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giovedì | 26-12-2024

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Strage Civitella: 800 mila euro ai discendenti di Metello Ricciarini. Aveva 38 anni, tra le 244 vittime del massacro

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha recentemente erogato un indennizzo di 800.000 euro ai discendenti di Metello Ricciarini, una delle 244 vittime della strage nazifascista avvenuta il 29 giugno 1944 a Civitella in Val di Chiana, in provincia di Arezzo. Questo risarcimento rappresenta un passo significativo nel riconoscimento dei diritti degli eredi delle vittime di crimini nazifascisti.

La strage di Civitella in Val di Chiana è una delle pagine più tragiche della storia italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Il 29 giugno 1944, truppe naziste della Divisione Hermann Göring compirono un massacro nelle località di Civitella, Cornia e San Pancrazio, uccidendo 244 civili inermi. Metello, 38 anni, residente a Tuori dove viveva con la famiglia, quel 29 giugno 1944 fu rastrellato a Civitella, che aveva raggiunto in bicicletta per recarsi al mulino.

L’indennizzo rappresenta il coronamento di un’azione legale iniziata decenni fa dal nipote di Metello, l’avvocato Roberto Alboni, figlio di Metella Ricciarini, nata un mese dopo l’assassinio del padre. L’azione legale ha visto una sentenza definitiva della Cassazione nel 2008 e condanne in primo e secondo grado nel 2006 e 2007.

Il risarcimento ai familiari di Metello Ricciarini è stato possibile grazie al decreto 36/2022, promosso dal governo Draghi, che ha istituito un fondo per il ristoro dei danni subiti dalle vittime delle stragi naziste. Questo fondo, interamente finanziato dallo Stato italiano, dispone di 20 milioni di euro per il 2023 e di 11,8 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026.

L’erogazione di questo indennizzo segna un importante riconoscimento per le famiglie delle vittime, che da decenni attendono giustizia per le atrocità subite. Questo primo risarcimento riaccende la speranza per le altre famiglie ancora in attesa di un riconoscimento ufficiale e di un risarcimento adeguato per le perdite subite durante quel tragico periodo storico.

Nella foto: 25 aprile 2024, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita a Civitella in occasione dell’80° anniversario della strage

Mattarella: “A Civitella per ricordare tutti i crimini di guerra” Ar24Tv

La strage 

Civitella si trova al confine fra la zona controllata dal 76° corpo corazzato e la 14a Armata, responsabile del territorio compreso tra la Valdichiana e l’Adriatico. A partire dalla seconda metà di giugno, per la precisione, il centro si trova nel territorio d’operazione della Divisione Corazzata Paracadutisti H. Göring.
Il 18 giugno gli uomini della “Renzino”, formazione attiva sulle colline di Civitella, tendono un agguato ad alcuni soldati tedeschi nel dopolavoro del paese con l’obiettivo di disarmarli: l’azione si conclude con la morte di due soldati e il grave ferimento di un terzo. I militari appartengono probabilmente alla 1a Divisione Paracadutisti, subordinata alla 14a Armata. Il 20 giugno una trentina di soldati – appartenenti con ogni probabilità al reparto colpito due giorni prima – si reca a Civitella, raduna gli uomini sul piazzale della chiesa cercando di ottenere informazioni su una possibile concentrazione di partigiani, ma poi non procede a nessuna forma di rappresaglia. Gli uomini sono già fuggiti per la maggior parte nei boschi, mentre le donne, nello stesso giorno, presenziano ai funerali delle vittime nel cimitero del paese cercando di ricucire i rapporti con gli occupanti. In quegli stessi giorni, la “Renzino” organizza un agguato presso Cornia – San Pancrazio nel tentativo di proteggere la popolazione attraverso la cattura di 18 ostaggi. Questi, detenuti presso il quartier generale della formazione a Villa Montaltuzzo, sopra San Pancrazio, sono tuttavia liberati dopo una serrata battaglia che costa ai tedeschi, in data 23 giugno, 7 o 8 morti e ai partigiani lo sbandamento e la crisi.
I giorni successivi, segnati da una quiete irreale, convincono gli abitanti di Civitella che la rappresaglia non ci sarebbe stata. Rassicurati in questo senso anche dalle dichiarazione rilasciate da alcuni ufficiali tedeschi al parroco e al podestà, essi fanno dunque ritorno alla loro vita normale.
La mattina del 29 giugno dal quartier generale della Divisione Göring, allocato nei pressi di Monte San Savino, partono 300 – 400 unità tedesche. Quel giorno i soldati nazisti rastrellano una Civitella affollata per la festa dei patroni Pietro e Paolo e le vicine frazioni, procedendo in alcuni casi ad omicidi nelle case, raccolgono poi la popolazione nella piazza del paese e la dividono per sesso e per età: le donne e i bambini sono spinti fuori dall’abitato, in direzione di Poggiali, gli uomini, radunati in gruppi di cinque, sono portati sul retro della scuola e uccisi con un colpo di pistola alla nuca. Gli uomini rastrellati nelle case coloniche sotto il paese, in numero di 17 o 18, sono separati da donne e bambini soltanto dopo una lunga attesa e infine mitragliati nei pressi di un ponte vicino.
Parallelamente, i tedeschi ripropongono un identico modus operandi nelle frazioni di Gebbia e San Pancrazio, risparmiando, tuttavia, fra gli uomini, un gruppo che, trasferito a Monte San Savino, viene interrogato sulla presenza di partigiani nella zona. A Cornia, al contrario, il massacro è indiscriminato: sono colpiti donne e bambini e si registrano molti casi di stupro. In ogni centro, poi, le case sono date alle fiamme: i roghi provocati allargano ulteriormente il numero delle vittime (a Civitella, ad esempio, muoiono in questo modo donne e bambini).

