Stragi nazifasciste, i comuni fanno rete contro i mancati rimborsi
La linea oppositiva dell’organo che rappresenta lo Stato nelle controversie legali sulle stragi nazifasciste ha destato forti preoccupazioni nei rappresentanti istituzionali che il 5 gennaio scorso hanno deciso di convocare un incontro presso la sede della Regione Toscana, fare il punto sulla questione e concertare i passi successivi. Al tavolo ha partecipato anche il Sindaco di Civitella in Val di Chiana, Andrea Tavarnesi. Insieme al Consigliere regionale Massimiliano Pescini, supportati dal Senatore Dario Parrini, i Sindaci dei comuni interessati provenienti dalla Toscana e dall’Emilia Romagna hanno dato vita ad un nuovo coordinamento dei territori colpiti dalle stragi nazifasciste estendendolo su scala nazionale. Era già attiva una rete regionale, nata nel 2021 e ufficializzata nel 2022 con l’obiettivo di programmare e condividere interventi ed iniziative volte a promuovere e valorizzare la cultura della memoria basata sui valori costituzionali di democrazia, libertà, legalità e la conoscenza dei misfatti perpetrati in Toscana ed Emilia Romagna dalle truppe nazifasciste. Gli Amministratori non solo hanno espresso la volontà di denunciare l’atteggiamento dell’Avvocatura dello Stato, ma hanno stabilito un piano di azioni congiunte come rete unitaria e compatta allo scopo di tutelare la memoria e sostenere le istanze dei familiari delle vittime.
“Il comportamento ostile assunto dall’Avvocatura dello Stato nei confronti dei familiari delle vittime delle stragi nazifasciste equivale al tentativo, incomprensibile e inaccettabile, di annichilire la memoria ed ogni sua forma, espressione, traccia, testimonianza che da 80 anni grida giustizia e verità, ciò che invece per noi rappresenta il cuore del patrimonio identitario nazionale, un valore imprescindibile sul quale poggiano i fondamenti della Carta costituzionale”. Così gli amministratori comunali degli oltre venti comuni toscani, teatro di stragi nazifasciste e deportazioni nel 1944, dopo aver appreso del ricorso all’appello dell’Avvocatura dello Stato che ha di fatto bloccato e allungato l’iter giudiziario delle prime sentenze italiane emesse a favore dei familiari delle vittime delle stragi. Il Tribunale di Firenze, con le disposizioni sancite dalla giudice, la dottoressa Susanna Zanda, aveva infatti condannato lo scorso novembre la Repubblica federale di Germania al riconoscimento della responsabilità dei crimini di guerra.
“Alla guerra che di fatto lo Stato dichiara ai cittadini attraverso questa inaccettabile presa di posizione opponiamo la nostra battaglia di civiltà, resistenza e memoria – hanno commentato i Sindaci – all’indifferenza e ciò che è peggio agli ostacoli frapposti dall’Avvocatura dello Stato che punta ad arrestare il percorso dei risarcimenti rispondiamo con l’impegno a porre in primo piano la coscienza storica e la ferma determinazione ad ottenere giustizia, quella che i testimoni e i familiari delle vittime chiedono da troppo tempo”. “Perché lo Stato non vuole riconoscere ciò che è dovuto ai familiari delle vittime rispetto alle immani tragedie che hanno vissuto? – incalzano – chiediamo chiarimenti e attenzione alle più alte autorità del nostro Paese, chiediamo la restituzione doverosa dell’importante tributo di sangue che le vittime hanno versato sull’altare della nostra libertà. E non ci fermeremo”.
Alcune azioni di contrasto sono già partite. Il Sindaco di Stazzema Maurizio Verona ha scritto una lettera appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sottolineare l’iniquità dell’azione dilatoria intrapresa dall’Avvocatura dello Stato. Il Presidente Antonio Mazzeo si è assunto l’impegno a portare questo stesso argomento all’ordine del giorno e attivarne una discussione politica tra i banchi del Consiglio regionale. Il Senatore Dario Parrini, da tempo impegnato su questo fronte, ritiene inaccettabile il comportamento dell’Avvocatura dello Stato sul piano morale e giuridico, in cerca solo di un pretesto per allungare i tempi e scoraggiare le parti coinvolte.