Minacce a Marco Botti, sentito in Questura: “Non si capiva l’accento, ho consegnato gli screenshot”

Memorie ebraiche in Arezzo“, una camminata virtuale on line che Marco Botti aveva organizzato nel pomeriggio di sabato in occasione della Giornata della memoria alla scoperta dei luoghi ebraici aretini, come Piazza Grande e il Campaccio, si e trasformata in una bagarre ad opera di ignoti definitisi “hacker nazi-fascisti”.  Nel corso dell’evento, coordinato e condotto dallo stesso Botti, anonimi con falsi profili si sono introdotti nella diretta su “Meet“, piattaforma utilizzata solitamente da Unicoop per l’organizzazione di eventi online. 

Tanti slogan del peggior repertorio xenofobo e nazi fascista, conditi da minacce dirette senz’altro di rilevanza penale, dietro l’anonimato di una tastiera e di falsi profili: tale Gabriele Marino scrive “Pezzenti” e poi “La Shoah dovrebbe coincidere con il 25 dicembre, perchè per me è giornata di festa”; Luca Pezzati:”Accattoni”; Carlo Magnazzi: “Solo ariani”; Pippo Trovato: “Chiama tua madre” e l’agghiacciante ed esplicito “Marco ti faccio saltare con un botto”, poi Lorenzo Percossi ammette, in una sorta di rivendicazione: “Siamo hacker nazi fascisti”. 

Marco, cosa è successo? 

Nelle chat dei partecipanti – racconta Marco Botti – improvvisamente si sono iniziate a sentire bestemmie, canti del ventennio fascista, sono apparse immagini di raduni neonazisti incappucciati, svastiche, scritte e messaggi inneggianti il Duce, oltre a minacce come “ti faccio saltare con un botto“.

Botti, giornalista che lavora come addetto stampa e curatore per artisti, gallerie, associazioni culturali ed eventi, appassionato di storia locale e arte, questa domenica mattina è stato sentito in Questura ad Arezzo, insieme ad altri responsabili dell’organizzazione dell’evento,

per riferire nei dettagli quanto accaduto. Tutto è successo mentre facevo scorrere le immagini del convegno, ho consegnato agli inquirenti gli screenshot dei messaggi”.

Sono in corso indagini e scatteranno denunce, ma rispetto all’identità degli hacker, sei in grado di fornire indicazioni? 

“Preciso che tutto è accaduto mentre stavo conducendo l’evento e trasmettevo immagini, molti dei fatti accaduti me li hanno raccontati poco dopo gli altri partecipanti. Sentivo una gran confusione, ma sono andato fino in fondo alla conduzione. Non so se siano aretini o meno, dall’accento non si capiva. Spero solo che si possano identificare”.

Marco, come ti senti?

Profondamente amareggiato, non capisco come possa essere accaduto. Un attacco preparato, sono sicuramente gruppi organizzati ed esperti. In queste ore ho ricevuto tanti attestati di vicinanza e solidarietà, sono di lacrima facile, alcuni mi hanno commosso. Ora ho solo voglia di tenere duro e reagire“.

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