Il disastro ambientale del Keu va a giudizio. Chimet e Tca, conferimenti regolari

Nessuna irregolarità nello smaltimento dei rifiuti di lavorazione che Tca e Chimet hanno inviato all’impianto Lerose di Bucine, al centro dell’inchiesta Keu: “la comunicazione è stata corretta, indicato il codice previsto e compilata regolarmente la documentazione“. Il Tar della Toscana ha accolto i ricorsi presentati dalle due aziende aretine di recupero metalli preziosi, esprimendosi contro il provvedimento che le indicava tra i responsabili della contaminazione del sito e le obbligava a costosissime operazioni di bonifica per un importo di 10 milioni di euro. Per Chimet, difesa dall’avv. Roberto Alboni e Tca, rappresentata dall’avvocato Andrea Farì, il pronunciamento del Tar potrebbe portare ad un alleggerimento dei capi d’accusa in sede processuale.

Fase processuale della vicenda che prenderà il via domani, con l’udienza preliminare che vede coinvolte 24 persone e 6 società. Il comune di Bucine e il Movimento dei Consumatori si costituiranno parte civile. A loro si aggiunge l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), rappresentata e difesa dall’Avv. Luca Scarselli del Foro di Firenze, che ha presentato istanza di costituzione di parte civile con la finalità “di difendere gli interessi collettivi del popolo inquinato e della legalità ambientale“.

Il keu è un residuo di produzione derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli. Qualora adeguatamente trattato, può esser considerato una materia prima secondaria o sottoprodotto (art. 184 bis del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) e riutilizzato, altrimenti è un rifiuto. In Toscana – com’è avvenuto con altre sostanze tossiche in altre parti d’Italia – grandi quantitativi di keu non trattato (quindi rifiuto) sembra proprio che siano stati utilizzati nei lavori stradali della strada regionale n. 429, nella zona di Empoli, e lungo la strada provinciale aretina n. 7: è stato avviato un procedimento penale che ha coinvolto amministratori e funzionari pubblici, elementi della criminalità organizzata, imprese. La Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Firenze contesta la commissione di una lunga serie di reati, anche in forma associativa, compresi il disastro ambientale e reati contro la pubblica amministrazione. Domani, 12 aprile 2024, si tiene al Palazzo di Giustizia fiorentino l’udienza preliminare per l’eventuale rinvio a giudizio di una trentina di indagati a vario titolo.

 

 

 

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