Martina, le motivazioni della sentenza: fuggiva da un tentativo di stupro. Escluso il suicidio
“Gli elementi indiziari che il processo ha faticosamente acquisito” sono “tutti convergenti nell’affermare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Martina Rossi la mattina del 3 agosto 2011 precipitò dalla camera 609 dell’albergo Santa Ana di Palma di Maiorca nel disperato tentativo di sottrarsi a una aggressione a sfondo sessuale posta in essere in suo danno da entrambi gli imputati”. “Quella notte Vanneschi e Albertoni – si legge ancora – erano entrambi in preda dell’effetto di sostanze stupefacenti, probabilmente hashish. “La giovane – viene scritto – reagì con forza a questa aggressione ingaggiando, sicuramente con Alessandro Albertoni, una colluttazione a seguito della quale provocò dei graffi al collo dell’imputato”. Non solo: La giovane in passato aveva effettivamente avuto problemi di natura psicologica, per i quali era stata in cura prima da uno psicologo e poi da uno psichiatra, ma erano stati risolti in modo definitivo. “I disturbi del comportamento – sostiene il giudice – che avevano interessato Martina Rossi in età adolescenziale erano già passati nel periodo corrispondente agli esami di maturità, nell’estate del 2009”. Quindi corte d’appello di Firenze esclude che la studentessa genovese avesse la minima intenzione di togliersi la vita. Il quadro delle condizioni psicologiche è quello di una ragazza “che molti testi nel corso del processo hanno definito solare, soddisfatta del proprio percorso universitario, ricca di progetti per il proprio futuro da condividere con le sue amiche di sempre”. Il quadro che ne esce è quello di “una ragazza poco più che ventenne, ancora nel pieno delle progettualità della vita sociale e affettiva; una ragazza normale alla quale nell’ultimo periodo della propria vita erano accadute soltanto cose positive che la motivavano nel suo percorso di vita”. “Un quadro – si legge ancora nelle carte – incompatibile con le condizioni di una ragazza che, secondo la ricostruzione degli imputati, avrebbe deciso senza alcun motivo apparente di mettere fine alla propria vita”. Le parti potranno ricorrere in Cassazione, che potrà decidere prima che anche questo reato si prescriva, dopo quello di morte in conseguenza di altro reato e omissione di soccorso.