Un ricordo di Mauro Lorenzetti, tra emigrazione, ritorno e scoperte archeologiche
![1631873972_mauro_lorenzetti](https://www.arezzo24.net/wp-content/uploads/news/2021/09/1631873972_mauro_lorenzetti.jpg)
Mauro era emigrato in Svizzera ed aveva trovato lavoro presso la Swissair. Tornava a Castiglioni per le ferie, ma una volta andato in pensione, ha acquistato il piano terreno ed i vasti fondi del Palazzo Paglicci in Corso Italia, dove si è trasferito con la moglie.
Lorenzetti si era iscritto al Gruppo Archeologico della Valdichiana di Castiglioni e partecipava attivamente alle attività del sodalizio, ospitando in casa sua anche alcune riunioni operative.
Mauro Lorenzetti balzò agli onori delle cronache quando iniziò ad eseguire dei lavori di sbancamento della parte retrostante Palazzo Paglicci, per realizzare un garage interrato. Nello scavare, vennero alla luce grosse pietre ben sbozzate, e una di queste mostra un rozzo bassorilievo, molto interessante. Si tratta di una figura umana seduta di profilo sopra uno strano oggetto (tronco?), con una gamba piegata e l’altra stesa; ha in testa un cappello e stringe nella mano destra un bastone. Sul fianco ha una bisaccia e con la mano sinistra stringe in alto una frasca. Fatta vedere a parecchi esperti di arte e storia medievale (Antonio Bacci, Franco Cardini, Alberto Fatucchi, Renato Stopani, Gianfranco Binazzi, Marco Rossi, Mirko Santanicchia ecc.) fu ipotizzata una datazione tra il XII ed il XIII secolo e la raffigurazione di un pellegrino che si riposa mentre fa ritorno da Gerusalemme. Fu quindi ipotizzato un collegamento tra quel bassorilievo e l’Ospedale di San Giovanni dei Cavalieri Gerosolimitani, presente nei documenti medievali a Castiglioni, ma mai localizzato.
A confortare l’ipotesi che nell’area del Palazzo Paglicci nel basso medioevo sorgesse uno SPEDALE, ci sono anche i numerosi frammenti di microvasetti per le spezie e le medicine riemersi con lo sbancamento.
Mauro Lorenzetti offrì la sua scultura al Comune, ma senza successo. Allora la collocò in bella vista nei fondi restaurati e sistemati, che spesso accoglievano mostre di arte e di documentazione. Successivamente l’ha collocata all’ingresso principale.
Innamorato del Palazzo Paglicci, in anni recenti era riuscito ad acquistare anche il primo piano, storica sede del PCI castiglionese. Si era impegnato in importanti restauri che hanno valorizzato anche lo stesso Corso Italia e la vicina Piazza del Comune.
Era davvero felice di abitare in quella che fu la residenza di una delle più importanti famiglie castiglionesi.