Caso Mugnai, la sorella di Dodoli si costituisce parte civile. La difesa: “Non ha colpito alle spalle”
Nuovo sviluppo nel corso dell’udienza preliminare per il caso Sandro Mugnai, l’artigiano di San Polo di Arezzo accusato di omicidio volontario per l’uccisione del vicino Gezim Dodoli, 57 anni, avvenuta il 5 gennaio 2023. Durante l’udienza di questa mattina al Tribunale di Arezzo, è emersa la richiesta di costituzione come parte civile da parte della sorella della vittima, che si aggiunge alla moglie e ai figli di Dodoli già rappresentati.
Il giudice Stefano Cascone ha rinviato la decisione al 24 gennaio, scartando nel frattempo l’ipotesi di rito abbreviato. In caso di rinvio a giudizio, il processo si terrà in Corte d’Assise, con la partecipazione di giudici popolari. La difesa di Mugnai, guidata dagli avvocati Piero Melani Graverini e Marzia Lelli, contesta integralmente l’accusa, sostenendo che l’artigiano non abbia colpito Dodoli alle spalle. La difesa insiste sul fatto che Dodoli fosse a bordo dell’escavatore e stesse tentando di demolire non solo le auto nel piazzale, ma anche l’abitazione della famiglia Mugnai, dove in quel momento si stavano celebrando i festeggiamenti dell’Epifania.
Mentre il processo avanza, cresce il dibattito pubblico sulla vicenda. Un comitato di sostegno a Mugnai si è formato per difendere l’artigiano, sostenendo la tesi della legittima difesa. A capo il parroco di San Polo, don Natale Gabrielli, tra i sostenitori spicca il generale Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega, che ha visitato Mugnai a San Polo il 5 gennaio scorso, nell’anniversario della tragedia. Vannacci ha dichiarato l’intenzione di portare la questione all’attenzione delle istituzioni europee, sottolineando la necessità di un confronto sulla legittima difesa.
I fatti di San Polo e il dramma della lite con Dodoli
L’episodio che ha portato al processo è avvenuto la sera del 5 gennaio 2023 a San Polo di Arezzo. Gezim Dodoli, secondo quanto ricostruito, avrebbe fatto irruzione nel piazzale di Sandro Mugnai a bordo di una ruspa, distruggendo alcune auto e dirigendosi poi verso l’abitazione dell’artigiano. La lite tra i due, aggravata da precedenti tensioni di vicinato, sarebbe degenerata in pochi istanti. Mugnai, armato di un fucile regolarmente detenuto, ha sparato colpendo a morte Dodoli.