Sport for Peace: avversari sì, nemici mai

L’occasione è stata la recente partita di calcio della Nazionale a Udine, per la quale Rondine è stata chiamata a collaborare per preservare lo spirito agonistico positivo dello sport. Da qui l’invito alle Istituzioni a incontrarsi nel borgo di Rondine per costruire iniziative che assicurino lo sport come naturale servizio alla pace.

“Oggi accade qualcosa di speciale: siete voi a essere maestri per questi giovani, testimoniando come gli adulti possono aiutare a dare loro coraggio, a superare il disorientamento e la paura. Siete qui per insegnare loro che si può costruire una cultura della convivenza e del riconoscimento reciproco, perché senza questo la parola “pace” rischia di perdere significato”. Ha affermato Franco Vaccari, presidente di Rondine.  “Il nostro motto è ‘avversari sì, nemici mai.’ Ringrazio il mondo dello sport che è qui oggi, con cui speriamo di creare un’alleanza forte, per educare a essere avversari, ma mai nemici.” Molti e differenti i soggetti locali e nazionali che hanno colto nell’iniziativa lanciata da Rondine l’opportunità per rilanciare il valore del calcio e dello sport come momento di dialogo e di pace tra le persone e tra i popoli. Dalle istituzioni allo sport, fino a esponenti delle diverse comunità religiose ma anche la scuola e l’università unite nel riconoscere il valore educativo dello sport. Da qui l’avvio della stesura di un documento, una dichiarazione d’intenti che ponga le basi per sviluppare azioni concrete, segni tangibili e duraturi per la costruzione di un mondo in cui la comprensione e la convivenza pacifiche prevalgono su ogni forma di conflitto armato.

Oggi, la pace richiede azioni concrete. Per questo, dico a voi che siete qui con noi: vi prego, non riducete la pace a uno slogan. Vi invito a trasformare il dialogo di oggi in azioni che mantengano la promessa di pace, soprattutto per noi che rischiamo molto solo ad essere qui. Questo incontro è un’opportunità: un’occasione per cambiare e ripensare il modo in cui lavoriamo per la pace, non solo attraverso politiche, ma anche con mezzi spesso poco usati, come lo sport”. Ha detto Adelina, kosovara, a nome degli studenti della World House di Cittadella della Pace.

Comune obiettivo: garantire spazi sicuri dove la diversità possa continuare a coesistere nel riconoscimento dell’esistenza dell’altro, seppur nella divergenza di posizioni e visioni.

“Nei tempi di oggi, in cui la guerra è diventata un argomento ancora più divisivo e in cui spazi di incontro e confronto diventano sempre più rari, riconosciamo la difficoltà nell’accettare il nostro invito, tentando di uscire dalla logica della polarizzazione e della delegittimazione”.  Aggiunge lo studente georgiano, Tornike.  

All’incontro non ha potuto prendere parte il ministro dello Sport, Andrea Abodi come annunciato per via di impegni istituzionali inderogabili che ha tuttavia manifestato pieno supporto all’iniziativa. Supporto che è arrivato anche dalla FIGC come ha dichiarato Maurizio Francini, Responsabile Centro Tecnico Coverciano. “Lo sport è concreta testimonianza e utile strumento di dialogo, di pace e di convivenza civile, perché riconosce il rispetto per l’avversario nelle sue regole e nei suoi valori. Abbiamo aderito all’appello di Rondine perché è in sintonia con i principi che ispirano la sensibilità e l’agire della FIGC: avversari sì, nemici mai”. 

Presente anche  Beniamino Quintieri, presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale che ha ribadito il sostegno a Rondine. “L’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale S.p.A sostiene questo progetto da tempo e intende continuare a farlo. Crediamo fortemente nel valore educativo dello Sport in quanto aggregatore sociale. Lo è a livello delle piccole comunità ma lo può essere anche a livello globale poichè strumento di promozione della pace e del dialogo tra i popoli. Siamo orgogliosi di essere vicini a Rondine, una realtà che attraverso lo Sport promuove i valori della solidarietà, dell’amicizia e del rispetto delle regole”.

“È stato emozionante oggi vedere un tavolo così numeroso, pieno di giovani, di istituzioni, di rappresentanti religiosi di fedi diverse. La partita tra Italia e Israele dello scorso 14 ottobre si è svolta, purtroppo, in un contesto di conflitto, creando divisioni”.  Ha affermato il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni.

