Ha ucciso la moglie malata dopo l’ennesimo litigio

Quella sera, ha detto durante l’odierno interrogatorio di fronte al pm Marco Dioni, “lei non voleva andare a letto, era passata la mezzanotte e ero sfinito”. Il primo interrogatorio non era andato a buon fine, l’anziano si era avvalso della facoltà di non rispondere. Stamani le prime ammissioni e la conferma di continue liti col progredire della malattia. “Finchè quella sera non ci ho visto più“, ha detto Sacchi al magistrato. Dopo aver sparato alla moglie, un solo colpo, fatale, alla testa, Sacchi ha chiamato i vicini di casa. Sono stati loro ad attivare il 118 e la Polizia, che Sacchi ha atteso nell’appartamento in via Giotto ad Arezzo. Gli avvocati dell’anziano, Piero Melani Graverini e il nipote, Stefano Sacchi, anche lui avvocato, hanno confermato stamani di voler presentare istanza per “una misura cautelare alternativa in una Rsa disponibile e con sorveglianza“. L’accusa nei confronti di Sacchi è di omicidio volontario, aggravato dal legame parentale con la vittima, un reato che non consente l’accesso al rito abbreviato con sconto di un terzo della pena.

{rwgallery}

 

Articoli correlati