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domenica | 20-04-2025

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Un rinnovato impegno delle Acli di Arezzo per la cultura della pace 

Avviare negoziati di pace per scongiurare un’escalation della crisi. L’esigenza è sostenuta dalle Acli di Arezzo che, a quasi un anno dall’avvio del conflitto in Ucraina, esprimono preoccupazione per i futuri scenari internazionali e rilanciano la necessità di promuovere la cultura della pace e il ripudio della guerra. L’associazione raccoglie l’appello lanciato dalle Acli a livello nazionale per evidenziare l’esigenza di mantenere alto il livello di attenzione verso queste tematiche e per stimolare una mobilitazione per richiedere il “cessate il fuoco” a tutti i livelli, a partire proprio dal locale.

La volontà è dunque di dar seguito alla promozione e alla partecipazione a iniziative orientate a una riflessione e una presa di coscienza verso le tematiche della pace, del progresso e dell’affermazione dei diritti. Su questo solco, ad esempio, va a inserirsi la partecipazione attiva alla manifestazione “Maratona di lettura dei racconti orientali” dello scorso 28 gennaio in piazza San Francesco al fianco del comitato Rete Aretina Pace e Disarmo per i diritti delle donne in Afghanistan e Iran. Una delegazione aclista sarà inoltre presente sabato 4 febbraio alle commemorazioni per la Giornata Nazionale delle Vittime Civili di Guerra e dei Conflitti nel Mondo promossa dalla sezione di Arezzo dell’ANVCG per ricordare il dramma dei tanti conflitti attualmente in corso e per rinnovare l’urgenza di perseguire e affermare i valori della pace. «Il tema della pace è attualmente di importanza vitale – ribadisce Luigi Scatizzi, presidente provinciale delle Acli. – La recente corsa al riarmo indotta dall’aggressione russa all’Ucraina non permette di intravedere una soluzione all’orizzonte e, soprattutto, minaccia di portare a un’escalation della crisi con un possibile coinvolgimento diretto delle forze della Nato. Una volta di più, dunque, alziamo la nostra voce contro la follia e l’orrore di questa e di tutte le guerre, evidenziando l’urgenza di avviare negoziati di pace».

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