne usciva! Ma il colmo era che l’acqua progressivamente riaffluiva dai terreni circostanti e l’indomani mattina tutto era di nuovo allagato. Acqua limacciosa e rottami. E allora d’accapo, con aspirazione, ricerca e raccolta. Una lotta continua, contendendosi centimetri quadrati per volta. Un unico pensiero: “prima o dopo finirà!”».

E comunque Sergio sottolinea che: «Fa piacere, dà soddisfazione mettere a disposizione una determinata competenza tecnica per della gente, per un territorio e in un momento in cui può esserci bisogno davvero di tutto. Perché lì si è perso davvero tutto. E non ci si rende conto con precisione di cosa ciò possa significare finché non ci si trova a operare sul posto!… Quando usi una macchina che può svolgere senza stancarsi e senza posa il lavoro fisico di innumerevoli persone eppure sembra ancora poca cosa a fronte di tutta quella distruzione e di tutto quel che c’è da fare!… Ti senti forte ma al contempo piccolissimo. Eppure in quell’attimo l’unica differenza per tanti puoi farla solo tu. E allora cerchi solo di farla al meglio!»

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