Si riaccendono i fuochi partigiani sui monti aretini

In quattordici siti della nostra Provincia, sulle vette più alte del nostro territorio, sarà ricordato l’atto di ribellione dei Partigiani aretini contro il bando della Repubblica di Salò che imponeva loro di deporre le armi.

La notte del 25 maggio i partigiani dell’Appennino toscano sfidano i nazi-fascisti con un gesto di grande valore simbolico. È la data di scadenza dell’ultimatum di Mussolini: chi è alla macchia dovrà arrendersi, altrimenti sarà punito con la pena di morte. Il minaccioso manifesto è stato affisso dal 18 aprile. Oltre a decretare la fucilazione alla schiena per i militari e i civili “ribelli”, stabilisce pure l’immediata esecuzione “nel luogo stesso della cattura e senza bisogno di alcun giudizio” di chi sarà sorpreso armato. Rischia la morte anche chi da rifugio e fornisce vitto e assistenza a renitenti e disertori. Il manifesto giunge anche nelle più remote località di campagna, dove i partigiani si nascondono protetti dalla popolazione rurale.
La sfida prende corpo anche sui monti dell’Alta Valle del Tevere toscana, dall’Alpe di Catenaia al Monte Favalto. Racconta un partigiano: “Alle 21.30 di quel giorno su tutti i crinali della montagna, in uno spettacolo indimenticabile, i fuochi lanciano la nostra sfida, magari sfacciata rispetto alle forze che potevamo mettere in campo. Per i nostri nemici fu invece una notte d’incubo: si credettero circondati da migliaia e migliaia di partigiani che sembravano annunciare l’ora della resa dei conti”.
I fascisti si trovano in grande difficoltà in tutta la valle. L’attività dei “ribelli” si sta intensificando e il regime non dispone di forze adeguate per fronteggiarla. Le numerose azioni partigiane testimoniano che le loro bande agiscono indisturbate. Ciò mina il consenso al fascismo e la stessa motivazione di gran parte dei suoi militi.

A partire dalle ore 22.00 saranno accesi potenti fari visibili anche da grandi distanze e saranno organizzate manifestazioni collaterali per spiegare a chi vorrà intervenire il valore storico dell’evento.

La sezione ANPI di Arezzo, con la collaborazione della Protezione Civile, curerà, con due squadre, l’accensione di un faro dall’Alpe di Poti e di due da Lignano, uno rivolto verso la città e l’altro orientato verso la Valdichiana.

Alle ore 19,00 ci sarà il ritrovo a Castelsecco, dove, in collaborazione con la locale Associazione, la Sezione Soci Coop, l’ACLI e con il patrocinio del Comune di Arezzo e della Fondazione Guido D’Arezzo, si parlerà di Resistenza, si ascolteranno letture sul tema, sarà suonata musica popolare aspettando l’accensione dei fari.

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