“Vedere oggi che quella difficile occasione è stata tramutata in un momento di dialogo e di pace è per noi un grande orgoglio. Noi non dobbiamo lasciarci guidare dalle divisioni, ma cercare sempre la pace in ogni contesto. L’odio porta all’assenza di felicità, alla perdita dei propri cari, al dolore. La guerra porta solo altra guerra. Ecco perchè oggi a Rondine è stata una grande occasione di arricchimento per tutti quanti, un primo passo per iniziare insieme, un percorso concreto per portare il messaggio di pace nelle nostre realtà, partendo proprio dal mondo dello sport.” Ha concluso il Sindaco.

Grande supporto anche da  Mons. Riccardo Lamba, arcivescovo di Udine . “Per ritrovare la via della pace, dobbiamo riconoscerci e valorizzare la nostra unicità, anche nei contesti difficili come quelli di guerra. L’augurio è che ciò che stiamo vivendo possa essere un esempio che ciascuno di noi porterà con sé, e che possa ispirare anche gli altri. Possiamo ancora stupirci e, attraverso questa meraviglia, ritrovare la pace.” 

Non è mancata inoltre la voce di  Noemi di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane:  “La mia preghiera per i giovani qui è quella di avere il coraggio di guardarsi negli occhi, di riconoscere la dignità altrui. Abbiamo il dovere di creare capacità di convivenza nelle nostre comunità. Scegliendo la vita per noi, possiamo trasmetterla anche ai giovani. Voi ragazzi siete il futuro dell’Italia, e la vostra responsabilità è enorme.”
Importante presenza anche della comunità musulmana espressa dall’intervento di Izzedin Elzir per l’Unione delle Comunità Islamiche in Italia: “La situazione di conflitto armato non deve essere la normalità; deve diventare anormale. Dobbiamo creare un ambiente che permetta ai giovani di costruire fiducia e di superare la visione del nemico. Lo sport è uno strumento potente, ma deve essere utilizzato correttamente. Dobbiamo lavorare insieme, con grande sforzo, per realizzare progetti concreti. È fondamentale che chi è qui oggi lavori come una squadra.”

Grande partecipazione inoltre delle realtà socio-economiche del Friuli che hanno aderito come ha ricordato Piero Petrucco, vicepresidente reggente Confindustria Udine condividendo una proposta: “Sarebbe bello che, come rappresentanti del mondo del lavoro e delle imprese, cogliessimo da questa giornata l’opportunità di costruire un progetto concreto che suggelli una collaborazione con Rondine. Udine e Arezzo, in modo quasi casuale, si sono incrociate qui, e vorrei che questo incontro fosse solo l’inizio di qualcosa di solido e duraturo. Non deve esaurirsi in una giornata piacevole, ma rappresentare un punto di contatto anche per il futuro”. Tra le varie sigle e enti che hanno aderito Fondazione Friuli, Confindustria Friuli Venezia Giulia con il Presidente Pierluigi Zamò, Confartigianato Udine, CNA FVG, Legacoop FVG, CiGL FVG, CISL FVG, UR UIL FVG,  CGIL Udine, CISL UD, PrimaCassa Credito Cooperativo FVG con il presidente Giuseppe Graffi Brunoro; inoltre preziosa la presenza del Rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton e di Chiara Tempo, in rappresentanza del Liceo Percoto di Udine che già da anni ha avviato nell’Istituto una Sezione Rondine adottando il Metodo della Cittadella della Pace e formare gli studenti alla trasformazione del conflitto . Infine Rappresentanti della Chiesa Evangelica Metodista di Udine, della Chiesa Serbo Ortodossa, (parrocchia di San Stefano Nuovo a Udine), del Patriarcato ortodosso di Costantinopoli, del COREIS – Comunità Religiosa Islamica Italiana. Presenti inoltre Giovanni Galli, da tempo vicino alla Cittadella e il vescovo Andrea Migliavacca che ha dato il benvenuto nella Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

L’incontro è stata l’occasione per ribadire il valore dello sport e dell’educazione come strumenti di coesione sociale e motori di cambiamento e per progettare insieme azioni concrete per la costruzione di un mondo in cui la comprensione e la convivenza pacifica prevalgano su ogni forma di conflitto armato.

Articoli correlati