Estra, Consiglio di Stato conferma la legittimità dello stop di 2 anni a Macrì

“Con delibera del 10 novembre 2021, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha deliberato, ai sensi dell’art. 7, comma 2, lettera d) del d.lgs. n. 39 del 2013, la inconferibilità dell’incarico conferito al Dott. Francesco Macrì, di presidente della società Estra S.p.a. in data 31.07.2017 e la conseguente nullità degli atti di conferimento degli incarichi e dei relativi contratti, ai sensi dell’art. 17del d.lgs. n. 39/2013″. Respinti dunque, con sentenza del Consiglio di Stato, presidente Paolo Giovanni Nicolò Lotti, i ricorsi per “riabilitare” il presidente (che ora ha comunque riassunto la carica). La sentenza del Consiglio di Stato è stata depositata lo scorso 21 agosto e non avrà alcun effetto sul piano della giustizia penale e dell’attuale assetto di Estra. Essendo decadute le cause ostative della legge Severino, vale a dire i due anni di “raffreddamento” tra il ruolo ricoperto in un ente pubblico (consigliere comunale) e quello di presidente di una controllata come Estra, definita “società di diritto privato in controllo pubblico”, il verdetto del Consiglio di Stato non intacca la nuova nomina di Macrì, tornato nel frattempo, dallo scorso giugno, alla guida del colosso dell’energia. Per quanto attiene i compensi percepiti da Macrì nei due anni in questione, non devono essere restituiti, in quanto è fatto valere il principio che “il lavoro è stato effettivamente svolto“. Intanto, un parere della Corte dei Conti riaccende il dibattito sulla quotazione della Multiutility Toscana.

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