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mercoledì | 19-02-2025

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Operazione “Gold Strike”: smantellata banda specializzata in rapine agli orafi aretini. In manette basista, informatore locale, un ex orafo

Un’organizzazione criminale altamente specializzata nelle rapine ai danni di aziende orafe è stata smantellata dai Carabinieri di Arezzo nell’ambito dell’operazione “Gold Strike”. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Arezzo, ha visto il coinvolgimento di diversi comandi provinciali dell’Arma, tra cui Firenze, Caserta, Napoli e Salerno.

Nella giornata di lunedì 11 febbraio 2025, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Arezzo nei confronti di undici indagati, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, furto, rapina e ricettazione. Il bilancio dell’operazione conta sette arresti con traduzione in carcere, mentre altri quattro soggetti sono stati posti agli arresti domiciliari.

L’inchiesta è partita il 28 giugno 2024, dopo un colpo clamoroso ai danni della ditta orafa Italiana Horo, situata a Badia al Pino (Civitella in Valdichiana, Arezzo). Quel giorno, due rapinatori in sella a una moto con targa contraffatta avevano aggredito il titolare dell’azienda, spruzzandogli addosso spray urticante per impossessarsi di una verga d’oro da 18,7 chili, dal valore stimato di 600.000 euro.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Arezzo, hanno permesso di ricostruire nei minimi dettagli la dinamica del furto e di svelare un’organizzazione criminale ben strutturata, attiva non solo ad Arezzo ma anche in altre province.

A fornire informazioni preziose alla banda sarebbe stato un ex orafo aretino, considerato il basista dell’operazione. Accanto a lui, un compro oro compiacente, che avrebbe avuto un ruolo nella gestione e ricettazione dei preziosi rubati.

Le investigazioni hanno inoltre portato alla luce la pianificazione di altri colpi, tra cui una tentata rapina alla gioielleria Grotti di Arezzo, avvenuta il 23 settembre 2024.

Gli indagati avevano compiti ben precisi all’interno dell’associazione a delinquere: Il capo: un 53enne campano, esperto stratega delle rapine, che pianificava e coordinava le operazioni.
Il braccio logistico: un 51enne della provincia di Caserta, residente ad Arezzo, che forniva supporto operativo e metteva a disposizione un capannone per nascondere i mezzi usati nei colpi.
Gli esecutori materiali: un 52enne e un 28enne napoletani, responsabili delle aggressioni e dei furti.
L’informatore locale: un 65enne aretino, già noto alle forze dell’ordine, che individuava gli obiettivi e ne studiava i punti deboli.
Il basista: un 54enne ex orafo, che passava informazioni dettagliate sui movimenti e le procedure interne delle aziende prese di mira.

Il giudice: “Alto rischio di reiterazione del reato“.

L’organizzazione agiva con meticolosità e spregiudicatezza, mostrando assoluta indifferenza per le vittime, alcune delle quali aggredite con violenza. Il Gip del Tribunale di Arezzo ha sottolineato l’elevata pericolosità del gruppo e il rischio concreto di nuovi assalti, motivando così l’emissione delle undici misure cautelari. L’operazione “Gold Strike” rappresenta un duro colpo alla criminalità organizzata attiva nel settore orafo, un comparto strategico per l’economia aretina, spesso bersaglio di bande specializzate in colpi ad alto valore.

Rapina da oltre mezzo milione: undici arresti all’alba, tredici indagati. Dipendente aretino basista, altri quattro complici. Lite per la spartizione

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