Operazione “Hidden partner”, coinvolto Guasconi: “Estraneo, mi autosospendo”

Questo pomeriggio – si legge nella nota della Camera di Commercio Arezzo Sienail Presidente della Camera di Commercio Massimo Guasconi ha informato i membri della Giunta camerale ed il Segretario Generale dell’Ente della volontà di autosospendersi dalle funzioni di Presidente in attesa di chiarimenti in merito all’inchiesta “Hidden Partner”, dalla  quale comunque non emergono ipotesi di atti contrari ai doveri del proprio ufficio. Conseguentemente, a norma di Statuto, la  Vice Presidente Vicario Anna Maria- Nocentini Lapini da oggi sostituisce il Presidente Guasconi. Evidenziando la totale estraneità della Camera di Commercio alle vicende inerenti l’inchiesta, la Giunta camerale conferma la continuità operativa dell’Ente ed il massimo sostegno ad ogni esigenza proveniente dal sistema imprenditoriale aretino e senese“.

Guasconi sarebbe coinvolto nell’operazione della Guardia di finanza di Siena: 12 indagati, contestati a vario titolo i reati di autoriciclaggio, reati tributari, societari e di corruzione e contro il patrimonio. Nel mirino gli investimenti di un cittadino straniero in provincia di Siena con risorse provenienti dalla filiera del petrolio russa, soprattutto nel settore della ristorazione, dei bar e nel settore immobiliare. Sospeso anche un agente della Polizia Municipale di Siena. Dalle prime ore della mattinata numerosi militari coordinati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siena stanno dando esecuzione ad un provvedimento di natura cautelare personale e reale emesso dai Giudici per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale di Siena, Dott. Alessandro Buccino Grimaldi e Dott.ssa Ilaria Cornetti, su richiesta del Pubblico Ministero Dott. Siro De Flammineis, con il quale sono state disposte 5 misure, fra coercitive e interdittive, nei confronti di altrettanti soggetti e il contestuale sequestro preventivo, anche per equivalente, di disponibilità liquide, beni mobili ed immobili per un valore di circa 14 milioni di euro. Agli indagati (12) vengono contestati a vario titolo i reati di autoriciclaggio, reati tributari, societari e di corruzione e contro il patrimonio.

“La complessa ed articolata operazione di polizia economico-finanziaria – spiega la Guardia di Finanza – ha avuto origine dal monitoraggio degli investimenti provenienti dall’estero, soprattutto nel settore della ristorazione, dei bar e nel settore immobiliare ma non solo, in special modo nel capoluogo cittadino ma anche in Firenze, Roma e Milano, ad opera di un cittadino straniero il quale da anni aveva individuato, anche nella Provincia di Siena, il luogo ideale per investire parte dei cospicui flussi di denaro generati dalla filiera del petrolio proveniente dalla Russia.I preliminari accertamenti esperiti infatti, corroborati anche da evidenze documentali di natura bancaria, hanno fatto emergere l’interesse dell’imprenditore all’acquisizione, fra le altre, di numerose società attive nel settore della ristorazione con esercizi commerciali presenti nelle più note piazze del centro storico di Siena e da ultimo di Firenze e Milano. Nel dettaglio sono state attenzionate dagli investigatori due prime linee di finanziamento anomale (per oltre 11 milioni di €) veicolate attraverso conti correnti stranieri verso una holding nazionale all’epoca dei fatti con sede a Siena”.

“Le risultanze così ottenute – prosegue la Gdf – hanno consentito di poter avviare mirate attività investigative, le quali sono state indirizzate alla ricerca dell’origine dei rilevanti fondi investiti, tramite la società holding senese, sul territorio provinciale di Siena, Firenze e Milano.Al fine di valorizzare le evidenze contabili e documentali di natura estera emergenti dagli atti acquisiti sul territorio italiano, sono state, nella circostanza, avviate numerose attività di rogatoria all’estero, anche attraverso specifiche interlocuzioni con Eurojust che attraverso l’Ufficio italiano ha supportato le esigenze di cooperazione giudiziaria e di coordinamento internazionale della procura senese durante l’intero corso del procedimento”.

