Pistola a scuola: tredicenne porta un’arma per impressionare i compagni
Un episodio allarmante ha coinvolto uno studente di 13 anni di una scuola media della provincia di Arezzo. Il ragazzo ha portato nell’istituto di Badia al Pino, nel comune di Civitella in Val di Chiana, una pistola semiautomatica calibro 7,65 e un proiettile sottratti a un parente. Il giovane avrebbe mostrato l’arma ai compagni di scuola, scattando anche alcune foto, che fortunatamente non sono state diffuse sui social. Tuttavia, l’accaduto è stato scoperto dai genitori di uno dei ragazzi coinvolti, i quali hanno immediatamente avvisato la preside.
La dirigente scolastica, una volta accertata la situazione, ha denunciato l’accaduto ai Carabinieri. Gli agenti hanno avviato una perquisizione, risalendo al legittimo proprietario della pistola, che deteneva regolarmente altre armi nella sua abitazione. Secondo le indagini, il ragazzo avrebbe preso di nascosto la pistola durante una visita a casa del parente.
Il minore, non imputabile per legge in quanto sotto i 14 anni, è stato segnalato alla Procura dei Minori di Firenze. Per il parente, invece, è scattata una denuncia per omessa custodia delle armi, in base alle normative sulla sicurezza delle stesse.
Sicurezza nelle scuole: un tema sempre più centrale
Questo episodio non è un caso isolato. In diverse scuole italiane si registrano episodi simili, con studenti che portano armi, spesso sottratte a familiari, per impressionare i compagni o, in casi più gravi, per minacciare. Sebbene non si possa parlare di emergenza diffusa, la frequenza di questi eventi pone il tema della sicurezza scolastica al centro del dibattito pubblico.
Alcuni dirigenti scolastici hanno avanzato proposte per contrastare il fenomeno, come l’installazione di metal detector all’ingresso degli istituti. Questa misura, adottata in alcune scuole estere, risulta però controversa in Italia, dove il bilanciamento tra sicurezza e libertà degli studenti apre un confronto complesso.
Nel frattempo, alcune scuole italiane stanno implementando regolamenti più stringenti. A Udine, un istituto professionale ha introdotto sanzioni severe per la detenzione di armi, mentre a Pordenone, le infrazioni relative all’introduzione di oggetti pericolosi vengono considerate gravissime, con conseguenze drastiche sul percorso scolastico degli studenti coinvolti.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha proposto una soluzione radicale per gli istituti più a rischio: la presenza di agenti delle forze dell’ordine all’interno delle scuole. Una misura che, sebbene estrema, mira a garantire un ambiente più sicuro per studenti e personale scolastico.
Il caso aretino richiama l’urgenza di affrontare il problema con interventi concreti, sia sul fronte della prevenzione che su quello educativo, per sensibilizzare le famiglie e i ragazzi sull’importanza della sicurezza e del rispetto delle norme.