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sabato | 01-03-2025

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Arezzo, violati dossier e uffici servizi sociali. Indagini in corso per risalire all’identità dei vandali

Forzata la porta d’ingresso, uffici messi a soqquadro, scrivanie e sedie rovesciate, finestre rotte, documenti rovistati e sparsi per terra. Sabato scorso, non si sa se una o più persone, sono penetrate all’interno dei locali in via Garibaldi, dove hanno sede i servizi sociali del Comune di Arezzo, mettendo a segno un raid vandalico. La Polizia Municipale di Arezzo indaga per risalire all’identità degli autori del raid, forse, questa una delle ipotesi più plausibili, alla ricerca di qualche documento. Al vaglio degli inquirenti la visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate in zona. Restano i danni agli uffici e l’amarezza degli operatori.
“Si tratta di un fatto gravissimo e inquietante che va considerato al pari delle altre forme di aggressione ai danni degli assistenti sociali che purtroppo sono in preoccupante aumento.  Allo stesso tempo si tratta di una violazione del diritto alla privacy dei cittadini che si rivolgono ai servizi sociali per una richiesta d’aiuto. Negli uffici dei servizi sociali i cittadini consegnano le proprie storie spesso con eventi che si snodano attraverso momenti di difficoltà, dolore, a volte  di solitudine. L’ascolto di queste storie sono il cuore della nostra attività che preserviamo come un grande valore attraverso il segreto professionale. Ai colleghi aretini e  al Comune di Arezzo va la nostra  solidarietà  nella  convinzione che risponderanno a questo vile attacco ricostruendo  da subito quel clima di fiducia con i cittadini che a loro si sono rivolti necessario per costruire relazioni d’aiuto”.
Così Rosa Barone, presidente del Consiglio regionale della Toscana dell’Ordine degli assistenti sociali commenta il raid di sabato scorso negli uffici dei servizi sociali di Arezzo.
“Un gesto che va stigmatizzato per la sua gravità – considerandolo come atto di violenza perpetrato – conclude la presidente degli assistenti sociali della Toscana – nei confronti dei nostri colleghi, che sono i custodi delle storie di persone vulnerabili esposte a condizioni di deprivazione e sofferenza e nell’esprimere la vicinanza dell’Ordine auspichiamo che le indagini delle forze dell’ordine e della magistratura possano consentire di fare piena luce su questo inquietante caso”.

Sul fatto è intervenuta la vicesindaco Lucia Tanti: “Il nostro è un settore sovraesposto: la città ‘resiste’ alla crisi grazie a loro e per questo abbiamo deciso nuove assunzioni”.

“Rinnovo a nome dell’amministrazione comunale la vicinanza agli assistenti sociali del Comune per la violenta intrusione nei loro uffici. Un pensiero che ho espresso anche con una lettera al direttore del servizio sociale a cui ho garantito non solo massima celerità nel ripristino di ciò che è stato devastato ma anche un costante presidio dei sistemi di protezione degli spazi dove quotidianamente viene svolto un lavoro insostituibile.
Il fatto, condannabile senza se e senza ma, mi stimola inoltre una riflessione di carattere generale: non solo l’assessore e la giunta ma l’intera città si stringa attorno ai nostri professionisti che in questi ultimi due anni, più di altri, hanno rappresentato il front office maggiormente esposto al disagio esistente e a quello emerso a seguito della pandemia.
Gli assistenti sociali hanno ‘assorbito’ con grande dedizione istanze crescenti e momenti di forte criticità. Stare in prima linea, in nome di un irrinunciabile principio di coesione, espone anche a questioni di sicurezza, degli ambienti e delle persone, ma resto convinta che quanto il Covid ha inasprito trova e troverà risposta adeguata grazie a queste figure strategiche e a quanto insieme sapremo dare.
E quanto sia prezioso il loro ruolo per noi, lo dimostrano le assunzioni a cui abbiamo dato corso a febbraio del 2022 quando sono entrati in organico cinque nuovi assistenti sociali che hanno reso Arezzo un Comune ancor più virtuoso nei servizi di welfare, con un assistente ogni 5.200 abitanti per rendere la città più solidale e inclusiva. Senza di essi nessuna azione di sostegno sarebbe possibile”.

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