Crac Etruria, Intesa è fuori. Boschi chiede di essere ascoltato. Vittime da Rossi: la procura ricorrerà in appello
Boschi chiede di essere ascoltato
Durante l’odierno procedimento dedicato alle “consulenze d’oro”, 14 gli imputati. Tra di loro anche Pierluigi Boschi, all’epoca dei fatti vice presidente dell’istituto di credito aretino, che ha depositato istanza al giudice Ada Grignani di poter deporre in aula. Data non ancora fissata, ma c’è grande attesa per la verità del padre di Maria Elena Boschi, ex ministra ed attuale presidente dei deputati di Italia Viva. Il processo riprenderà il 19 novembre. Insieme a Boschi, sul banco degli imputati ex dirigenti e consiglieri del cda che avallò gli incarichi consulenziali per circa 4,5 milioni affidati tra il giugno e l’ottobre 2014 che per la procura erano in alcuni casi fittizi, in altri sovradimensionati. In ogni caso, per l’accusa, del tutto inutili. Sono Alessandro Benocci, Rosanna Bonollo, Claudia Bugno, Daniele Cabiati, Carlo Catanossi, Emanuele Cuccaro, Giovanni Grazzini, Alessandro Liberatori, Luigi Nannipieri, Luciano Nataloni, Anna Maria Nocentini Lapini, Claudio Salini e Ilaria Tosti.
Intesa San Paolo fuori dai giochi
Durante la seduta di stamani, svoltasi al Tribunale di Arezzo, sono stati ammessi tutti i testi, escluse dal procedimento Intesa Sanpaolo e Ubi Banca (dal 12 aprile 2021 si è realizzata la fusione societaria di UBI Banca in Intesa Sanpaolo), che non risponderanno civilmente verso i risparmiatori per il fallimento di Banca Etruria come chiesto dall’avvocato Ranghino. La giudice Grignani ha accolto il fatto che Ubi e poi Intesa San Paolo sono entrate nella proprietà della defunta banca aretina in una fase successiva ai fatti contestati nel processo.
Le “Vittime del salvabanche” da Roberto Rossi
Intanto pare ormai chiaro che la procura ricorrerà in appello contro il verdetto sul filone bancarotta che nei giorni scorsi ha registrato l’assoluzione di tutti gli imputati tranne uno. A caldo, il pm Roberto Rossi aveva dichiarato: “Aspettiamo di leggere le motivazioni, ma è evidente che l’ipotesi di ricorso in appello diventa plausibile. Questa sentenza si pone in contraddizione con quella precedente relativa alle condanne comminate per bancarotta con rito abbreviato“. E’ quanto ha ripetuto a Letizia Giorgianni, che ha guidato una delegazione di risparmiatori del comitato Vittime Salvabanche a colloquio con Rossi. Giorgianni ha dichiarato di aver avuto dal procuratore Roberto Rossi le risposte che cercava. Evidentemente la garanzia, non appena rese pubbliche le motivazioni che hanno portato alle assoluzioni, che la Procura valuterà il ricorso contro la sentenza.