Inchiesta ‘ndrangheta, gli indagati rompono il silenzio. Giani: “Chiarire i fatti”. Ruscelli: “Liberare il Valdarno”
Mafia nelle concerie, il sindaco di Santa Croce sull’Arno Giulia Deidda indagata: “A disposizione degli inquirenti” – “Lo avrete letto sui giornali ieri pomeriggio o stamattina – scrive su Facebook Deidda – sono iscritta nel registro degli indagati all’interno delle indagini della Dda di Firenze. Mi sono messa pienamente a disposizione degli inquirenti. Attendo con tranquillità l’avanzamento delle indagini e nutro piena fiducia nell’operato della Magistratura. Spero che i tempi della giustizia siano veloci. Non è sospesa la mia attività di sindaca. Continuo a lavorare per Santa Croce sull’Arno”.
Toscana. ‘Ndrangheta: il consigliere Pieroni rompe il silenzio – Dopo Giulia Deidda, anche Andrea Pieroni ha deciso di rompere il silenzio. Il consigliere regionale è indagato per la maxi-inchiesta che ha sconvolto il Cuoio e la Toscana. A più di ventiquattro ore dall’uscita della notizia, Pieroni ha parlato e lo ha fatto con una nota diramata dal suo legale, Lorenzo Zilletti. “Ho sempre operato nel rispetto della legge e nell’interesse delle istituzioni, in piena e totale trasparenza. Sono fiducioso nell’operato della magistratura e confido che la mia posizione sarà al più presto chiarita” si legge nel comunicato. Ancora Pieroni: “In relazione all’inchiesta in corso su illeciti penali ambientali in Toscana tengo a precisare che l’unico addebito che mi riguarda non ha niente a che vedere con il tema principale dell’indagine. Mi ritrovo indagato, infatti, per aver contribuito all’approvazione di un emendamento a una legge regionale in materia ambientale, peraltro avvenuta senza voti contrari nella seduta del Consiglio regionale del 26 maggio 2020”.
Inchiesta ndrangheta. Giani: “Chiarire presto i fatti” – “Non esprimo opinioni, o commenti su una vicenda seria e complessa, perché ho piena fiducia nella magistratura e nel lavoro delle forze dell’ordine, con la speranza che sia fatta chiarezza il prima possibile”. Così ieri in una nota Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, a proposito dell’inchiesta su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana che vede coinvolti tra gli indagati anche il capo gabinetto Ledo Gori con l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Giani ha comunicato di aver disposto che le funzioni di Capo di Gabinetto, fino ad ora svolte da Gori, siano attribuite in via transitoria al Direttore Generale della Regione, Paolo Pantuliano.
Pd aretino: “liberare il Valdarno dalle ombre della malavita organizzata” – “Il Valdarno ha una storia e una cultura segnata dalla legalità e dalla democrazia. Le ombre che si stanno addensando vanno diradate. La prima scelta da fare è quella di non minimizzare. Prima l’incendio alla Valentino, poi quello alla Lem e adesso l’inchiesta della Dda con arresti anche in Valdarno. Il tutto in pochi giorni. Forse non c’è nessun nodo che lega i fili di questo storie. Ma forse si. Allora il Pd provinciale concorda con quanto richiesto dai sindaci di centro sinistra del Valdarno: venga immediatamente convocato il tavolo della sicurezza e dell’ordine pubblico in Prefettura. Probabilmente è presto per aver risposte: gli inquirenti devono avere il tempo di lavorare. Ma intanto deve essere chiaro che l’intera comunità del Valdarno e della Provincia è decisa a fare diga per impedire la diffusione della malavita organizzata. Infiltrazioni sono già in essere e questo sono i fatti a confermarlo. Adesso si tratta circoscrivere e poi eliminare un tumore che il Valdarno democratico non può tollerare. Senza infingimenti e anche in questo caso senza sottovalutazioni, il Pd provinciale esprime la sua preoccupazione per il coinvolgimento di esponenti della Regione Toscana nella inchiesta della Dda e si augura che in tempi rapidi venga acclarata la loro estraneità. La fiducia nella magistratura si accompagna quindi ad un atteggiamento garantista che non lascia spazio a strumentalizzazioni politiche da parte di nessuno”.
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