“In particolare, Eurojust ha reso possibile il tempestivo svolgimento delle complesse attività rogatoriali ed ha affrontato le numerose problematiche di coordinamento con le autorità straniere attraverso apposite riunioni svoltesi presso la sede di tale organismo europeo – sottolineano le Fiamme Gialle – Tale corposa attività rogatoriale attivata dalla Procura di Siena, ha visto interessati numerosi Stati esteri a vario titolo coinvolti dai flussi documentali e finanziari (Svizzera, Cipro, Estonia, Lettonia, Francia, Isole Vergini Britanniche, Federazione russa e Austria per citare le principali) la quale ha permesso di acquisire direttamente in tali territori stranieri, con accessi, perquisizioni, sequestri, escussioni ed acquisizioni documentali – eseguiti, congiuntamente con il Pubblico Ministero titolare dell’indagine, dalla Guardia di Finanza di Siena e dalle forze di polizia straniere coinvolte – elementi probatori fondamentali per la compiuta ricostruzione delle movimentazioni finanziarie estere e delle responsabilità ascrivibile ai titolari delle società straniere coinvolte in tali dinamiche, alcune delle quali sedenti, almeno formalmente in Stati a fiscalità privilegiata.Il compendio probatorio così acquisito è stato arricchito dal rilevante patrimonio informativo contenuto in decine di segnalazioni per operazioni sospette che in molti casi hanno ricevuto puntuale riscontro nei risultati delle indagini.All’esito della complessa e laboriosa analisi della documentazione acquisita, dell’accurato riscontro delle dichiarazioni rese dai soggetti d’interesse, nonché dell’attività tecnica eseguita – spiegano i finanzieri – è stato possibile far emergere

a. plurime e rilevanti condotte evasive almeno per gli anni 2014 e 2015 commesse all’estero (Estonia), e dunque a livello infracomunitario, per oltre 50 milioni di euro, secondo lo schema della pianificazione fiscale aggressiva riconducibile alla c.d. stabile organizzazione occulta, che ha consentito di sottrarre ingenti basi imponibili alla tassazione in ambito comunitario il tutto attraverso la fittizia localizzazione delle società in Stati a fiscalità privilegiata (Isole Vergini Britanniche);
b. condotte di auto riciclaggio, in considerazione del fatto che l’imprenditore straniero ha dapprima trasferito le somme provenienti dall’illecito risparmio d’imposta in società di diritto estero per poi reimpiegarle, sotto forma di finanziamenti, nella società nazionale al fine di consentire a quest’ultima l’acquisizione delle attività di ristorazione e bar e di importanti compendi immobiliari;
c. reati societari afferenti alla non corretta esposizione in bilancio dei finanziamenti provenienti dall’estero commessi dagli amministratori di fatto e di diritto della holding senese (per 2 di questi è stato disposto il divieto di esercitare uffici direttivi nelle persone giuridiche e nelle imprese);
d. reati fiscali, riconducibili al trattamento contabile riservato ai finanziamenti esteri verso la società senese;
e. numerosi episodi di appropriazione indebita da parte degli amministratori della holding senese, in concorso con i rappresentanti legali di altre società nazionali, che si sono appropriati di svariati milioni di euro nella disponibilità della holding per effettuare alcune operazioni societarie e commerciali, di natura puramente speculativa;
f. episodi di corruzione commessi da alti funzionari pubblici destinatari rispettivamente della misura del divieto di dimora e della sospensione dall’esercizio delle pubbliche funzioni;
g. il coinvolgimento, in un episodio di corruzione, di un agente in servizio presso il Comando della polizia locale di Siena. Per tale condotta l’agente è stato destinatario di un provvedimento di sospensione dall’esercizio delle pubbliche funzioni.

Fra i beni sequestrati per circa 14 milioni di euro, in relazione ai reati di autoriciclaggio e ai reati tributari emersi, sono presenti disponibilità liquide, immobili di pregio tra Siena, Roma e Firenze, e le quote di una società che controlla numerosi ristoranti e bar situati nel centro storico di Siena, Firenze e Milano.

In relazione ai delitti di corruzione sono stati sequestrati beni per un valore di 370.000 euro circa fra disponibilità liquide e beni immobili.

Al fine di garantire la totale continuità aziendale è stato nominato un amministratore giudiziario da parte del locale Tribunale.

Le attività di servizio odierne, condotte nel tempo anche grazie all’apporto dei militari dello S.C.I.C.O. di Roma, hanno visto impegnati nella fase esecutiva militari dei Comandi Provinciali di Roma, Milano, Firenze.

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