“In ferie a Napoli, avvertito dalla Centrale, l’ho riconosciuto. Non ha opposto resistenza”. Davide Comito ricostruisce le fasi dell’arresto del tunisino col machete
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Libero dal servizio, si trovava a Napoli in ferie quando è stato allertato dai colleghi della centrale aretina che il tunisino in fuga si trovava alla Stazione Centrale. Il Dirigente della Squadra Mobile di Arezzo Davide Comito racconta le fasi dell’arresto, avvenuto nel capoluogo campano, del tunisino che lo scorso 14 febbraio ha colpito con una lama Abdoulaye Mballo, la guardia giurata in servizio al supermercato Conad di Arezzo: “C’era già un’intensa attività investigativa in corso da parte degli uomini della Squadra Mobile di Arezzo subito dopo i fatti del 14 febbraio, coordinata dalla Procura della Repubblica di Arezzo, con testimonianze e attività tecnica sulle utenze del soggetto. La localizzazione è avvenuta a Napoli proprio nel giorno in cui mi trovavo in ferie nel capoluogo campano. Quando i collaboratori di Arezzo mi hanno informato sulla cella agganciata dal soggetto, mi trovavo in zona e l’ho intercettato, coordinandomi con i colleghi della Squadra Mobile di Napoli. E’ stata fatta intervenire una Volante e il soggetto è stato assicurato“. Lo ha riconosciuto alla Stazione? “Si, la foto della persona era stata diffusa a tutte le Volanti in zona, io lo avevo ben in mente, stavo indagando sull’accoltellamento da dieci giorni. In stazione ci sono punti frequentati da extracomunitari, battendo quei punti l’ho individuato e riconosciuto e subito è stata fatta intervenire la Volante“. Le indagini si basavano principalmente sull’intercettazione del cellulare dell’uomo. “Il fatto che io lo abbia individuato nasce all’esito di un’attività intensa d’indagine, voglio congratularmi con i miei collaboratori che hanno fatto una ricostruzione certosina dei fatti con testimonianze, visione delle immagini e l’attività tecnica sull’utenza che ci ha consentito la sua localizzazione. Io ero sempre in stretto coordinamento con i colleghi, che mi hanno raggiunto a Napoli. Ho solo effettuato materialmente il fermo“. Come si è mosso l’uomo? “Il soggetto era in fuga, ben consapevole che erano in corso le ricerche nei suoi confronti e di aver commesso un fatto grave. La pericolosità del soggetto, la gravità del fatto e il pericolo di fuga, hanno consentito il fermo di Polizia Giudiziaria che è stato validato dall’Autorità Giudiziaria, il pm di turno presso la Procura della Repubblica di Napoli“. Quali sono le ipotesi reato? “Tentata rapina impropria, minacce aggravate e tentato omicidio. L’addetto alla sicurezza ha riportato una ferita grave in una zona vitale. Dalla visione delle immagini, secondo la nostra ricostruzione, c’è la volontà di uccidere“. Avete ritrovato anche l’arma? “Si, subito dopo i fatti, ad Arezzo. Abbiamo ricostruito l’acquisto presso la rivendita di coltelli in centro. Dopo il primo tentativo di rapina e il contrasto con l’addetto alla sicurezza, è andato ad acquistare il coltello, volontà di intento criminoso“. Chi è l’arrestato? “E’ un tunisino di circa 30 anni senza fissa dimora con precedenti nel nord Italia, è stato arrestato per traffico di sostanze stupefacenti con ordine di espulsione dal territorio nazionale, quindi è irregolare, già noto ai nostri uffici. Come è arrivato ad Arezzo, si è inserito nel mondo dello spaccio. Sia la vittima dell’aggressione che il venditore di coltelli lo hanno riconosciuto dalla visione delle immagini“. Ha spiegato i motivi di tanta ferocia? “No, è stato collaborativo al momento del fermo, non ha opposto resistenza, ma non ha fornito chiarimenti su chi possa eventualmente avergli dato appoggio durante la fuga, né sui motivi del gesto“.