Responsabili

Tedeschi

La responsabilità è identificata con sicurezza dalle inchieste giudiziarie inglesi e dai successivi studi sulla documentazione tedesca, nella Divisione H. Göring, coadiuvata con ogni probabilità dalla Prima Divisione Paracadutisti e da alcuni uomini della compagnia Sanità.

Le reazioni

La notizia dell’indennizzo è stata accolta con soddisfazione dalle istituzioni locali e dalle associazioni che da anni si battono per la memoria delle vittime delle stragi nazifasciste.

Il sindaco di Civitella, Andrea Tavarnesi:La notizia dell’indennizzo rappresenta un segnale importante, arrivato grazie alla tenacia dell’avvocato Alboni, nipote di una delle vittime. Però dobbiamo tenere alta l’attenzione perché ci sono state altre 243 vittime e quindi tanti parenti che aspettano una risposta. Dobbiamo lavorare insieme affinché questa risposta arrivi per tutti”.

Vincenzo Ceccarelli (Pd): “Onorata la memoria di Metello Ricciarini. Sia solo l’inizio”.

Il Presidente del Gruppo Pd in consiglio regionale commenta la notizia dell’indennizzo da parte dello stato ai discendenti della vittima a Civitella Val di Chiana del 1944

È stata finalmente onorata la memoria di Metello Ricciarini, questo primo risarcimento a una vittima delle nefandezze dei nazi-fascisti non deve rimanere isolato ma deve essere l’inizio di un percorso che dia attuazione alle sentenze senza porre indugi o temporeggiamenti. A gennaio di quest’anno il Consiglio regionale aveva approvato una mozione in tal senso e fu una iniziativa che aveva visto in prima linea lo scomparso Massimiliano Pescini”.

Questo il commento del capogruppo del Pd nell’assemblea toscana Vincenzo Ceccarelli alla notizia che il Ministero dell’Economia e Finanze ha erogato l’indennizzo di 800mila euro ai parenti di Metello Ricciarini, vittima della strage nazista di Civitella val di Chiana (Arezzo) il 29 giugno 1944.  L’indennizzo avviene a seguito di una sentenza penale definitiva emessa dalla Cassazione nel 2008, dopo condanne in primo e in secondo grado pronunciate nel 2006 e nel 2007.

L’impegno di questi due anni di una vasta campagna di sensibilizzazione – aggiunge Ceccarelli – ha avuto il primo risultato sperato dopo le lunghe attese e incertezze che i discendenti delle vittime hanno dovuto subire anche dopo la sentenza, con comportamenti dei ministeri in questi mesi che ostacolavano anziché risolvere. Forte è stato il gesto del Presidente della Repubblica Mattarella che proprio a Civitella Val di Chiana è voluto venire lo scorso 25 aprile, si pone quindi una parola di giustizia ai crimini del passato che fortifica anche le altre azioni intraprese”.

 

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