Un altro “prete colto” ci ha lasciato: Don Fortunato Bardelli, parroco di Frassineto
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Don Fortunato, originario del Tegoleto, è nato il 5 novembre 1946; entrato in seminario fu ordinato sacerdote nel 1970. Ha poi frequentato l’Università del Laterano a Roma.
È stato parroco di Peneto, Usciano, San Zeno e poi Frassineto. Oltre ad aver avuto cura delle parrocchie a lui affidate, ha insegnato per circa venti anni all’ITC Buonarroti di Arezzo.
Nel 1994 è andato a fare il missionario in Brasile e là nel 1999 ha fondato il “Centro Educacional San Donato – Arezzo” che accoglie bambini e adolescenti delle periferie di Goiânia, capitale dello stato di Goiás. Per l’inaugurazione è volato in Brasile l’allora Vescovo di Arezzo, il Cardinale Gualtiero Bassetti. Quando don Fortunato presentò il suo progetto al vescovo, Bassetti lo guardò ed esclamò: “Ma tu mi sembri matto!”. La diocesi di Arezzo non aveva denari per finanziare quell’opera, ma poi siccome “le vie del Signore sono infinite”, da qualche strada i soldi arrivarono e il Centro è realtà.
Scrive di sé don Fortunato: “Di umile origini e perciò nobile, ama la vita che ha dipinto, modellato in ceramica, raccontato in molte commedie”.
Ed in effetti, don Fortunato ha scritto diverse opere, corredandole di originali disegni: “Mastrolapo e la luna” (raccolta di commedie del 1991), “La collina di Zeno” (un’originale storia di Arezzo del 1993), “Brasile” (racconti del 1995), “La capanna di Aruanà” (2001), “Mastrolapo e le stelle” (2009), “La mia America Latina” (2014).
Quando era parroco a San Zeno ha scritto un coinvolgente testo per la rappresentazione della Passione di Cristo, poi messa in scena in molte parrocchie della diocesi.
Sempre legato alla Valdichiana, lo ricordo tra i parroci che firmarono un appello alle autorità per evitare la costruzione di un grande aeroporto tra Frassineto e Olmo.
Mente molto brillante, spirito alquanto profondo e critico, ebbe a scrivere di lui il suo amico, il compianto don Antonio Bacci: “Bardelli è un formidabile scrittore. La libertà di spirito in lui non è solo nell’operare, ma si traduce nel raccontare, nel narrare, nel descrivere. Umorismo, pathos, ironia, sarcasmo, realismo, non-sense, tutto viene messo a servizio per illustrare quell’infinita ricchezza che è la vita umana, anche nella più squallida situazione esistenziale”.