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giovedì | 20-02-2025

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Vaccino a Scanzi: La7 sospende la collaborazione col giornalista. D’Urso: “Verifiche in corso”

Si complica non poco la vicenda legata alla vaccinazione con AstraZeneca come “panchinaro” di Andrea Scanzi: a “non è l’Arena“, l’altra sera Massimo Giletti è tornato sul caso del giornalista aretino che ha sostenuto di aver fatto richiesta a febbraio, ma solo come “panchinaro”, cioè nel caso in cui una dose a fine giornata non fosse stata utilizzata e avesse rischiato di essere buttata. Il dottor Evaristo Giglio, direttore zona distretto aretina, Casentino e Valtiberina della Asl, conferma la ricostruzione di Scanzi: “Da quello che lui e il suo medico di famiglia hanno detto, sarebbe un caregiver di questi famigliari ammalati che risultano nella lista dei vulnerabili. Non è uno stato di polizia – spiega Giglio – così che io possa andare a vedere se è vero. Se a me il medico di famiglia fa una segnalazione del genere lo metto lì in attesa. Scanzi era l’ultimo di questa lista. Anzi, si è trovata una situazione convincente avanzando queste due dosi e con lui che da tempo aveva chiesto di essere chiamato come “panchinaro. Prima non era mai stato preso in considerazione, perché per quanto mi riguarda si poteva aspettare anche un altro mese o forse un altro anno. Da parte mia non c’è stata assolutamente nessuna forzatura da questo punto di vista. Quando mi chiamò il suo medico io gli dissi che prima di Scanzi ce n’erano tanti altri. Quindi lui poteva aspettare. Ma il medico di base del giornalista gli ha detto che Scanzi avrebbe aspettato, l’importante è che prima o poi fosse stato chiamato al momento opportuno”. Spiega ancora nell’intervista rilasciata a La7 Evaristo Giglio, di aver “ricevuto altre telefonate anche dallo stesso Scanzi, evidentemente gli hanno dato il mio numero. Mi ha detto, guardi, non so se il medico le ha accennato la mia situazione, io sono sempre disponibile quando voi potete. E io gli ho risposto che sarebbe passato del tempo, perché abbiamo altre priorità”.

Fin qui Giglio, mentre il direttore generale della Asl Toscana Sud Est Antonio D’Urso conferma che è in fase di completamento l’inchiesta interna della Asl Toscana Sud Est sul caso della vaccinazione del giornalista. Avvenuta nel pomeriggio del 19 marzo all’hub vaccinale allestito al Centro Affari e Convegni di Arezzo, dopo che il 22 marzo la Procura di Arezzo ha aperto un fascicolo conoscitivo «a modello 45», vale a dire senza indagati e senza ravvisare al momento reati specifici. D’Urso: «L’indagine è stata avviata. Ancora non si è conclusa. Stiamo aspettando l’esito delle verifiche effettuate sulla posizione del signor Scanzi che ha usufruito della vaccinazione con Astrazeneca. Si tratta di verifiche sulle dichiarazioni di Scanzi all’atto della vaccinazione». E poi, rincara il dg, “la vaccinazione con Astrazeneca in questo momento è limitata ad alcune categorie: personale scolastico, personale delle forze armate e delle forze dell’ordine, persone tra i 70 anni compiuti e gli 80 da fare. Se Scanzi non aveva queste caratteristiche, non poteva accedere alla vaccinazione”.

Nella puntata di Non è l’Arena, Giletti ha ricostruito «sia le circostanze che le motivazioni che hanno riguardato la sua vaccinazione. Altro esempio di contraddizione? Il vaccino Astrazeneca è conservabile in frigorifero anche per 48 ore e, pertanto, Scanzi mente quando sostiene che ci fosse il rischio che la dose che gli è stata somministrata venisse buttata». In attesa di chiarimenti, la rete di Urbano Cairo, La7, ha deciso di sospendere il contratto di collaborazione con il giornalista aretino, mentre Michele Anzaldi, Italia Viva, chiede che “si riunisca subito il Comitato per il Codice Etico Rai e risponda in modo netto e definitivo: è accettabile che l’opinionista continui ad essere pagato dalla Rai?”.

 

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