Sentenza cannabis, Walter De Benedetto: “Provate a camminare nelle mie scarpe. Speriamo di strappare ancora vita”
E’ un via libera sottoposto a molte condizioni: l’unico utilizzatore del prodotto fatto in casa può essere solo la persona che materialmente si dedica alla cura delle piante e non è ammessa la destinazione anche ad eventuali componenti del nucleo familiare, o il consumo di gruppo. Le piante devono essere coltivate solo con “tecniche rudimentali” per cui non è chiaro se già la presenza di un impianto di irrigazione potrebbe far sorgere il sospetto che lo scopo sia lo spaccio, per non parlare del possesso di eventuali bilancini o strumenti di precisione per pesare in grammi.
Mancano inoltre riferimenti alla quantità di Thc contenuta nella pianta. Per la cannabis “legale” la norma prevede un tetto dello 0,6% contro il 5-8% di quella “illegale” ma anche di quella coltivata dallo Stato per scopi terapeutici. Per la Cassazione, invece, chi la coltiva in casa per uso personale non è perseguibile, a prescindere dal livello di Thc.
Intravede un’importante apertura il 48enne aretino Walter De Benedetto, che soffre di distrofia muscolare e che necessita di una dose più elevata di cannabis terapeutica rispetto a quella corrisposta dal servizio sanitario. Raggiunto da Costanza Mangini, Rai3, commenta:
“Finalmente l’Italia ha iniziato a essere consapevole, non potevo aspettare, ero pronto a qualsiasi cosa. Se uno potesse camminare tre giorni nelle mie scarpe, poi, potrebbe giudicare. Speriamo di riuscire a strappare ancora vita”.
Foto: da pagina Facebook Walter De Benedetto