Banca Etruria, altra archiviazione per Boschi. Maria Elena: “La verità più forte del fango”

La Procura della Repubblica di Arezzo aveva formulato l’accusa relativamente alla liquidazione dell’ex direttore generale dell’istituto di credito Luca Bronchi da circa 700mila euro netti (1,2 milioni lordi) di cui 400mila già confiscati perché ritenuti non dovuti. Il gup Fabio Lombardo, subentrato a Piergiorgio Ponticelli, ha depositato la decisione finale in cancelleria, sollevando dalle accuse Pierluigi Boschi, all’epoca vicepresidente del defunto Istituto di credito aretino e con lui tutti i componenti dell’ultimo consiglio di amministrazione: Claudia Bugno, Rosanna Bonollo, Alessandro Benocci, Carlo Catanossi, Alessandro Liberatori, Luigi Nannipieri, Luciano Nataloni, Anna Maria Nocentini, Claudio SaliniIlaria Tosti. Il filone è quello relativo ai circa 700mila euro approvati da quel cda il 30 giugno del 2014 e in quell’anno versati da Bpel all’ex dg Bronchi, che proprio per la buonuscita è stato condannato in primo grado. Prosciolto per due volte nella vicenda giudiziaria del fallimento di Banca Etruria, una prima dalla contestazione di falso in prospetto successivamente dall’accusa di bancarotta fraudolenta per la mancata fusione tra Banca Etruria e Popolare di Vicenza, Pier Luigi Boschi incassa dunque un’altra archiviazione, non essendo emersi elementi a carico dei consiglieri e del vicepresidente, mentre l’ultimo presidente, Lorenzo Rosi, è ancora sotto processo. Boschi e il cda di Banca Etruria dell’epoca sono attesi da un altro passaggio processuale il 14 gennaio 2021, quando dovranno difendersi dall’accusa di bancarotta colposa per il filone “consulenze d’oro” di Etruria.

Alla notizia dell’archiviazione, Maria Elena Boschi, all’epoca dei fatti Ministro della Repubblica, ha commentato sui social:

“Ancora un’archiviazione per mio padre su Banca Etruria. Chissà dove sono ora coloro che in questi anni ci hanno insultato, offeso e minacciato. Ma oggi è un giorno bello: la verità è  più forte del fango”. 

Sempre su social, l’on. Ettore Rosato, Italia Viva:

“I giustizialisti, anche quelli che sono al governo con noi, che scaricarono sentenze (e insulti) su Maria Elena Boschi per la vicenda che coinvolgeva il papà, per il quale oggi c’è stata l’ennesima archiviazione, sono certo si scuseranno con lei e con l’opinione pubblica”.

Il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone: 

“La verità è  più forte del fango e la coerenza pure. Altroché ritirare le querele. Se lo scordino. Hanno colpito senza pietà, infischiandosene delle sofferenze che provocavano”.

 

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